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ROMACV.LIVE DE 23/04/2022

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Nel 1456 Alvise Cadamosto, navigatore veneziano, scoprì alcune delle isole di Capo Verde.[9][10] Nello stesso anno, Antonio Bartolomeo da NoliVicente Dias e Diogo Gomes, navigatori nolesi e portoghesi al servizio del Portogallo, sbarcarono nelle isole, descrivendole ufficialmente come terre disabitate.[11][12] Nel corso del suo terzo viaggio transoceanico del 1498, Cristoforo Colombo sbarcò nelle isole, più precisamente a Boa Vista, scrivendo nel suo giornale: “Hanno un nome ingannatore perché sono alquanto aride e io non vidi in esse alcunché di verde”. Vi trovò soltanto capre selvatiche, grandi testuggini e lebbrosi.[13][14]

Valutando i venti dominanti e le correnti oceaniche nella regione, si può supporre che le isole possano anche essere state visitate da pescatori wolofsérèr o anche lebu, tribù stanziali della costa della Guinea.[15] La tradizione suggerisce inoltre la visita degli arabi o dei fenici secoli prima dell’arrivo degli europei.[16] L’esploratore portoghese Jaime Cortesão narrò la storia della visita degli arabi ad un’isola chiamata “Aulil” o “Ulil” (forse Sal), dove veniva estratto il sale da saline naturali.[17]

Piccolo stemma coloniale di Capo Verde dal 1935 al 1975

Nel 1462 sull’isola di São Tiago fu fondata Ribeira Grande, ora Cidade Velha.[18] Capo Verde era anche una base perfetta per lo scalo delle navi in viaggio tra l’Europa e l’America e diventò perciò un centro molto importante per il commercio degli schiavi africani.[19][20][21]

Nel 1747 l’arcipelago venne colpito dal primo periodo storicamente registrato di crisi per la siccità e la fame, al quale il governo portoghese rimase impassibile, non inviando alcun aiuto.[22] Il declino della tratta degli schiavi segnò inoltre un’altra battuta d’arresto per l’economia, portando nel XIX secolo ad una massiccia emigrazione degli abitanti di Capo Verde verso il New England degli Stati Uniti.[22][23] I primi capoverdiani arrivati negli Stati Uniti erano uomini reclutati dalle baleniere sull’isola di Brava.[24]

Negli anni ’30, ’40 e ’50 si formò il primo movimento nazionalistico, che usò come mezzo politico un quotidiano, il Claridade.[25][26] Il 5 luglio 1975 Capo Verde ottenne l’indipendenza dal Portogallo, con presidente Aristides Maria Pereira, primo ministro Pedro Pires e presidente dell’assemblea nazionale popolare Abílio Duarte.[27][28][29] Il 16 settembre 1975 venne ammesso tra i membri delle Nazioni Unite.[30] Il Partito Africano per l’Indipendenza della Guinea e di Capo Verde (PAIGC) prese il potere sia nella Guinea-Bissau sia a Capo Verde.[27] In entrambi i paesi si discusse sull’opportunità di un’unificazione sino al 1980, quando nella Guinea-Bissau vi fu un colpo di stato.[27]

I capoverdiani abbandonarono il PAIGC che, all’inizio del novembre 1980, cambiò nome in “Partido Africano para a Indipendência de Cabo Verde” (PAICV).[31] In quegli anni fu avviata una forte collaborazione con la Cinal’URSSCuba e altri paesi del blocco sovietico, senza però rompere i legami con gli Stati Uniti e la Francia.[32][33] A causa del monopartitismo iniziarono delle proteste popolari e nel 1990 l’Assembleia Nacional Popular diede inizio alla revisione della costituzione. Il 28 settembre 1990 venne revocato l’articolo 4 della costituzione nazionale che sanciva il monopartitismo: “Il PAICV è il partito politico e forza dominante della Repubblica di Capo Verde”.[34]

Stemma di Capo Verde dal 1975 al 1992

Le prime elezioni e gli anni 2000[modifica | modifica wikitesto]

Le prime elezioni si tennero il 13 gennaio 1991; ad esse concorsero sia il PAICV che il nuovo partito MpD.[35] Vinse l’MpD, partito che resterà al potere fino al 2001. In questi dieci anni si privatizzarono numerose imprese nazionali, come l’Enacol e la Electra.[35] Dal 1995 al 1997 esplose un’epidemia di colera con 13.000 casi e 240 morti (soprattutto nella capitale Praia);[36][37] nel 1997 un periodo di siccità distrusse più dell’80% dei raccolti, oltre ad esservi un’invasione di locuste.[38] In questi anni la musica capoverdiana acquistò una certa influenza sulla scena internazionale, grazie alla diffusione dei ritmi popolari come Zouk e Kizomba.[39]

Nel giugno del 2002 il governo fu costretto a chiedere aiuto al World Food Programme delle Nazioni Unite a causa della drammatica scarsità dei raccolti.[40] Nel giugno del 2007 il paese uscì dalla lista dei Paesi meno sviluppati stilata dall’ONU; fu il secondo paese dei 50 elencati a riuscire ad uscire da questa lista, dopo il Botswana nel 1994. Il partito vincitore delle elezioni del 20 marzo 2016 risultò l’MpD, che si aggiudicò sia la presidenza che il ruolo di primo ministro, oltre a 14 delle 16 contee del paese.

Geografia

Pubblicato il: 21/04/2022 da Marisia Lopes Costa