Ilaria Cucchi: ispezione a sorpresa al carcere di Pesaro ove morì suicida Anas “Eneas” Zenzami
Nella giornata di ieri Ilaria Cucchi ha effettuato una ispezione a sorpresa al carcere Villa Fastiggi di Pesaro, ove moriva di #burocrazia Anas Zenzami, suicida il 25 settembre 2015, e ove nel settembre 2021 vi fu una protesta di circa 50 Agenti di Polizia Penitenziaria per ‘pessima gestione del personale e dell’istituto’, ‘pessime condizioni strutturali degli edifici’, ‘intollerabile presenza di pazienti con malattie psichiatriche che non possono essere curati nell’istituto’.
Ecco cosa ha affermato la senatrice per Alleanza Verdi e Sinistra:
“Oggi vi ho trovato una situazione che definire di emergenza è dire poco.
Proteste di detenuti ed agenti sono rimaste inascoltate.
Perdite d’acqua dagli impianti idraulici non riparate da anni. Muri devastati da umidità e muffe. Pazienti psichiatrici parcheggiati come fossero pacchi accatasti nei magazzini delle grandi imprese logistiche. Privati del diritto alla salute ed alla dignità. Tossicodipendenti abbandonati a sè stessi. Strutture funzionali e ricreative fatiscenti, per usare un’espressione benevolente.
Tutto questo di fronte ad un personale che cerca disperatamente di fare quello che può. Una sanitaria, della quale preferisco non indicare la specializzazione, mi ha abbracciata appena mi ha vista. Un abbraccio silenzioso che ha voluto dire tanto. Lo sguardo degli agenti perso tra la voglia di fare e la frustrazione dell’impotenza.
Tutta umanità inascoltata e vilipesa. Detenuti e Personale penitenziario che, nella narrazione ignorante e superficiale di qualcuno, sarebbero schierati gli uni contro gli altri. E invece non è cosi.
Partiamo da progetti di rieducazione i cui finanziamenti vengono persi perchè non utilizzati. Recarsi al lavoro per loro non è possibile se non per il buon cuore del cappellano e di qualche agente. Non sto parlando, quindi, solo di carenza di fondi, ma addirittura di mancata utilizzazione di quelli che sarebbero disponibili.
Approfondirò questi argomenti. Andrò fino in fondo.
In questi giorni la direttrice era in ferie. Peccato, perché avrei tanto voluto chiederle come si fa a rimanere indifferenti ed inerti di fronte a tutto ciò.
Avrei voluto ricordarle che i detenuti non sono carne da macello.
Che i loro permessi premio non meritano di essere sepolti tra le carte della sua scrivania. Così come la possibilità di avere contatti con i loro cari. Per fare due esempi.
Al signor Ministro delle infrastrutture che dice che le carceri vanno messe in sicurezza rispondo: venga qui signor Ministro! Venga con me che le mostro quel che si deve fare.
Le chiedo un pò del suo tempo. In fin dei conti il carcere di Pesaro è a pochi chilometri dal luogo delle sue notissime vacanze estive rivierasche“.
Pubblicato il: 03/01/2023 da Skatèna