LA MORTE MI FA BELLO – riflessioni semiserie sul tempo che corre e sul vano tentativo degli uomini di imprigionarlo in calendari, orologi ed almanacchi
In una sera di fine novembre, uno speaker radiofonico s’interroga sul tempo che passa e sul significato che ad esso danno gli uomini.
Accompagnato da colleghi ed amici vecchi e nuovi di Radio Città Aperta, inizierà un viaggio per scoprire come mai il tiranno Crono spadroneggia nelle nostre vite, togliendoci spesso il gusto di assaporare ciò che facciamo.
Dalla spensierata Infanzia alla problematica adolescenza, non dimenticando di indagare il tempo che trascorriamo ogni giorno a lavoro e ci vede fantasticare su altri scenari possibili se solo avessimo fatto scelte diverse, lo scivolare delle lancette sul quadrante dell’orologio è un tarlo fisso che misura l’unico bene che non si può acquistare.
A guidarci in questo periglioso viaggio dove si ragiona di minuti, di sigarette per ingannare attese di autobus che non passano, di file alla posta,di serate buttate a cercare parcheggio in centro, tante testimonianze sonore: De Crescenzo, Mastandrea, Silvano Agosti, il Bianconiglio, La Grande Bellezza, Renato Pozzetto, Giacomo Leopardi, Ermanno Olmi e Seneca in un mix di parole ed esperienze di coloro che, in qualche modo, il tempo hanno provato se non a fermarlo, almeno ad assecondarlo alla propria volontà.
Per spegnere degnamente le candeline nel giorno dell’anno che più di tutti ci ricorda ciò che siamo stati, ma non ci dice chi saremo, il geriatra Orlando Vassallo e direttamente dall’Oltretomba, il dio psicopompo Anubi, lo sciacallo ammansito che ci farà commuovere con una sua poesia.
Salite sul carro di Apollo dunque, un giorno è finito ed un altro sta per nascere!
Non potete farci nulla, solo partecipare con noi nella celebrazione di padre Crono e ricordare le voci che tra poco sentirete, tra qualche anno, magari durante una partita a scacchi.