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VALORI IN CORSO (REPLICA) con LUDOVICA VALORI

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Con il risarcimento all’India quello dei “Marò” è un caso chiuso? [Podcast intervista a Matteo Miavaldi]

Con il risarcimento all’India quello dei “Marò” è un caso chiuso? [Podcast intervista a Matteo Miavaldi]

di Valentino De Luca

ASCOLTA L’INTERVISTA  A  MATTEO MIAVALDI

La prima volta che mi relazionai con Matteo, giornalista ed autore de “I due Marò. Tutto quello che non vi hanno detto“,  conducevo una trasmissione che si chiamava “Luogo Comune“: ogni settimana in radio analizzavo proverbi, modi di dire e per l’appunto luoghi comuni con un ospite che mi potesse aiutare a capire quanto vi fosse del vero nello stereotipo riportato.

Erano gli anni dell’internet dei meme e “Ridateci i nostri marò“, grido di dolore della destra italiana rivolto alle autorità indiane (o al Governo Italiano?), era diventata la frase iconica per caratterizzare, in maniera ironica, una certa appartenenza politica (e forse anagrafica…).

In questi giorni però il caso dei due fucilieri di Marina Latorre e Girone è tornato agli onori delle cronache per un accordo raggiunto tra il nostro Governo e New Delhi: 1,1 milioni di euro alle famiglie dei pescatori per chiudere tutte le cause pendenti tra i due paesi derivanti dalle azioni dei militari italiani in acque indiane il 15 febbraio 2012, quando secondo le verità sinora ricostruite i due fucilieri avrebbero rivolto le armi contro due innocenti pescatori scambiati per pirati.

Accordo extragiudiziale che sana il pregresso in maniera tombale quindi?
Secondo Miavaldi, in un importante articolo sul Manifesto, i punti da chiarire rimasti in sospeso sono tanti, molti dei quali scaturiscono da un collegamento video di Girone del 2 giugno 2014, in occasione della Festa della Repubblica, quando ancora si trovava in India: “Abbiamo obbedito agli ordini. Abbiamo mantenuto una parola“.

Poche frasi che aprono un mondo di inquietanti interrogativi: quali ordini vennero dati quel giorno sull’Enrica Lexie? Che parola hanno dato i due fucilieri che hanno mantenuto nel tempo? Perchè le matricole dei fucili che hanno esploso i proiettili rinvenuti sul peschereccio non sono quelle di Latorre e Girone, ma di altri due marò  presenti sulla nave italiana?

A queste ed altre domande tenterà di rispondere un processo che probabilmente si aprirà a Roma per stabilire una verità oggettiva sui fatti del 15 febbraio di quasi 10 anni fa.

Pubblicato il: 01/07/2021 da Valentino De Luca