Siamo pronti per il reddito di cittadinanza?
di Valentino De Luca
Ci siamo.
Dopo aver superato lo scoglio della legge di bilancio e d aver trovato i soldi per la copertura finanziaria, il reddito di cittadinanza voluto dai 5 Stelle sarà finalmente realtà.
Ma come funziona nella pratica?
E’ probabile che parta tra marzo ed aprile del prossimo anno e consisterà in un accredito mensile di € 780 direttamente su una card che a mò di bancomat consentirà ai beneficiari di comprare beni e servizi, purchè in regola con lo spirito di dignità e sostentamento (insomma, niente Unieuro).
Andrà speso me se per mese, dunque niente accumulo e verrà erogato parallelamente all’iscrizione del soggetto a delle liste apposite nei Centri per l’Impiego, i quali dovranno offrirgli, durante il periodo di erogazione, fino a un massimo di 3 offerte di lavoro “congrue”.
Al terzo rifiuto dell’offerta di lavoro, il soggetto perde il reddito di cittadinanza.
Si beneficia dei 780 € pieni se si ha un Isee familiare inferiore ai € 9.360 annui e se non si ha una casa di proprietà nè nessun altra forma di sostentamento al reddito.
In caso contrario l’importo dell’assegno mensile cala di molto, anche sotto la metà.
Ma i Centri per l’Impiego sono pronti, con i loro quasi 7 mila dipendenti, a gestire milioni di domande e formulare fino a 3 offerte di lavoro per ciascun soggetto?
Cosa vuol dire esattamente “offerta congrua”?
Non si rischia di creare solo una enorme lista di disoccupati non spendibile sul mercato in quanto poco specializzata per le attuali richieste?
Ne parliamo con Luigi Oliveri, dirigente di Veneto Lavoro ed esperto in materia di personale e pubblica amministrazione.
Pubblicato il: 14/10/2018 da Redazione Radio Città Aperta