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Anche Gianluca Vialli muore dopo Sinisa, campione in campo e fuori

Anche Gianluca Vialli muore dopo Sinisa, campione in campo e fuori

articolo a cura di Massimiliano Montenz

Il 2023 si apre come si era chiuso il 2022. Dopo la morte di Sinisa Mihajlovic lo scorso 16 dicembre in seguito al peggioramento della sua leucemia, il 6 gennaio si è spento Gianluca Vialli per una recidiva del cancro al pancreas. Aveva iniziato la carriera nel Pizzighettone per poi passare alla Cremonese squadra della città che lo vide nascere il 9 luglio 1964, di seguito i suoi più importanti successi:

  • Scudetto con la Sampdoria del grande Mantovani, vince con i blucerchiati anche quattro volte la Coppa Italia, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa italiana;

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  • viene acquistato dalla Juve nel ’92, resterà in bianconero quattro stagioni. L’ultima partita giocata è la finale di Champions League, vinta a Roma contro l’Ajax. A Torino vince anche lo Scudetto nel ’95.
  • Nel ’96 si trasferisce al Chelsea, dove si troverà nel ’98 a ricoprire il ruolo di allenatore-giocatore. Si tratta dell’ultima esperienza da calciatore: vince una Coppa d’Inghilterra, una Coppa di Lega, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Uefa.

L’esperienza in Nazionale con il Gemello del gol (suo compagno alla Samp), CT Mancini lo porterà al successo dell’Europeo a Wembley (l’Italia non vinceva il campionato continentale dal 1968 !!!) . Accanto a Mancini riesce infondere alla squadra quella sicurezza e quell’equilibrio che solo i grandi uomini sanno insegnare.

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Ma di Vialli è giusto anche ricordare la sua testimonianza dal PM Guariniello durante il processo per doping alla Juventus, successivo alle denunce dell’allora allenatore della Roma, il boemo Zeman:

Bisogna evitare che il campionato diventi come il Tour. Anch’io ho ricevuto molti depliants pieni di farmaci. Farmaci che forse non provocano danni, ma – sottolineava Zeman – chi può escludere che le conseguenze per gli atleti non si manifestino a distanza di anni? Il problema è che i giocatori sono condizionati dagli interessi del momento e non si preoccupano della loro salute. E i dirigenti pensano solo a sfruttarli al massimo, senza andare troppo per il sottile“.

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Queste parole Vialli non le ha mai perdonate al Boemo, di lui disse: “Zeman è una persona molto intelligente, ma è anche un grandissimo paraculo, combatte le battaglie che gli convengono e le altre se le dimentica. Io non l’ho mai perdonato: ha gettato un’ombra sulla carriera mia e di Del Piero, e non mi ha ancora chiesto scusa“.

Di fatto in quel processo la Juve venne prosciolta ma venne anche chiusa la sezione antidoping all’Acqua Acetosa e il suo Presidente del Coni Pescante si dimise. Zeman fu mandato “in esilio” ma i dubbi delle tante morti sospette restano ancora.

Di recente ai funerali di Mihajlovic il Presidente della Lazio Lotito ha affermato: “Bisogna approfondire alcune malattie che potrebbero essere legate, ora non voglio fare l’esperto, al tipo di stress, di cure che venivano fatte all’epoca e ai trattamenti che venivano fatti sui campi sportivi“.

 

 

Pubblicato il: 08/01/2023 da Massimiliano Montenz