Sport e attivismo a Valori in Corso: Davide Tommasin e la pedalata per il Tigray e Daniele Poma con “Estremi difensori”
Nella nuova puntata di Valori in Corso venerdì 23 settembre in diretta dalle 12 con Ludovica Valori in apertura riparliamo della difficile situazione in Tigray con il blogger e attivista Davide Tommasin che ha appena organizzato una pedalata di solidarietà con la martoriata regione dell’Etiopia.
Dal suo blog: Il Tigray ed i suoi quasi 7 milioni di persone sono state prese di mezzo ad una guerra genocida a partire dal 4 novembre 2020. Guerra nel totale blackout elettrico e comunicativo. Guerra ancora oggi dimenticata soprattutto in Italia.
Tigray, regione settentrionale dell’Etiopia: confina con l’Eritrea, il Sudan e a livello interno con le regioni Amhara ed Afar. Anche queste due regioni a causa della guerra sono state intaccate. Ad oggi le stime dei partner umanitari dell’ONU parlano di 13 milioni di persone in tutto il nord Etiopia ad essere dipendenti dal supporto umanitario. La discriminante è che il Tigray è assediato e confinato e l’accesso umanitario, come i servizi di base bloccati, sono stati politicizzati: moneta di scambio e ricatto del governo centrale per avviare i negoziati di pace in cambio di un cessate il fuoco. Peccato che i servizi di base, elettricità, infrastrutture di comunicazione (telefono e internet), conti bancari e carburante sono beni essenziali per la sopravvivenza di milioni di persone. Non possono essere un ricatto perché, come riferito dall’ex direttore dell’ HRW – Human Rights Watch è un abuso del diritto umanitario internazionale.
A seguire Daniele Poma – portiere da 33 dei suoi 38 anni, collaboratore di sportpopolare.it, allenatore e giocatore in società di calcio popolare della Capitale – presenta il suo nuovo libro Estremi difensori – Storie ribelli di portieri di calcio (Momo edizioni, 2022) con i disegni di Francesco Cerasi, una imperdibile raccolta di storie legate a personaggi mitici del mondo del pallone: “Uomini e donne unici, eccentrici, anti-eroi odiati, amati, disprezzati, esaltati, esorcizzati e come tali cristallizzati, nel bene e nel male, nell’immaginario popolare, per sempre”.
15 biografie di portieri di calcio per raccontare una delle figure sportive più romantiche, ribelli e letterarie dello sport. Eternamente in lotta fra affermazione e caduta, tra esaltazione e solitudine, il portiere di calcio – unico giocatore a poter usare le mani e unico con la maglia differente – e anche il primo, come diceva Eduardo Galeano, ad andare incontro al boia.
«Fenomeno o cialtrone? Pazzo o freddo calcolatore? Giocatore triste o clown? Stile moderno o «come una volta»? L’altezza è fondamentale, o no? Ci poteva arrivare, o no? È colpa sua o non c’entra niente? Poteva uscire o era meglio se restava in porta? Sono queste alcune delle dicotomie in cui si può cadere quando si commenta un portiere di calcio: quel giocatore strano, estraneo al gioco, che usa le mani, che parla solo, che è vestito diverso, un unicum, un ossimoro sportivo, capace di far assurgere a suo boia qualunque tifoso di ogni sperduta città e paese di questo mondo. È un capro espiatorio – è il signor Malaussène del rettangolo verde – è un divo, è un sacrificato e sì, il portiere è la vittima designata nell’attività più trascendente del pianeta, il gioco del calcio.
VALORI IN CORSO con Ludovica Valori
Ogni venerdì dalle 12 alle 14 e in replica il giovedì alle 12
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