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Crisi climatica, crisi umanitaria, crisi alimentare: l’ “effetto domino” che in pochi valutano

Crisi climatica, crisi umanitaria, crisi alimentare: l’ “effetto domino” che in pochi valutano

Quando parliamo di emergenza climatica bisognerebbe ragionare in termini diversi: se il clima cambia, l’effetto a catena è globale, immenso e potenzialmente devastante.

di Matteo Giacchè

 

Il tema della crisi climatica, dell’emergenza ambientale, delle responsabilità o meno che l’essere umano ha nell’aver innescato tale emergenza, e della questione che esista effettivamente, una emergenza climatica, è ormai ricorrente all’interno della comunicazione mediatica e del dibattito pubblico. Che qualcosa stia succedendo, al netto dei negazionismi più o meno scientificamente plausibili, è evidente a tutti. Ma ci sono aspetti della questione che, pur di dimensioni drammaticamente macroscopiche, sembrano sfuggire all’attenzione dei più. Eppure sono fenomeni enormi, dalle conseguenze potenzialmente disastrose e che andrebbero – o meglio, che vanno – a colpire la nostra società molto da vicino.

 

Le conseguenze visibili, e quelle a cui non pensiamo

Parlando di emergenza climatica, a cosa si pensa? Al rischio idrogeologico, magari: frane, inondazioni, alluvioni. Oppure ai danni economici: coltivazioni distrutte, beni materiali devastati. Addirittura il pensiero va all’incolumità delle persone: le vittime delle conseguenze dei cambiamenti climatici ci sono, da chi muore travolto da una valanga d’acqua inattesa agli anziani o ai malati sfiancati dalle altissime temperature estive. Ma c’è altro, purtroppo: non che gli eventi citati non siano drammatici, sia chiaro. Ma – come spesso la scienza spiega – a causare i danni peggiori sono i fenomeni sistemici, vastissimi, magari lenti nel loro svilupparsi ma che coinvolgono numeri enormi di popolazione.

 

Dal clima all’emergenza umanitaria

 Come l’UNCHR – l’ Agenzia dell’ ONU per i Rifugiati – ricorda spesso, esistono alcune conseguenze dirette dei cambiamenti climatici che stanno colpendo milioni di persone, determinando una crisi umanitaria ed alimentare immensa. I cambiamenti climatici colpiscono tutti, a tutte le latitudini: ma ovviamente a subire le conseguenze peggiori sono le persone che vivono in condizioni di maggiore fragilità. E quindi chi vive in paesi economicamente deboli, o in aree del mondo dove sono in corso guerre e conflitti. Come ricorda proprio l’UNCHR, soltanto negli ultimi dieci anni l’estremizzazione degli eventi metereologici ha “creato” 21 milioni circa di sfollati in più all’anno. Oltre 200mila in dieci anni, dunque. Un numero immenso di esseri umani che sono costretti a scappare dal posto che per loro è casa per cercare – letteralmente – scampo altrove. Donne, uomini, bambini in fuga da eventi metereologici estremi e dalle conseguenze di essi. Sono numeri molto più alti – sempre secondo l’UNCHR e non solo – di quelli generati precedemente da guerre, terremoti o altri fenomeni di grandi dimensioni. Addirittura si sta venendo a creare un fenomeno “sommatorio” per cui chi fugge da una guerra è costretto a rifugiarsi in un paese devastato dalla siccità. Stiamo creando un mondo in cui chi fugge dalla violenza è costretto a vivere in luoghi inabitabili per via del clima – ha spiegato Chiara Cardoletti, Rappresentante dell’UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino. Aggiungendo un elemento in più di riflessione e preoccupazione: “L’aspetto forse più  preoccupante è che con l’intensificarsi degli impatti della crisi climatica, il divario tra i bisogni umanitari e le risorse per rispondervi si sta si sta allargando”.

 

L’insicurezza alimentare

Una delle ricadute più gravi dei cambiamenti climatici è proprio quella che coinvolge le risorse. L’innalzamento delle temperature determina siccità, la siccità determina carenza di acqua, e ciò comporta una diminuzione di terreni coltivabili. E quindi, meno cibo a disposizione. Di conseguenza i prezzi dei beni alimentari taumentano, e l’accesso al cibo diventa più difficile. E chi è che, per primo, si trova a confrontarsi con questa drammatica carenza? Chi ha la sfortuna di vivere all’interno di comunità povere o impoverite. Nel 2021, erano circa 193 milioni le persone in condizioni di grave insicurezza alimentare che necessitavano di assistenza urgente. Come ricorda l’UNCHR, è un numero mai registrato prima, un fenomeno riscontrato in ben 53 paesi del mondo e, sopratutto, con un aumento di quasi 40 milioni di persone rispetto al picco precedente, che era stato raggiunto solo un anno prima, nel 2020. Nel 2022, secondo il Rapporto Globale sulle Crisi Alimentari  ( prodotto dal Food Security Information Network e diffuso dal Global Network Against Food Crises, un’alleanza internazionale che include Nazioni Unite, Unione Europea, agenzie governative e non governative) le persone al mondo in stato di grave insicurezza alimentare erano 258 milioni, ed i paesi coinvolti 58. Purtroppo, nulla fa pensare che nel 2023 i dati potranno essere migliori, o più rassicuranti.

 

 


photo credits: https://www.pxfuel.com/en/free-photo-qfaxh

Pubblicato il: 12/08/2023 da Matteo Giacchè