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Lawrence Ferlinghetti: “Pietà per la nazione” (alla maniera di Khalil Gibran)

Lawrence Ferlinghetti: “Pietà per la nazione” (alla maniera di Khalil Gibran)

Ho sognato | che mi erano caduti tutti i denti | ma la mia lingua sopravviveva | per raccontare la storia. Perché io sono un distillatore | di poesia. | Sono una banca del canto. | Sono una pianola | in un casinò abbandonato | sulla riva del mare | in una densa nebbia | che sta suonando ancora. (da Autobiografia, p. 161)

di Skatèna

Compie 101 anni oggi Lawrence Monsanto Ferlinghetti, il poeta, editore, libraio e pittore, maestro della Beat Generation.

Ecco una delle sue poesie, “Pietà per la nazione“: Ferlinghetti la scrisse nel 2007 in occasione del cinquantenario del libro On the road (1957) di Jack Kerouac ispirandosi ai versi del poeta libanese Khalil Gibran.

Pietà per la nazione i cui uomini sono pecore 
e i cui pastori sono guide cattive 
Pietà per la nazione i cui leader sono bugiardi 
i cui saggi sono messi a tacere 
Pietà per la nazione che non alza la propria voce 
tranne che per lodare i conquistatori 
e acclamare i prepotenti come eroi 
e che aspira a comandare il mondo 
con la forza e la tortura 
Pietà per la nazione che non conosce 
nessun’altra lingua se non la propria 
nessun’ altra cultura se non la propria 
Pietà per la nazione il cui fiato è danaro 
e che dorme il sonno di quelli 
con la pancia troppo piena 
Pietà per la nazione – oh, pietà per gli uomini 
che permettono che i propri diritti vengano erosi 
e le proprie libertà spazzate via 
Patria mia, lacrime di te 
dolce terra di libertà!

Ferlinghetti è nato il 24 marzo 1919 a Yonkers (New York). Suo padre veniva dalla Lombardia e morì prima della sua nascita, la madre era francese-ebraico-portoghese. Combatté come soldato nella Seconda Guerra Mondiale, prese parte allo sbarco in Normandia, vide Nagasaki dopo la bomba atomica, divenne pacifista. Grazie a un’iniziativa per i reduci degli Stati Uniti studiò, andò a Parigi, poi nel 1950 a San Francisco dove nel 1953 aprì la City Lights (riprendendo il titolo del film di Charlie Chaplin), prima libreria di paperback: divenne editore e nel 1955 pubblicò la sua prima raccolta, Pictures of the Gone World. Nel 1956 pubblicò il poema Howl (“Urlo”) di Allen Ginsberg che costò all’autore e a Ferlinghetti stesso il carcere e un processo con l’accusa di oscenità dalla quale vennero totalmente assolti. Nel 1958 pubblicò una delle sue raccolte più apprezzate: A Coney Island of the Mind.

 

Pubblicato il: 24/03/2020 da Skatèna