Certo è che Qassem Soleimani – che comandava dal 1998 le forze Quds, cioè le unità speciali delle guardie rivoluzionarie iraniane – era diventato una figura leggendaria. E’ stato responsabile di tutte le operazioni all’estero di Teheran e punto di riferimento strategico degli ayatollah. L’uomo che ha ridisegnato gli scenari geopolitici del Medio Oriente in favore dell’Iran. Tanto che l’ex agente Cia John Maguire lo aveva definito “la persona operativa più potente in Medio Oriente“.
Il generale era ritenuto assai affidabile dall’Amministrazione americana, tanto da accreditarsi come il punto di riferimento Usa nella lotta ai Talebani afgani.
Ma dopo la caduta delle Torri gemelle e l’inserimento dell’Iran, da parte di George W. Bush, nel cosiddetto “asse del male” le carte in tavola erano decisamente cambiate.
E il Presidente Trump – che ha annunciato nuove sanzioni all’Iran – giustifica l’uccisione del generale sentenziando che era il maggiore terrorista mondiale, con le mani sporche del sangue dei soldati americani e iracheni.
Si teme un escalation che posso coinvolgere anche il vicino Israele anche se il Ministro degli esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, butta acqua sul fuoco pur confermando che l’attacco missilistico contro le basi Usa in Iraq è da considerarsi misura proporzionata di autodifesa.
L’Europa come al solito resta a guardare, senza una politica condivisa, l’UE registrerà sempre pareri ininfluenti e spesso contraddittori per interessi di parte non sempre coincidenti.