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25 classici della BONZAI RECORDS, la storica label belga di musica elettronica degli anni Novanta

25 classici della BONZAI RECORDS, la storica label belga di musica elettronica degli anni Novanta

Vi presento la Bonzai Records, etichetta belga di musica elettronica (nello specifico di Hardcore, Techno, Trance, Hard Trance e Progressive), fondata nel 1992 da DJ Fly (Christian Pieters), Yves Deruyter e Franky Jones (Frank Sels) nel negozio di dischi “The Blitz” a Deurne, alle porte di Anversa.

Il negozio di dischi “The Blitz” a Deurne, alle porte di Anversa, negli anni 1994/95.

La Bonzai è un’ex sublabel della Lightning Records: quest’ultima nel 2003 fallì, per cui Dj Fly & Co. diedero vita alla Banshee Worx. La Bonzai allora cambiò il suo nome in Bonzai Music.

Nonostante il proclamato intento di restare fedeli allo spirito degli esordi, da quando è stata fondata la Banshee Work nel 2003 si è avuto un cambio di direzione musicale, passando “from Trance over Progressive Trance to Progressive House“.

Nel 2014, la Bonzai Progressive ha prodotto Progressive House, Tech House, Deep House, Techno e Chill Out sotto varie sublabels: Bonzai Progressive, Bonzai Basiks, Eyepatch, Bonzai Elemental, Green Martian, Progrez, Piston Recordings, Monog Records and Sounds R Us Recordings.

Fly

Dj Fly (Christian Pieters)

Sul web ho scovato un’interessantissima intervista a Dj Fly, il quale iniziò a fare il DJ già a partire dagli anni ’80 prendendo parte, durante la sua carriera, a prestigiosi festival come il MayDay, la Love Parade, la Street Parade, il Future Shock, Mysteryland, Dance Valley e Tribal Gathering, e mettendosi ai comandi delle consolle di circa 500 club, tra cui l’E-Werk di Berlino, il Technoclub di Francoforte e il Cocoricò di Riccione.

Dall’intervista a Dj Fly ho estrapolato quanto segue:

  • Bonzai Records nasce nel 1992: come iniziò quella straordinaria avventura?
    Nel 1990 apro un negozio di dischi specializzato per DJ, il Blitz, frequentato da Yves Deruyter, CJ Bolland, Franky Jones, Bountyhunter, DJ Ghost e molti altri. Confrontarmi quotidianamente con loro mi fece venire l’idea di allestire un piccolo studio di registrazione nel retro dello stesso negozio. Il nome Bonzai fu partorito dalla mia immaginazione e fantasia e poi, con l’aiuto di un amico grafico professionista, Alec, misi a punto il logo.
  • Il piccolo studio nel retrobottega di cui parli era forse il The Cockpit?
    Si, esattamente, quello fu il primo studio realizzato nel retro del negozio. Circa un anno più tardi approntammo un secondo studio, il The Basement, che come si può facilmente immaginare dal nome era in un seminterrato, per poi passare, dopo un altro anno ancora, al The Vault, allestito in un enorme caveau lasciato in disuso da una banca che si era trasferita altrove. Col passar del tempo prendemmo in fitto un intero stabile per collocare gli uffici, gli studi e il negozio di dischi. Sembrava un alveare, ogni stanza era riservata ad un uso specifico. Destinavamo un budget annuale allo studio, pertanto implementavamo con frequenza il parco strumenti con le novità che il mercato metteva a disposizione. Non mancavano le classiche Roland (le varie TR e la TB-303, gli Jupiter, i JP), poi i Korg analogici, i Nord Lead, gli E-Mu, gli Oberheim … oltre ad un immenso banco mixer Allen & Heath e molto altro. Alcuni dei giovani artisti oggi attivi su Bonzai adoperano esattamente quegli strumenti recuperati dal nostro deposito.

