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Lydia Lunch e Marc Hurtado play Suicide & Alan Vega al RCCB Init di Roma: Live report

Lydia Lunch e Marc Hurtado play Suicide & Alan Vega al RCCB Init di Roma: Live report

Un live graffiante, suggestivo, ipnotico: Lydia Lunch, musicista e performer, storica sacerdotessa americana della No wave, torna sui palchi italiani assieme al musicista e regista francese Marc Hurtado dopo qualche anno – complice la pandemia – con l’omaggio ai Suicide, band di culto che ispirò lei e molti altri artisti dell’underground newyorkese e non solo.

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Foto di Ludovica Valori

L’atmosfera si direbbe quella dei club di una volta ma questo è ormai superfluo raccontarlo: il nuovo Init, a Casalbertone, a pochi mesi dalla riapertura si sta già confermando come un luogo unico in cui trovano casa suoni non consueti: ambiente ideale per resistenti e sopravvissuti, specialmente per chi non si rassegna all’appiattimento dilagante. E magari prima del live non disdegna due tiri a biliardo o qualche nota al pianoforte.

Dopo l’apprezzata esibizione del duo romano degli Holiday Inn in apertura di serata, il pubblico si ammassa sotto il palco per non perdere neanche un istante di quello che pare un rito più che un concerto. Si cerca a tutti i costi di assorbire energia, vibrazioni, gestualità forse legate a un tempo che non può più tornare – ma che si sente il desiderio di rianimare dopo le difficoltà degli ultimi anni. Ci si muove assieme contro un tempo e un potere che vogliono tutto uguale, tranquillizzato o terrorizzato. Situazione, quella del mondo attuale, che non può certo andar bene a un’artista del calibro della Lunch.

I due ipnotizzano il pubblico con i loro ritmi ossessivi, gestualità teatrali e un cantato aggressivo, più simile a uno spoken word parecchio incazzato, intervallato da colpi di ventaglio, sigarette e boccate alcoliche. La voce della Lunch è pulita ma sempre sull’orlo di una crisi di nervi, quella di Hurtado è urlata e distorta, un’ulteriore scarica di tensione su basi digitali industriali gestite dall’artista francese che vanta un curriculum di rilievo in formazioni come Étant Donnés, Hurtacker e collaborazioni di prestigio con nomi rilevanti del calibro di Genesis P. Orridge e Gabi Delgado dei D.A.F.

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Foto di Ludovica Valori

Il suono è sferzante, l’aria irrespirabile in un mix di nicotina e calore umano, una vera e propria discesa negli inferi del caos e della psiche: un’esperienza che sicuramente lascia un segno, comunque positivo, nei presenti. Ci sarebbe anche voglia di un bis ma a quanto pare non è possibile. Thanks anyway, sarà per la prossima volta. E dato che non è stato possibile realizzare una breve intervista vogliamo regalarvi quella che nella nostra fantasia avrebbe potuto avere luogo, magari nei bagni del locale – dove effettivamente avevamo incontrato Lydia poco prima del concerto, abbastanza concentrata e poco propensa alla chiacchiera.

Foto di Ludovica Valori

Intervista immaginaria a Lydia Lunch

Quale è stata l’influenza dei Suicide nel tuo percorso artistico?

Be’, indubbiamente sono stati molto importanti, li ho visti per la prima volta a 16 anni a New York… è chiaro che sono stati una grande ispirazione. L’inizio di tutto.

Come sta andando il tour e come è andata con le date italiane?

Direi bene, ci stiamo divertendo… i fans italiani sono molto calorosi, forse anche troppo (ridacchia), ma del resto anche io sono di origine italiana (siciliana, ndr), quindi… va bene.

Il video che proiettate durante lo spettacolo cosa rappresenta per voi?

E’ Infinite dreamers, un film diretto e montato da Marc: una sorta di flusso di coscienza senza soluzione di continuità, come un diario. Protagonisti ovviamente Alan Vega e Martin Rev, poi momenti di vita quotidiana misti a visioni, appunti scritti al volo, gli incubi della metropoli, New York, l’America nella sua miseria, nella sua realtà… poi ognuno può vederci quel che gli pare. Non ci interessa indottrinare la gente!

C’erano molte donne sotto il palco proprio vicino a te durante il concerto romano: pensi di rappresentare una sorta di role model per loro? Che messaggio vorresti dare alle giovani artiste che si affacciano nel mondo della musica?

Una bella responsabilità!… (Ride) Mah, non voglio dir loro proprio niente di speciale, mi fa piacere se si sono godute il concerto: non ho grandi messaggi da dare eccetto quello di fare la vostra strada senza starvi a preoccupare troppo dell’approvazione degli altri. Che tanto quella non arriverà mai… o magari arriva, ma dalla gente sbagliata!

Foto di Ludovica Valori

Live report a cura di Gianluca Polverari e Ludovica Valori

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Pubblicato il: 03/12/2022 da Ludovica Valori