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Rock Levante: Osamu Kitajima

Rock Levante: Osamu Kitajima

Di Matteo Giacchè

 

Questo mese, con Rock Levante, vi portiamo alla scoperta di uno dei musicisti giapponesi più eclettici che il panorama musicale nipponico ci ha regalato.

Osamu Kitajima, Justin Heathcliff, diversi nomi, ma una sola mente geniale, il musicista giapponese nasce a Chigasaki, nella prefettura di Kanagawa, e fin da piccolo si dedica alla musica studiando chitarra classica e piano.

Durante gli studi inizia a farsi un nome come compositore di jingle pubblicitari, ma la svolta arriva dopo la laurea. Nel 1971 si trasferisce nel Regno Unito, entra a contatto con il folk britannico, il rock psichedelico, e si accende la scintilla. È proprio in quest’anno che esordisce sotto il nome i Justin Heathcliff con l’omonimo album, che venne pubblicato solo in Giappone e riscosse un discreto successo grazie al suo suono ‘straniero’, con richiami ai Beatles e ai Tyrannosaurus Rex.

Justin Heathcliff – You All Should Think More
https://www.youtube.com/watch?v=nyFdPrwkADo

 

Dopo la pubblicazione di questa gemma, abbandona lo pseudonimo e inizia a far uscire musica a suo nome: Osamu Kitajima. La sua formazione classica, la sua anima giapponese, e il rock psichedelico incontrato nel Regno Unito si fondono in un capolavoro che porta il titolo di Benzaiten, uscito nel 1974.
I suoni tradizionali del biwa, dello shakuhachi, dello tsuzumi e altri strumenti della tradizione giapponese, si fondono con la chitarra elettrica, acustica, il basso e un tripudio di percussioni, per la creazione di brani originalissimi e di incredibile freschezza.

Osamu Kitajima – Benzaiten
https://www.youtube.com/watch?v=3oMoczT9At0

 

Il disco presenta una formazione di tutto rispetto, con gente del calibro di Haruomi Hosono al basso elettrico, musicista che poi troverà grande successo anche come solista. Molti brani strumentali, qualche pezzo cantato (in giapponese), con riferimenti alle divinità giapponesi, agli elementi della natura in canti che sembrano quasi meditazioni guidate.

Il 1974 è anche l’album in cui si trasferisce a Los Angeles. Esperienza dalla quale uscirà uno dei suoi album più acclamati: Behind the Light. Anche qui la fusione di suoni della sua tradizione e quelli incontrati in occidente è presente, ma l’elemento giapponese non è preponderante come nel precedente lavoro. I suoni sono sempre eterei, ma diventano piû ambient, con intermezzi i chitarra che rendono il disco godibile.

Osamu Kitajima – Behind the Light
https://www.youtube.com/watch?v=Qj_7dt4YeIs&list=PL4NXUZspQ7Bz7PfIehi7yd3FgF7OnxpWp&index=1

 

La sua discografia conta circa 24 uscite tra LP ed EP, con lavori che vanno dall’ambient al rock, oscillano tra la tradizione nipponica e le influenze americane ed inglesi.
Altro lavoro degno di nota, in cui ritorna prepotentemente l’elemento giapponese, è sicuramente Masterless Samurai, in cui spicca il brano Wild Monk (per due anni sigla della trasmissione radiofonica Rock Levante).

Osamu Kitajima – Wild Monk
https://www.youtube.com/watch?v=JVpN8Jxi_Xs

 

Esplorare la discografia di questo meraviglioso artista è un viaggio lungo, che però può riservare molte piacvoli sorprese. Qui trovate qualche spunto, chissà che non vi venga voglia di imbarcarvi verso il giappone di Osamu Kitajima.

Fino alla prossima… Sayonara!

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Pubblicato il: 10/11/2021 da Matteo Giacchè