Eugenio Scalfari quasi 100 anni di politica e giornalismo..
Articolo a cura di Massimiliano Montenz
Scrive Enrico Franceschini (che da trent’anni gira il mondo, fa il giornalista e lo scrittore per se stesso per noi e per la Repubblica..) .. ha cominciato così presto, e fa il direttore da così tanto, (..) , come se appunto avesse fatto sempre e soltanto il direttore. Anche perché (continua Franceschini) è come direttore che ha raggiunto la fama, e forse era quello il ruolo per cui era tagliato. Un mestiere un po’ diverso da quello del giornalista, amava dire quando lo intervistavano, perché il direttore dev’essere un po’ domatore di circo, un po’ impresario teatrale, deve intimorire, anche con la frusta quando necessario, e blandire, anche con l’ipocrisia e le rose..
Sembrerebbe il ritratto esatto di colui che nel 1963 prese le redini de l’Espresso per poi fondare nel 1976 la Repubblica. Eugenio Scalfari dunque che il 14 luglio, il giorno della presa della Bastiglia ci ha lasciato. Ha scelto, per così dire, il giorno che lui amava perché incarnava quello che era anche il suo credo liberté, égalité, fraternité .
Ma in realtà le parole di Franceschini descrivono si un direttore, ma nell’immaginario di un suo ottimo libro SCOOP che parla molto a e anche male di giornalismo, della sua cialtroneria come anche de..il più grande divertimento che puoi avere con i calzoni addosso..
Eppure mi son sembrate così adeguate al ricordo del grande Direttore, che prendere a prestito gli scritti di un giornalista del suo giornale, è la cosa più sensata che mi sento di fare. Si stanno pubblicando infatti tanti coccodrilli da parte di chi ha avuto l’onore di conoscerlo. Da parte mia e della redazione di RCA non si poteva esprimere in poche righe la vita di un importante intellettuale italiano quale è stato anche per l’invenzione di un nuovo quotidiano, la Repubblica, che dopo 100 anni metteva a repentaglio la leadership del Corsera.
C’è comunque chi ricorda che con Scalfari l’Italia perde una delle ultime grandi teste del giornalismo dopo Mario Pannunzio, Indro Montanelli, e Enzo Biagi.
Laico ma in sintonia con un Papa di sinistra (con il quale aveva uno stretto rapporto personale) tuttavia incapace di incidere (lui che era stato anche radicale prima e socialista poi) nella futura classe politica della quale oggi registriamo una grande decadenza .
In definitiva Scalfari è stato (parole di Attilio Bolzoni) il direttore che creò una borghesia giornalistica per cambiare l’Italia