Manifesto di Ventotene: l’ennesima manovra di distrazione del governo
La Presidente del Consiglio attacca il Manifesto di Ventotene per spostare l’attenzione dall’operato del
governo, e media e politica cadono di nuovo nel tranello della distrazione.
di Eugenio Fofi
La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è andata questo mercoledì 19 marzo alla Camera dei Deputati per rispondere alle domande dei parlamentari italiani riguardo la posizione che il governo e la Presidente porteranno in sede UE in vista del prossimo Consiglio Europeo.
Nel suo discorso, la Presidente ha risposto sui temi di difesa del Made in Italy, sull’approvazione del progetto Euro Digitale, sul tema Albania, sul mercato energetico europeo, sulle guerre in Ucraina e a Gaza, e sulla posizione del governo sugli 800miliardi di spesa per il Rearm Europe (poi diventato “Prontezza 2030”. ndr). Ma è stata la chiusura che ha spostato l’attenzione di tutta la Camera, prima, e di tutti i media, poi. Meloni ha, infatti, deciso di concludere estrapolando e decontestualizzando frasi del Manifesto di Ventotene, ribaltandone i significati.
Dal quel momento, sembra che la politica italiana, e il dibattito mediale su di essa si sia stagnato. Non una novità per il governo Meloni. Sin dai primi mesi del governo, infatti, c’è sempre una news ridicola o penosa di cui media e Parlamento parlano incessantemente, fino a quella successiva.
Pensiamo alle gaffe, come Lollobrigida che sostiene che chiunque possa fermare un treno, all’ignoranza, come Lollobrigida che ammette di essere ignorante sul significato di sostituzione etnica, alla mistificazione di La Russa che sostiene che il battaglione colpito dalla Resistenza in via Rasella, fosse composto da vecchi di una banda, o all’insensibilità di Piantedosi che parla di carico residuale riguardo i migranti in mare.
La lista potrebbe continuare, ma l’impressione è che si parli di tutto pur di spostare l’attenzione dal vero operato del governo. Inoltre, con 2 anni di questa routine, la sensazione è che la distrazione non sia fortuita, ma voluta. Voluta per distogliere lo sguardo e l’attenzione da quello che il governo ha fatto o non ha fatto. Con la finalità di accontentare tutti, mantenendo lo status quo elettorale.
Basti pensare ai 20 condoni fiscali fatti in 2 anni, agli extraprofitti di banche e società energetiche o alle continue restrizioni dell’azione investigativa e giudiziaria. Non sono state azzerate le accise sui carburanti, non sono diminuite le bollette e non sono aumentati gli stipendi, in aggiunta all’inutile e dispendiosa lotta all’immigrazione con annessa deportazione in Albania, i continui tentativi di riduzione dei diritti per le coppie omogenitoriali o i decreti spot come Rave e Cutro.
Ma anche sul piano internazionale la politica del governo sembra essere quella di voler accontentare tutti, dando un colpo al cerchio un colpo alla botte a seconda di chi sia, o sembra essere, la posizione dominante. Si pensi alle dichiarazioni sulla vittoria dell’Ucraina, fortemente sostenuta dal governo solo fino alla vittoria di Trump o alla posizione sul riarmo dell’Europa, accettato dalla forza di governo che ha sostenuto che la pacchia per l’Unione fosse finita.