A firmare la prima uscita per la Bonzai è stato Dj Fly assieme alla Queen of Terror Liza ‘N Eliaz, ex musicista electro/industrial innamorata della gabber, che ha prodotto tracce col nome di Stockhousen (per esempio con la Bonzai è uscita la traccia A Fox May Hunt Too) e vanta varie collaborazioni con Dj Dano, Laurent Ho e The Prophet.

La release si intitola E-mission, sotto il nome di Stockhausen: sono poco piu’ di 6 minuti di hardstomps e bassi aspiratutto.

Ma andiamo dritti al sodo della musica che voglio farvi ascoltare: a me interessa, come diceva qualcuno, quello che è stato “il periodo magico per i dischi dalla copertina verde, periodo in cui ogni colpo arrivava al bersaglio, soprattutto nei Paesi Bassi, in Germania, Svizzera e Italia, dove la Bonzai ha stretto un patto d’acciaio con la progressive” (cit.).

La tracklist che propongo alle vostre orecchie è prettamente “oldschool”, ed include dischi registrati unicamente sotto etichetta Bonzai Records, quindi non sono incluse le varie sublabels di cui comunque la Bonzai si compone.

1. The First Rebirth del duo Franky Jones & Axel Stephenson uscito su Bonzai Records nel 1993, ha a che fare col giro delle discoteche tipo Insomnia (Ponsacco – Pisa) e Imperiale (Tirrenia – Pisa), suonato spesso da Lory D anche al Red Zone (di zona Casa del Diavolo – Perugia). È un anathema evergreen, “con una specie di giro, di carillon zuccheroso, alimentato da un reattore nucleare“.

2. The Blackmaster – Time Never Stops. Una traccia electronic trance senza tempo, “a very big tune“, uscita in Germania nel 1998 per la Bonzai Germany.

3. Groove Park – Hit The Bang, classe 1995, pezzaccio apprezzatissimo e strapassato da tutti i grandi djs all’epoca.

4. Leviathan – Go Back è del 1994, sembra che il titolo voglia dirci: “go back to the old school“. Da apprezzare il cassone cupo e la musica che sale in progressione.

5. Blue Alphabet – Cybertrance, classe 1998, etichetta Bonzai Classics, è appunto un bel classicone caratterizzato dal basso in controtempo: per chi ha vissuto un certo tipo di musica in quegli anni ed ha frequentato determinate ambienti dove poterla ballare, sono sicuramente brividi.

6. Animals (Remix), primo singolo di Yves Deruyter, numero 4 del catalogo Bonzai (pubblicato nel 1992), traccia ricordata per quell’inciso perverso “woman having sex with animals”. 

Yves DeRuyter è un dj belga diventato famoso per i suoi lavori pubblicati dalla Bonzai Records. Ha iniziato la sua carriera da dj nel 1985 suonando in vari clubs in Belgio, come il Globe, La Rocca, lo Cherry Moon.

7.  Rave city di Yves DeRuyter è il suo secondo singolo, uscito nel 1993 per la Bonzai in Belgio. Il brano è sostanzialmente hardcore senza fronzoli, e all’epoca conquistò il mercato tedesco fatturando 50 mila copie.

8. Calling Earth di Yves DeRuyter, uscito dopo Rave City, è il suo terzo singolo: è un 12” e fu un altro successone con oltre 70 mila copie vendute. La track è caratterizzata da un fischiettare in loop, una specie di bleep alieno che si carica e riparte come una molla sul solito bel cassone.

9. Sul B side di Calling Earth c’è un remix del singolo di cui al numero 7, chiamato Cherry Mix, in omaggio al Cherrymoon, il club disco di Lokeren che entrerà nella leggenda della Club Culture per essere stato il quartier generale della scena. Probabilmente però il motivo per cui non lo dimenticheremo mai è perchè è celebrato dall’inno The House Of House (del 1994) del collettivo Cherrymoon Trax (di cui fecero parte diversi artisti tra cui DeRuyter) che andremo a sentire tra qualche minuto.

