23 aprile 1976: esce il primo album dei Ramones
Beat on the brat
Beat on the brat
Beat on the brat
with a baseball bat
Oh yeah, oh yeah, uh-oh.
Il 23 aprile 1976 fu pubblicato dalla Sire Records “Ramones”, il primo album del gruppo punk rock statunitense Ramones.
La registrazione dell’album venne effettuata ai Plaza Sound Studios molto in fretta (in 17 giorni) con un budget molto basso (6.400 dollari), alla stregua dei primi lavori di band come i Beatles ed i Cream, cioè con la chitarra su un canale ed il basso sull’altro, mentre la batteria venne registrata su entrambi i canali. Il risultato? Una bomba di grezzo ed autentico punk rock, così come deve essere, senza fronzoli, veloce, diretto e anche divertente.
Nella foto di copertina, realizzata da Roberta Bayley, i membri del gruppo sono appoggiati ad un muro scalcinato, poco distante dall’ingresso dello storico club di New York CBGB’s, ed indossano jeans sdruciti e strappati al ginocchio, scarpe da ginnastica consunte, chiodi e portano tutti quanti i capelli lunghi (Johnny e Dee Dee a caschetto), in uno strano miscuglio di stili tra il punk e il metallaro che influenzerà i fan del gruppo e non solo.
Quando ascoltai per la prima volta il disco, me ne innamorai all’istante. Quel giro di basso e chitarra e quella voce che scandiva Hey Ho Let’s Go mi folgorarono. E ricordo anche che il primo giorno del corso di radiofonia a Radio Città Aperta, quando Giovanni ci mise davanti agli occhi una serie di CD da scegliere, tra cui quello di cui qui si tratta, non esitai a scegliere “Ramones”. Il disco dura meno di 29 minuti: 14 canzoni, di cui la più lunga tocca i 2 minuti e 40 secondi (“I don’t wanna go down to the basement”), la più breve si ferma a 1 minuto e 32 secondi (“Judy is a punk”). Ai quattro newyorchesi che scelsero il loro nome rispolverando un vecchio pseudonimo di Paul McCartney (Paul Ramon), va il merito non solo dell’aver riportato alla ribalta l’allegra spensieratezza della surf music dei Beach Boys, ma anche dell’aver ripulito la scena musicale dell’epoca dagli eccessi che erano stati propri del glam, riproponendo la formula pura e semplice della rock band, fatta di basso chitarra batteria e voce.
Vi dó appuntamento al prossimo articolo con la mia preferita di tutto l’album: