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Ciao, Libertini! il documentario per ricordare Pier Vittorio Tondelli su Sky Arte

Ciao, Libertini! il documentario per ricordare Pier Vittorio Tondelli su Sky Arte

In occasione del 30esimo anniversario dalla morte dello scrittore Pier Vittorio Tondelli (Correggio, 14 settembre 1955 – 16 dicembre 1991) Sky Arte lo celebra stasera con Ciao Libertini! Gli anni ‘80 secondo Pier Vittorio Tondelli, documentario di Stefano Pistolini presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma che prende il nome dalla sua opera prima “Altri libertini, pubblicata nel 1980. Il libro ottenne un grande successo finché il Procuratore generale dell’Aquila ordinò il suo sequestro per oscenità e oltraggio della pubblica morale. Il documentario ci racconta l’Italia degli anni ’80 attraverso la vita dello scrittore, tra ironia e sentimento,  ripercorrendo un decennio di trasformazione che ha segnato le generazioni future. Appuntamento stasera su Sky Arte alle 21.15 (replica alle 23.55) e in streaming su Now Tv.

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Scrive Stefano Pistolini nelle note di regia: “Tondelli s’identificava con la sua scrittura: raccontarlo per ricordarlo, significa leggere le sue parole, riguardarlo, riascoltare la sua voce, metterla in relazione con quelle di coloro che hanno condiviso con lui un’epoca e tante esperienze. Gli anni ’80, quelli del “tutto e subito”, appaiono adesso remoti, ingenui, capricciosi, distanti, perfino indifesi. Era giusto quel che si faceva? Si vedevano le cose nel modo giusto? Che importa, ciò che è certo è che ci siamo divertiti terribilmente“.

Il documentario si apre con Arnaldo Bagnasco che ospita Tondelli in una trasmissione Rai per presentare “Un weekend postmoderno. Cronache dagli anni ottanta” (un suo saggio del 1990). Walter Veltroni divide gli anni ’70 in due parti: la prima fino al ’76, la seconda dal ’77 fino agli anni ’80. Lo scrittore Mario Fortunato (amico e compagno di Tondelli) ha curato una selezione dei suoi scritti sugli “hot topics” del momento. Tondelli è nato a Correggio (Reggio Emilia), dove c’è un piazzale a lui intitolato. Nel documentario compaiono una serie di artisti come Roberto Freak Antoni degli Skiantos che legge “Postoristoro” da “Altri libertini” (il suo primo romanzo del 1980), la libreria del teatro di Reggio da “Nasi” era il suo luogo preferito. Freak Antoni e Tondelli avevano diverse affinità e Tondelli ha scritto anche dei testi per loro, come “Amore squilibrato” (inedito per Fabio Testoni).

Giovanni Lindo Ferretti (CCCP, CSI e PGR) ha comprato e letto “Altri libertini” perché parlava dei giovani emiliani come nessuno prima aveva fatto.

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Giovanni Lindo Ferretti (foto Darallouche)

Tondelli amava Kerouac, la discoteca Marabu non era amata dai “piccoli Kerouac” (quali si consideravano i giovani come Tondelli), che la vedevano come un tempio postmoderno della gioventù ricca. La nascita del Dams a Bologna è stata determinante per il mondo culturale dell’epoca (nel documentario compaiono anche Luigi Ontani, Umberto Eco e Andrea Pazienza). I CCCP nati a Berlino dall’incontro tra Massimo Zamboni e Lindo Ferretti cantavano le lodi del granito e del marmo in un’epoca di plastica, con gli Ustmamò hanno registrato una canzone che cita gli anni ’80 come epoca di libertà. “Carpi è la periferia di Berlino” dice Lindo Ferretti. Tondelli ha intervistato i CCCP ma ha parlato solo con Zamboni (Ferretti all’epoca lo aveva snobbato). Tra gli intervistati anche Bruno Casini (scrittore e organizzatore di eventi), all’epoca c’era l’utopia di una dimensione artistico-letteraria, la scrittura teatrale di Tondelli si sviluppava all’interno delle varie arti ed era la voce della sua generazione aperta a tutte le manifestazioni. Anche la moda lo affascinava, da ricordare anche la sua collaborazione con Rockstar (la sua rubrica “Culture Club” prendeva il nome dal gruppo di Boy George) e il superamento da lui operato del “postmoderno”.

Pao Pao” (il suo secondo romanzo del 1982) e “Altri libertini” volevano riportare su carta il linguaggio parlato, “Rimini” (1985) invece è un romanzo sulla città di notte. “Dinner Party” di Tondelli è diventato anche uno spettacolo teatrale che vinse un premio a forma di sole, che gli cadde di mano, a lui è stato intitolato lo “Spazio Tondelli” a Riccione. I confini tra Rimini e Riccione sono “Fiabilandia”, l'”Acquafan” e il “Cocoricò”. Nel 1987 Tondelli lascia Firenze e va a Milano, in casa aveva Videomusic sempre accesa, sua è stata l’idea degli scrittori Under 25 e anche la rivista Panta da lui fondata. In “Camere separate” (il suo ultimo romanzo del 1989) dà voce alla comunità omosessuale che non ha mai visto come scandalo, Tondelli ha cercato di normalizzare dei comportamenti devianti, non apparteneva ai “gay dolenti”, gli piaceva andare in giro la sera per locali, Luigi Ontani lo ricorda con la frase “Viva l’Arte, l’Eros e la Vita!“.

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Vasco Brondi (foto Darallouche)

Vasco Brondi (Le luci della centrale elettrica) paragona Tondelli a De Gregori e Battiato, e alle foto di Luigi Ghirri come effetto che hanno avuto su di lui. Nei suoi libri c’è sempre una scintilla di eternità, che va al di là dell’attualità, Tondelli ha toccato dei temi che oggi sono ancora validi. Nel film di Stefano Pistolini ci sono anche brani di gruppi di culto degli anni ’80 come Neon, Confusional Quartet, Gaznevada, The Orient Express.

Il “turning point” per Tondelli è stato l’Aids, quando scopre di essere sieropositivo fugge in Tunisia da Bologna dove si era trasferito dopo Milano, poi torna a Correggio dalla famiglia e muore lì a soli 36 anni, quando aveva in progetto di scrivere delle messe che aveva vissuto, compreso il suo funerale. Era cattolico di formazione, aveva il fascino del sacro, e dopo la malattia ha un ritorno alla fede religiosa, aveva paura di morire, quindi alla fine non è giusto parlare di “conversione” perché ha sempre pregato.

Pier Vittorio Tondelli ospite di Arnaldo Bagnasco con “Un weekend postmoderno” a Mixer Cultura su Rai2:

Pubblicato il: 16/12/2021 da Alessandro Sgritta