“Avevamo ragione noi” – verso Genova 2001 [Podcast – Intervista a Giovanni Mari, autore di “Genova, vent’anni dopo”]
di Valentino De Luca
ASCOLTA L’INTERVISTA A GIOVANNI MARI
“Genova, schiacciata sul mare, sembra cercare/Respiro al largo, verso l’orizzonte” – così cantava Francesco Guccini nella sua “Piazza Alimonda“, brano amaro che ripercorreva i tesi giorni di quel luglio 2001, quando un’intera generazione si scontrò contro la volontà dei Grandi del Mondo di accentrare saperi e poteri nelle mani di pochi.
A distanza di 20 anni quelle strade hanno lasciato un messaggio in sospeso, portato dal passo dei piedi, dal sudore e dal sangue, dalla paura e la speranza di quei ragazzi che vollero mettersi in gioco e in una caldissima estate d’inizio millennio manifestare per una globalizzazione dei diritti e delle ricchezze.
Giovanni Mari, giornalista genovese e testimone di quei giorni, nel suo “Genova, vent’anni dopo” (Ed. People) raccoglie nelle dolorose e rigorose pagine del libro proprio il messaggio di quei giorni, ripercorrendo le storie di personale speranza e fallimento collettivo di una Nazione che non sapendo programmare un evento, ascoltare una Piazza, comprendere i bisogni di una generazione, preferì reprimere nel sangue, nella cieca violenza e nella menzogna della successiva mistificazione, ogni anelito di cambiamento e tentativo di non far prevalere l’esclusivo interesse finanziario su quello collettivo.
Vent’anni dopo cosa rimane?
Per usare le parole di Mari “restano solo singole vittorie private, di chi era per quelle piazze, in quei giorni, da una parte e dall’altra dell’ingombrante e orrenda barricata: porterà sempre con sé una verità e una piaga immacolate, anche se non tutti potranno ammetterlo “.
In fondo era ciò che cantava anche Guccini, quella traccia aperta di una ferita, amara e indelebile.