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NIGHT TOYS con DARIO PIZZETTI

RCA - Radio città aperta

NIGHT TOYS con DARIO PIZZETTI

Gino Strada, rivoluzionario perchè capace di far seguire i fatti alle parole.

Gino Strada, rivoluzionario perchè capace di far seguire i fatti alle parole.

La scomparsa di Gino Strada ci ricorda come sia ancora possibile, in un paese politicamente tragicomico come l’Italia, essere in grado di far coincidere parole e fatti ed offrire un esempio concreto di coerenza e praticità. Strada voleva contribuire a costruire un mondo migliore, e ci era anche riuscito, per quel che era sua responsabilità.

di Alessio Ramaccioni

Quanti ne ha fatti diventare matti, Gino Strada, di questi personaggi di livello assolutamente mediocre che ci tocca avere alla guida di questo paese! A destra e a sinistra, nella Lega e nel PD: perchè in Italia, quando si ha a che fare con persone coerenti, tutte di un pezzo e capaci di far seguire alle parole dei fatti, tendenzialmente chi campa di sole dichiarazioni va in crisi. E’ capitato a Matteo Salvini, quando tentò di rispondere alle critiche – fondate e spiegate parola per parola – che Strada faceva alle politiche sull’immigrazione dell’allora ministro dell’Interno: di fronte a quello che Strada aveva realizzato e rappresentava, il leader leghista riuscì solo ad articolare dei balbettii sotto forma di tweet in cui sottolineava come le ong, tra cui “Emergency”, stessero “impazzendo” perchè era arrivato l’uomo di polso che smantellava la “mangiatoia” dell’immigrazione clandestina. Quando, in realtà, era forse lui ad innervosirsi: perchè prendersela con Carola Rakete, nell’immaginario collettivo tendenzialmente di destra che domina in Italia, è politicamente più semplice che attaccare Gino Strada ed Emergency. Come è complicato gestirne le critiche. E questo per il semplice motivo, che però è davvero enorme, che il chirurgo di guerra da poco scmparso è stato un uomo di una coerenza e di una linearità imbarazzanti. Si, imbarazzanti: perchè nel confronto con lui, erano in pochi a poter tenere botta basandosi su fatti, numeri e realtà. Al centro del pensiero di Strada c’era la difesa della vita umana, in assoluto. E con un occhio di riguardo a quella degli ultimi, dei poveri, degli abbandonati, di chi subiva bombardamenti in nome di pace e libertà perdendo arti e morendo a centinaia di migliaia. Questo faceva Strada: e vagli a parlare del significato “politico” del rifinanziamento delle missioni militari in Iraq ed in Afghanistan, o dei soldi spesi per l’acquisto degli F-35. O definire “politiche” delle scelte che portano ad abbandonare la gente in mare ad affogare, uomini, donne e bambini. Chiunque ci provasse veniva costantemente messo a tacere: perchè il mostrare i muscoli e bloccare in un porto per settimane sotto il sole una nave piena di poveretti disperati, malnutriti e malati per lui era esattamente quello che stiamo scrivendo, che poi è quel che è. E cioè abbandonare persone umane in una situazione di enorme sofferenza. E’ evidente che, nel confronto tra lui e la nostra classe politica, a farne le spese era sempre la seconda, che usciva ridimensionata a quella che – ahinoi – è il suo livello reale. Ed il discorso vale anche per la sinistra, ovviamente: anche se chiamare in questo modo il PD ed i suoi satelliti un pò meno al centro, che cambiano mille nomi per esser sempre la stessa cosa, e cioè stampella, ci fa venire l’orticaria. C’è chi dice che i Dem avrebbero voluto tanto poterlo candidare. Eppure lui lo disse chiaramente, parlando delle politiche da loro espresse: sono molto simili a Salvini. Lo dichiarò apertamente, c’è un video che in questi giorni gira molto che riporta quelle dichiarazioni. Ma d’altronde stiamo parlando del fondatore di una associazione umanitaria che in meno di trent’anni ha curato undici milioni di persone, la maggior parte delle quali in zone di guerra. E’ vero che lui era, e si è sempre posto, innanzitutto come un medico: e la politica è altra cosa, si potrebbe dire. Ma sono balle, a ben vedere: perchè a muovere il suo operato di medico erano delle idee, e quelle sono alla base di ogni materia umana. Anche della politica. E quando dalle idee fai nascere intenti ed azioni, e cambi realmente le cose, facendo la differenza, allora diventi esempio: di coerenza e di onestà, “quello che dico, faccio”. Come poteva la politica italiana non impazzire, di fronte ad una figura di questa portata? Ci mancherà tanto, ma grazie al suo esempio sarà un pò meno difficile continuare a far guerra alla guerra.

immagine da flickr.com

Considerazione finali a cura di Massimiliano Montenz

Nulla potrei aggiungere alla corretta analisi del collega Alessio se non il fatto che Gino Strada anteponeva alle parole i fatti. Nel XX secolo mi azzardo a dire che non abbiamo avuto un Uomo superiore a Lui. I cattolici mi perdoneranno se lo metto sul gradino più alto del podio anche a cospetto di Giovanni Paolo II. Neppure Obama ha saputo realizzare quanto ha fatto la Emergency di Gino e sua moglie Teresa. Ecco perché mentre qualcuno anche ultimamente aveva provato a dire che Gino non aveva accettato la candidatura a “commissario straordinario” alla regione Calabria, Lui aveva risposto che fatti concreti che lo volessero in quel posto non c’erano stati. Ci è mancato quindi non l’Uomo politico Strada su poltrone che fin troppo vengono occupate da politicanti di mestiere, ma magari il Presidente Strada che se avesse diretto questo paese avrebbe Lui fatto lustro all’Italia intera e non il contrario. La figlia Cecilia raggiunta in mare ha ricordato una frase che era cara al padre: ” .. la morte vince una volta sola, la vita ogni giorno.. ” Ed è vero perché la sua opera non muore con Lui ma sarà di insegnamento come lo è stata l’opera di Gandhi. Quindi forse sarebbe stato utile a capo dell’Onu o delle Nazioni Unite anche per poco.. in ogni caso infatti sono sicuro che sarebbe tornato prima possibile dai suoi malati, come fece tornando in Afghanistan dopo l’ennesimo infarto. A Moni Ovadia (che spinto da Teresa lo chiamò per dissuaderlo a partire) disse. ” I miei malati mi aspettano..” Ecco quest’ultimo ricordo in quest’epoca di Pandemia dovrebbe inorgoglire tutti quei medici che hanno dato e stanno dando tutto loro stessi e far vergognare i pochi altri (ma non troppo pochi) che si sono dimenticati cosa significhi il giuramento di Ippocrate. Te nei andato troppo presto, come tanti grandi. Ciao Gino

Pubblicato il: 15/08/2021 da Alessio Ramaccioni