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“Io sono Giorgia”: può un meme diventare pubblicità gratuita?

“Io sono Giorgia”: può un meme diventare pubblicità gratuita?

di Valentino De Luca

Belli i tempi in cui il remix “Io sono Giorgia” era la nostra principale discussione.
Sono passati pochi mesi eppure la scansione del tempo al tempo della Quarantena assume un passo differente.

Creato per scherzo da due Dj che, dopo aver sentito il discorso della leader di Fratelli d’Italia a Piazza San Giovanni, hanno deciso di remixarne le parole in chiave techno facendole lanciare un messaggio lgbt.

Il 19 ottobre 2019 in Piazza San Giovanni si tiene una manifestazione che è una sorta di chiamata all’unità per il centrodestra sotto il comando di Matteo Salvini.
A un certo punto la Meloni sale sul palco e tiene il suo discorso, durante il quale si occupa della famiglia tradizionale, delle questioni  di genere, del mondo LGBT e di “genitore 1 – genitore 2“.
Nella foga oratoria contro questo supposto furto d’identità da parte delle forze progressiste mondiali (incarnate a suo dire qui in Italia dal PD – Leu e via discorrendo) pronuncia la famosa frase destinata a diventare tormentone: “Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono italiana, sono cristiana. Non me lo toglierete!”

Ovazione della folla, complimenti degli altri leader e la manifestazione che si va a concludere tra inni e tricolori.

Pochi giorni dopo però il collettivo Mem&J ha colto la palla al balzo per creare una delle loro rivisitazioni techno trash di un personaggio famoso alle cronache del momento (ad esempio in queste ore vanno forte i discorsi di Conte oppure l’urlo ai balconi “Ce la faremo“) e così mezza Italia si è scoperta a ballare nelle discoteche, canticchiare in macchina o condividere sui social la versione più pop dell’ex Ministra per la Gioventù.

Con la viralità della canzone però, più di un commentatore si è interrogato se, al netto della volontà di presa in giro e di ribaltamento del messaggio originale di Piazza San Giovanni in chiave arcobaleno, non vi fosse il rischio di aver creato una involontaria “operazione simpatia” in favore della Meloni.

Per fugare ogni dubbio e cercare di capire se rendere virale un personaggio che, dal proprio punto di vista, si reputa negativo sia in realtà un boomerang poichè produce l’effetto contrario ovvero quello di farlo conoscere anche a chi prima ne ignorava quasi l’esistenza o le azioni ho invitato il Prof. Davide Bennato, docente di Sociologia dei Media Digitali all’Università di Catania.

 

Pubblicato il: 11/04/2020 da Valentino De Luca