MICHELE LUCHES
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Michele Luches conduce Mind the Gap
quella volta che ero in onda in diretta e, dopo aver passato “The Man Who Sold The World” di David Bowie, ricevo una telefonata da un ascoltatore, che mi dice: “Bella questa cover dei Nirvana, non sapevo che l’avesse fatta pure Bowie”…
1) Che cos’è per te la Radio e cosa rappresenta Radio Città Aperta?
La radio è la cosa che faccio da più di metà della mia vita, ed è un modo per sentirmi – e quando vado in onda per far sentire chi ascolta – “in un posto altro”: in una canzone, “Imagination” dei Sad Lovers And Giants.
Radio Città Aperta è il posto che considero la mia “casa” dopo un lungo girovagare nell’etere.
2) Racconta la tua trasmissione
Mind the Gap è un format che propone sonorità dagli anni Sessanta a oggi, con una predilezione per le sonorità post-punk, new wave e punk, ma dove trovano spazio i più svariati generi, dallo shoegaze al folk, dall’elettronica al progressive, dal rock storico ai cantautori, dalla psichedelia ai nuovi gruppi italiani.
3) La cosa più bella che ricordi da quando trasmetti?
In più di trent’anni che faccio radio, è difficile raccontare un episodio particolare. Ne cito due, tra gli infiniti che potrei ricordare: concerto dei New Model Army al Cinema Astra di Roma (luogo che non esiste più da anni), un ascoltatore mi dice: “È un piacere conoscerti, ci tenevo a ringraziarti personalmente, perché stasera sono qui grazie a te, che passi spesso questo gruppo, di cui mi sono follemente innamorato”; e poi, quella volta che ero in onda in diretta e, dopo aver passato “The Man Who Sold The World” di David Bowie, ricevo una telefonata da un ascoltatore, che mi dice: “Bella questa cover dei Nirvana, non sapevo che l’avesse fatta pure Bowie”…
4) Devi comunicare con gli alieni per convincerli a venire sulla Terra. Che cosa diresti al microfono e che brano passeresti?
Direi loro che da parte mia sarebbero i benvenuti, ma li avvertirei che la Terra non è il miglior mondo possibile, e per farglielo capire passerei “No One Wants An Alien” dei Wipers, dove l’alieno della canzone non viene neppure da altri mondi, ma da questo.