10. The Rebel di Yves DeRuyter dicono sia forse il suo singolo migliore, e portò alla nascita del suo primo album intitolato D-Album, contenente tutti i singoli del passato. Durante questo periodo DeRuyter cominciò a suonare nel club disco belga Cherrymoon e infatti uscirono da lì a poco 4 tracce, le cosiddette Cherrymoon trax, due delle quali, “The House of House,” e “In My Electric House” ebbero grandissimo successo non solo in Belgio, ma anche e soprattutto in Germania. Yves DeRuyter fece il dj anche con l’alias di Cherrymoon, in onore del fatto che appunto spesso suonava in quel locale.

11. Cherrymoon Trax – The House of House, il cavallo di battaglia della Bonzai uscito nel 1994, la traccia più famosa della scena underground di quel periodo, l’inno celebrativo del club disco di Lokeren in Belgio, lo Cherrymoon, che è stato attivo dal 1993 fino al 2013. Enjoy this pearl!

12. Cherrymoon Trax – In My Electric House è, insieme a The house of house, l’altra delle Cherrymoon trax uscite nel periodo in cui Yves Deruyter suonava alla grande nel club Cherrymoon.

13. Dreamland – Mind Penetration, pezzo uscito nel 1993 per la Bonzai, dall’inconfondibile stile techno/hard trance.

14. Dream Your Dream – Soushkin (Original Mix) uscito nel 1993 in Belgio per la Bonzai, in stile tra l’Hardcore e l’Hard Trance.

15. Dream Your Dream – Mayday Dream, traccia del 1994. Dopo i primi 2 minuti e 40 secondi di epicità, che cosa succede di bello in questa traccia? Affilate le orecchie…

16. Final Analyzis – El Punto Final (Power Mix), oldschool hardcore track uscita in Belgio nel 1992 per la Bonzai Records:”The beginning of Gabber”.

17. DJ Bountyhunter – Whoops (Original Mix), la mia traccia preferita tra i classici della Bonzai, early hardcore allo stato puro, fa parte di una Bonzai Compilation II – Extreme Chapter, uscita in Belgio nel 1993. Ogni volta che la sento mi viene il sorrisetto e voglia di ballare.

18. DJ Bountyhunter – Demilitarized Zone (Original Mix) traccia hardstyle/hardcore uscita nel 1995, fa parte della  Bonzai Compilation II – Extreme Chapter.

19. Yves Deruyter II – Guess Who (Original Mix) traccia techno/hardcore uscita in Belgio nel 1993.

20. Bam-Bam – La Casa (Original Mix) traccia trance/hardtrance uscita in Belgio nel 1993 e presente della Bonzai Compilation II Extreme Chapter.

21. Phrenetic System IV – Wayferer (Mayday Mix) traccia uscita nel 1994, dal ritmo galoppante e caratterizzata da un suono tipo mitraglietta.

22. Phrenetic System – The Sequal (Original Mix) traccia acid techno uscita in Belgio nel 1993, scritta da A. Stephenson e F. Santini, caratterizzata dal suono tipo flauto di pan utilizzato dai nativi americani.

23. Phrenetic System – Reality (Original Mix) traccia in stile techno/hardcore uscita in Belgio nel 1992, scritta da A. Stephenson e F. Santini.

24. DJ Bountyhunter – Aboriginal (Original Mix) traccia hardcore/hardtrance uscita in Belgio nel 1994.

25. Thunderball – Bonzai Channel One (Original Mix) questa e’ l’ultima traccia della mia selezione Bonzai Classics, con cui vi do’ appuntamento al prossimo articolo.

Mi rivolgo, ora, a chi ha avuto la fortuna di ballare queste signore tracce, specialmente nell’epoca d’oro degli anni Novanta: spero di essere riuscita nell’intento di trasmettervi le emozioni di una volta facendovele “risalire”.

 

Articolo a cura di Skatèna

STREAM OF MUSICNESS con SKATÈNA

 

Pubblicato il: 17/05/2021 da Skatèna