Charlie Chaplin: “Ho perdonato errori quasi imperdonabili”
“Ho perdonato errori quasi imperdonabili” è un testo scritto da Charlie Chaplin che è un inno alla vita…
Siamo esseri imperfetti, fatti di luce ed ombra… cadiamo ma sappiamo anche rialzarci per continuare a lottare…
Ho perdonato errori quasi imperdonabili, ho provato a sostituire persone insostituibili e dimenticato persone indimenticabili.
Ho agito per impulso, sono stato deluso dalle persone che non pensavo lo potessero fare, ma anch’io ho deluso.
Ho tenuto qualcuno tra le mie braccia per proteggerlo; mi sono fatto amici per l’eternità.
Ho riso quando non era necessario, ho amato e sono stato riamato, ma sono stato anche respinto.
Sono stato amato e non ho saputo ricambiare.
Ho gridato e saltato per tante gioie, tante.
Ho vissuto d’amore e fatto promesse di eternità, ma mi sono bruciato il cuore tante volte!
Ho pianto ascoltando la musica o guardando le foto. Ho telefonato solo per ascoltare una voce.
Io sono di nuovo innamorato di un sorriso.
Ho di nuovo creduto di morire di nostalgia e… ho avuto paura di perdere qualcuno molto speciale (che ho finito per perdere)… ma sono sopravvissuto! E vivo ancora! E la vita, non mi stanca… E anche tu non dovrai stancartene.
Vivi! È veramente buono battersi con persuasione, abbracciare la vita e vivere con passione, perdere con classe e vincere osando, perchè il mondo appartiene a chi osa!
[Charles Chaplin]
Biografia di Charlie Chaplin
- Attore e regista inglese (nasce il 16 Aprile del 1889 a Londra), Charles Chaplin è stato uno dei più grandi interpreti del cinema mondiale.
Cresciuto tra estremi disagi e in condizioni finanziarie precarie, Charles e il fratello maggiore Sidney trascorsero due anni fra collegi e istituti per orfani a Lambeth. Il padre morì quando Charlie aveva dodici anni e la madre, affetta da turbe mentali, venne ricoverata in un istituto presso Croydon, dove morì nel 1928.
Queste vicende non impedirono al piccolo Chaplin di apprendere proprio dalla madre l’arte del canto e della recitazione. I primi passi sul palcoscenico li mosse assieme a lei già all’età di cinque anni.
La sua carriera artistica mosse i primi passi nel mondo del circo, dove si affermò come fantasista negli spettacoli itineranti di Fred Karno. Ben presto il giovane Chaplin divenne, insieme a Stanley Jefferson (meglio conosciuto come Stan Laurel) uno degli attori più apprezzati della compagnia.
Nel 1909 iniziarono le tournée all’estero: dapprima a Parigi e, due anni dopo, negli Stati Uniti. Proprio lì Chaplin fu notato dal produttore Mack Sennett, che nel novembre 1913 lo mise sotto contratto per la casa cinematografica Keystone e con il quale girerà le sue prime comiche. È tra il 1914 ed il 1915 che nacque Charlot, il personaggio che lo renderà celebre. La sua giacchina lisa e stretta, i pantaloni troppo larghi, le scarpe abbondanti, l’inconfondibile bombetta ed il bastone di bambù rimarranno indelebili nell’immaginario collettivo.
Regista di se stesso (ma anche sceneggiatore, musicista e produttore della maggior parte dei suoi film) Chaplin passa la sua carriera a perfezionare il suo straordinario personaggio.
Dopo aver realizzato ben 35 cortometraggi con la Keystone, nel 1918 decise di mettersi in proprio e passò alla First National, con cui fece ben dieci film (fino al 1923). Fu proprio la First National – grazie anche all’interessamento del fratello Sydney, ormai suo procuratore – ad offrirgli un ingaggio da un milione di dollari, cachet mai guadagnato prima da un attore.
Ma è del 1919 il grande passo: insieme al regista David Wark Griffith, a Mary Pickford e Douglas Fairbanks Chaplin fonda la United Artists. Da allora in poi curerà da solo ogni fase della sua produzione cinematografica, attorniato da un gruppo di fedelissimi collaboratori.
La consacrazione come star avvenne nel 1921 quando diresse e interpretò Il monello, nel quale fece debuttare il piccolo Jackie Coogan. Chaplin è ormai una star di livello mondiale. Personaggio pubblico, universalmente acclamato, affianca a una sfavillante vita pubblica un’intensa vita privata, che lo porterà al centro delle cronache rosa e non solo. Quattro matrimoni -con Mildred Harris nel 1918, con Lita Grey nel 1924, con la grande Paulette Goddard nel 1936 e infine con Oona O’Neill (figlia del grande drammaturgo) nel 1943: dieci figli (otto dalla sola Oona), numerose relazioni spesso burrascose.
Per quasi 30 anni, fino al 1952, Chaplin lavorò costantemente per la United Artists, e girò otto film, i più importanti della sua carriera. Tra questi, nel 1925, La febbre dell’oro, considerato una delle sue opere meglio riuscite.
Nonostante il sonoro si fosse ormai affermato definitivamente a Hollywood fin dal 1927, Chaplin non ne fu interessato sino alla fine degli anni 30; un particolare curioso per un artista che avrebbe enfatizzato poi con la musica i suoi migliori lavori. Girò infatti nel 1931 Luci della città, completamente muto e solo accompagnato dalla musica, e cinque anni dopo Tempi moderni, un altro capolavoro del cinema muto.
La presunta origine ebraica e le esplicite simpatie per le idee e i movimenti di sinistra lo posero sotto il controllo dell’FBI sin dal 1922, portandolo nel 1947 di fronte alla Commissione per le attività antiamericane. Così il 19 Settembre del 1952 (mentre era in viaggio per Londra), gli venne annullato il permesso di rientro negli USA. Nel 1953 i Chaplin si stabilirono in Svizzera, presso Vevey, e Chaplin rientrerà negli USA solo nel 1972 per ritirare un tardivo Oscar alla carriera.
Charles Chaplin morì a Vevey, in Svizzera, il giorno di Natale del 1977 e lì fu sepolto. Due mesi dopo la sua morte, il 3 marzo 1978, il suo corpo fu trafugato in un tentativo di estorsione ai danni dei suoi familiari. Il piano tuttavia fallì; i malviventi furono catturati ed il corpo successivamente recuperato nei pressi del lago di Ginevra. (Fonte: minimumfax)
Articolo a cura di Skatèna.
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Pubblicato il: 26/09/2021 da Skatèna