Addio a Gino Strada, il fondatore di Emergency
di Karol Lapadula
Gino Strada, medico milanese specializzato in chirurgia d’urgenza e fondatore di Emergency, è morto all’età di 73 anni: soffriva di problemi di cuore.
Questo il messaggio apparso pochi minuti fa sulla sua pagina facebook:
Il nostro amato Gino è morto questa mattina.
È stato fondatore, chirurgo, direttore esecutivo, l’anima di
EMERGENCY.“I pazienti vengono sempre prima di tutto”, il senso di giustizia, la lucidità, il rigore, la capacità di visione: erano queste le cose che si notavano subito in Gino. E a conoscerlo meglio si vedeva che sapeva sognare, divertirsi, inventare mille cose.
Non riusciamo a pensare di stare senza di lui, la sua sola presenza bastava a farci sentire tutti più forti e meno soli, anche se era lontano.
Tra i suoi ultimi pensieri, c’è stato l’Afghanistan, ieri. È morto felice.
Ti vogliamo bene Gino.
— Lo staff di EMERGENCY
Il primo progetto della sua “creatura”, l’associazione umanitaria Emergency, Gino Strada l’aveva aperto in Ruanda durante il genocidio.
Nel 1988 Strada aveva deciso di mettere a disposizione la sua esperienza in chirurgia di urgenza per l’assistenza dei feriti di guerra.
Negli anni seguenti e fino al 1994 aveva lavorato con la Croce Rossa Internazionale di Ginevra in diversi Paesi, tra cui Etiopia, Pakistan, Tailandia, Afghanistan, Perù, Bosnia, Gibuti, Somalia.
Quanto alla situazione pandemica, intervistato dal Fatto Quotidiano qualche mese fa, Gino Strada aveva affermato che è “meschina” la discriminazione tra Paesi poveri e ricchi di fronte ad un fenomeno globale come quello attuale e che per questo è necessario sospendere i brevetti sui vaccini anti Covid.
“Ci sono Stati africani che hanno ricevuto solo 50 fiale – ha sottolineato Strada -, mentre alcune nazioni ricche hanno comprato una quantità di dosi sufficiente a vaccinare la propria popolazione cinque volte. I brevetti cosa c’entrano? Bloccano l’aumento della produzione. Ovviamente quelli che ci sono vengono accaparrati dai Paesi più ricchi“.
“Sospendendo i brevetti – ha continuato – molte aziende in possesso del know-how e delle tecnologie potrebbero invece produrre i vaccini aumentando rapidamente la disponibilità delle i dosi”. Strada ha evidenziato quello che sta accadendo: “Le case farmaceutiche proprietarie dei brevetti oggi non sono in grado di produrre vaccini per tutti. L’unica soluzione è aprire alla possibilità che altri possano produrli, ma questo significa di fatto rinunciare ai brevetti“.
Infine ci ha riportato alla memoria il caso dell’Hiv, prima della liberalizzazione dei brevetti si producevano pochi farmaci retrovirali e a prezzi altissimi. Una situazione che, ha ricordato Strada,
“ha provocato una quantità di morti impressionante. Solo con la liberalizzazione dei farmaci i prezzi si sono abbassati e si è riusciti a controllare l’infezione. Lo stesso vale per il Covid. Se i vaccini non verranno liberalizzati temo – ha concluso- che ci saranno ancora tantissimi morti“.
Fonti: tgcom24, rainews.
Immagine in evidenza da https://commons.m.wikimedia.org/wiki/File:Gino_Strada_2010.jpg, autore Matteo Masolini, licenza generica Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 .
Pubblicato il: 13/08/2021 da Skatèna