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La Grande Distribuzione qui non c’entra un “cavolo”: spieghiamo per bene il fenomeno “Orti Urbani” [intervista a Fabio Ecca di Vivere In]

La Grande Distribuzione qui non c’entra un “cavolo”: spieghiamo per bene il fenomeno “Orti Urbani” [intervista a Fabio Ecca di Vivere In]

Ha fatto molto scalpore il servizio di Presa Diretta in cui si analizzavano i meccanismi dell GDO (Grande Distribuzione Organizzata) mettendo a nudo le diseguaglianze all’interno della filiera (a partire dalla forza lavoro bracciante fino ai piccoli produttori)  che assicura i prodotti negli scaffali, di solito rappresentati dal viaggio che compie il pomodoro dalla terra fino alla bottiglia di sugo che arricchisce le nostre pastasciutte.

Con una filosofia totalmente diversa, per valorizzare il territorio, strappare parti di città all’incuria ed al degrado, avvicinare la cittadinanza alle tematiche ambientali ed avere a disposizione tanta buona frutta e verdura fresca sono nati in tutta Italia gli Orti Urbani, associazioni di cittadini che coltivando parti di verde pubblico promuovono la socialità nei quartieri e difendono i principi della piccola coltivazione biologica e del mangiar sano.

Non sempre la collaborazione con le amministrazioni comunali è stata semplice, ma quella degli Orti Urbani è oramai una realtà che conta centinaia di Associazioni in tutto lo Stivale, anche perchè promulgando i principi dell’inclusione, del contrasto ai rifiuti e all’inquinamento ambientale, combattendo la solitudine e l’isolamento che spesso reclude i cittadini e le fasce più deboli all’interno delle proprie abitazioni, gli Orti fanno una vera e propria attività sociale ed aiutano a rendere più umane le nostre città.

Per conoscere meglio questo interessante esperimento e saperne di più, ho intervistato Fabio Ecca, della Onlus Vivere In di Roma, che ci ha parlato della sua esperienza.

Pubblicato il: 18/10/2020 da Valentino De Luca