“All along the watchtower”: il connubio perfetto tra la poesia di Dylan e la musica di Hendrix
All along the watchtower
Princes kept the view
While all the women came and went
Barefoot servants, too
Outside in the cold distance
A wildcat did growl
Two riders were approaching
And the wind began to howl
di Skatèna
Il 27 novembre 1942 nasceva a Seattle James Marshall “Jimi” Hendrix, il mitico chitarrista e cantautore, tra i più grandi innovatori del rock elettrico. Si fece conoscere al grande pubblico al festival di Monterey del 1967, in cui concluse la sua esibizione dando fuoco alla chitarra. Indimenticabile poi la sua performance di chiusura al festival di Woodstock due anni più tardi, quando reinterpretò in modo dissacrante e distorto l’inno nazionale statunitense.
Per rendergli omaggio vi propongo l’ascolto di una delle sue canzoni più note che in realtà è frutto della penna geniale di Dylan, ma che nelle mani di Jimi nel 1968 s’infiamma e brucia come una torcia: All Along The Watchtower presente nell’album Electric Ladyland.
- Il singolo esce nel settembre di quell’anno fatidico e raggiunge un posto inaspettatamente alto nelle classifiche, vendendo più di ogni altra canzone pubblicata da Hendrix in precedenza. Eppure è una cover, anche se metabolizzata e rigenerata al punto da sembrare quasi un pezzo originale. (musicoff)
La storia di All Along The Watchtower
All Along the Watchtower venne registrata Dylan nel 1967 a Nashville per poi entrar a far parte dell’album John Wesley Harding.
Divenuta subito un classico del suo repertorio, fu in seguito coverizzata da numerosi artisti tra cui, oltre Hendrix, anche Bear McCreary, gli U2, Patti Smith, Neil Young, Richie Havens e la Dave Matthews Band.
Si trattava del primo lavoro di Dylan dopo la forzata pausa dovuta al suo incidente di motocicletta e segnava un ritorno alla ruvida essenzialità sonora degli esordi, oltre che un chiaro avvicinamento alla country music.
Quando Jimi l’ascoltò, fu amore a primo udito, così decise di coverizzarla negli studi a Londra, ed inizialmente ad accompagnarlo vi erano Dave Mason dei Traffic alla 12 corde e Mitch Mitchell alla batteria. La canzone venne poi completata nei Record Plant Studios di New York.
La versione hendrixiana è decisamente più psichedelica e lisergica (e a parer della sottoscritta, anche più bella) rispetto a quella originale: lo stesso Dylan se ne innamorò, scegliendola in seguito come riferimento per le sue esecuzioni dal vivo.
- Tutta la canzone è certamente giocata in chiave allegorica, e le diverse interpretazioni hanno tutte ragione di essere, riunite o separate, il succo e il messaggio della canzone non cambia, rimane apocalittico e terribile. L’America contemporanea con il suo alto livello di corruzione potrebbe essere vista da Dylan come l’antica Babilonia? Meritevole della distruzione totale? A questo punto pare davvero probabile che sia questo il messaggio nascosto nella canzone. (Michele Murino “Bob Dylan – Percorsi” vol.1)