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RIVOLUZIONE CLASSICA con ATTILIA KIYOKO CERNITORI

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Alanis Morissette: la depressione cantata da una donna divina

Alanis Morissette: la depressione cantata da una donna divina

di Ilenia Volpe

Nel pieno degli anni ’90, Miss Alanis Morissette entrò nelle case della gente con la forza e la sfrontatezza di un ciclone.

“Jagged Little Pill”, erroneamente considerato il suo album d’esordio, mise d’accordo tutti, anche gli orfani del grunge, alle prese con la fine di un’era.

Un devastante tour mondiale, seguito da un terapeutico viaggio in India, la portarono ad allontanarsi dalle scene per 3 anni, mentre l’industria della musica stava cavalcando l’onda delle “donne alla ribalta” con l’Avril Lavigne di turno.

Sembrò quasi divino il ritorno, coerente col suo ruolo di Dio in “Dogma”, film di Kevin Smith.
Testi ispirati, la maturità di una ragazza divenuta donna quasi per necessità: il secondo album “Supposed Former Infatuation Junkie” suona come qualcosa di maestoso.

A 25 anni di distanza, si ha quasi il dovere di perdonarle ogni passo falso: album discutibili, concerti monotoni e monotematici, intrisi di hit cantate con la perfezione di un automatismo acquisito grazie ad un ricco curriculum.

Le si deve perdonare tutto.

Perché l’onestà intellettuale di Alanis è commovente, così come quel corpo appesantito da 3 gravidanze che simula goffamente la sfrontatezza della ragazzina arrabbiata che ci ha preso a schiaffi negli anni ’90.

E oggi torna con “Diagnosis”, singolo bellissimo dedicato a chi lotta ogni giorno contro la depressione e le malattie mentali.

Sarà che il suo diventare mamma ha sostituito il bisogno di lottare con la voglia di proteggere.
Sarà che quella voce, in fondo, non ha proprio nulla da farsi perdonare.

 

 

Pubblicato il: 29/04/2020 da Ilenia Volpe