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Morti di pacchia: intervista a Bianca Stancanelli sul caso Soumaila Sacko

Morti di pacchia: intervista a Bianca Stancanelli sul caso Soumaila Sacko

di Valentino De Luca

Il 2 giugno 2018, nello stessa nazione, solo a qualche centinaio di Km di distanza veniva declinato il concetto di pacchia.
Pacchia, dal verbo ormai desueto pacchiare, significa: “mangiare con ingordigia”, abbuffarsi, ed in senso figurato, è sinonimo di vita comoda, vita facile e senza preoccupazioni o fatiche, cuccagna, bengodi.

A Vicenza, per la festa della Repubblica, l’allora neo ministro Salvini durante un discorso utilizza questo termine rivolgendolo ai migranti: “Per gli immigrati clandestini la pacchia è finita“.
A 800 km a sud, nella Piana di Gioia Tauro, il sindacalista di base Soumaila Sacko sta andando con 2 compagni a raccogliere dei pezzi di lamiera in una fornace abbandonata.
Servono per costruire qualche baracca nella tendopoli di San Ferdinando, non per lui, bensì per qualche disperato che può averne bisogno: nelle baraccopoli sorte a ridosso dei campi di coltivazione del pomodoro ogni tanto qualche ricovero di fortuna prende fuoco e con lui il povero ospite.

Ecco che Soumaila, entrato nel manufatto deserto e in rovina, per far godere meglio la “pacchia” a qualche suo fratello senza un tetto inizia a rovistare tra le macerie per vedere se c’è quello che fa al caso suo.
Improvvisamente viene raggiunto da una pallottola calibro 12 alla testa.

E’ un attimo e le pallottole volano su di lui ed i compagni che tentano di soccorrerlo.
Morirà più tardi nell’ospedale di Reggio Calabria.


Il libro della scrittrice Bianca Stancanelli parte dal terribile fatto di cronaca di quel giorno per ripercorrere la storia di Soumaila e vedere quanta pacchia abbia goduto il giovane migrante che, partito da una terra amara che non gli offriva nulla (anche per colpa dei cambiamenti climatici causati dalla civiltà industriale) ha attraversato il deserto, il mare, gli stenti, la fatica, la privazione di cibo e sonno per avere un lavoro onesto di cui vivere.

E finire nel verbale delle forze dell’Ordine annotato come  presunto ladro di lamiere.

 

Pubblicato il: 06/04/2020 da Valentino De Luca