Mondiali Qatar 2022: all’IRAN il primo Match ..!
a cura della redazione RCA, Massimiliano Montenz
Il Campionato Mondiale di Calcio 2022 è iniziato da un paio di giorni. Una delle manifestazioni sportive più chiaccherate della Storia (ma non l’unica, ricordiamo i Mondiali nell’Argentina dei Desaparecidos del 1978 sempre per restare in ambito calcistico) e forse quello che ci resterà più indigesto anche per la mancata partecipazione della nazionale del CT Mancini (l’Italia per intenderci), ma questa è un’altra storia.
Mentre scriviamo l’Arabia Saudita ha clamorosamente battuto l’Argentina di Messi, questo dopo il deludente esordio dei qatarioti padroni di casa (sconfitti 0 a 2 contro l’Ecuador). Ma ieri l’attenzione si è spostata verso la prima partita vera che non ha deluso le aspettative. Inghilterra-Iran (finita 6 a 2 per gli uomini di sua maestà Re Carlo) era attesa proprio per tutta l’ansia che aveva caratterizzato la vigilia. Lo stesso Infantino (presidente Fifa) nella cerimonia inaugurale aveva destato sorpresa per le sue parole sconclusionate che avrebbero voluto gettare acqua sul fuoco. Una conferenza intrisa di retorica scrivono oggi alcune testate (“Oggi mi sento gay, arabo, lavoratore migrante” ecc.), di benaltrismo (“E allora i migranti che muoiono in Europa?”) e di terzomondismo d’occasione (“Chi siamo noi europei per dare lezioni di morale?”).
I giocatori dell’Iran hanno sciolto quest’attesa. Mentre una parte del nostro Mondo gridava all’ipocrisia di questi mondiali giocati realmente in uno dei più ricchi e illiberali paesi (già troppo definirlo così il Qatar) di questo pianeta, gli atleti iraniani del futbol, prima del fischio di inizio del loro mondiale, non cantavano l’inno del loro paese. Non prendevano parte all’ennesima ipocrisia di parteggiare per una nazione (questa si con una Storia alle spalle con la “S” maiuscola) che ha assassinato Mahsa Amini la ventiduenne morta dopo essere stata arrestata dalla polizia morale di Teheran per aver indossato il velo islamico in modo scorretto. Anche il loro allenatore Carlos Queiroz, ha affermato che i giocatori possono protestare se vogliono, la squadra appartiene al popolo non al regime
Il gesto del coraggio, come viene definito su FanPage, resterà dunque nella storia e forse confermerà una volta per tutte, che i sistemi illiberali non vanno appoggiati, non vanno foraggiati, con essi non si devono concludere affari meschini (con l’Egitto che ancora oggi ostacola il percorso della giustizia per arrivare alla verità su Regeni continuiamo ad essere partner commerciali) .
Ma non sta neppure a noi occidentali salvare questi popoli dai loro mali (noi ne abbiamo di nostri). Ma avere fiducia nel fatto che la Libertà e il Rispetto dei Diritti Umani – prima ancora che la democrazia – maturino e attecchiscano dall’interno.
Non sarà quindi l’ultimo mondiale nato anche sul sangue (quello degli immigranti stranieri morti a migliaia per costruire stadi che resteranno cattedrali nel deserto), ma forse sarà il primo a determinare impulsi di cambiamento ormai irrefrenabili anche in quelle società in cui sono all’approvazione proposte di legge che dettano alle donne: Tu dovrai partorire. Attacchi ai diritti sessuali e riproduttivi delle donne in Iran, come denuncia un rapporto di Amnesty International..
Pubblicato il: 22/11/2022 da Massimiliano Montenz