Aphex Twin, 31 anni (e non sentirli) di “Selected Ambient Works 85-92”

We are the music makers
And we are the dreamers of the dreams

Versi tratti da Ode, poesia del 1873 di Arthur O’Shaughnessy.

C’è sempre una prima volta per tutte le cose.

Ma ciò che sa dell’incredibile è che due mie prime volte hanno in comune un solo ed unico stupefacente artista, Richard D. James meglio noto come Aphex Twin (anche se quest’ultimo è solo uno dei tanti pseudonimi che “il Mozart dell’elettronica” ha scelto per le sue produzioni):

• la prima volta che – diciamo così – mi ritrovai ad uno squat party fu in quel di Londra, a fine anni Novanta… e indovinate chi c’era in line-up tra chi si divertiva a metter musica tra i dj e i producer che si mimetizzavano in consolle? Aphex in persona;
• e la prima volta che il mio migliore amico mi fece dono di un disco elettronico (genere che all’epoca poco masticavo visti i miei trascorsi musicali), si trattò di Selected Ambient Works 85–92 (solitamente abbreviato come SAW85–92 o SAW 1), che Aphex diede alle stampe il 9 novembre 1992 su etichetta Apollo / R&S Records.

Questo lavoro a dir poco maestoso (cit. Rolling Stone), tra l’altro debut album del genietto irlandese di Limerick, ben può essere considerato il primo manifesto della rivoluzione intelligente (Onda Rock): di genere experimental ambient techno, contiene in gran parte brani strumentali, alcuni dei quali, come recita il titolo, composti da Aphex a partire dal 1985, cioè da quando egli aveva… 15 anni!

• Si tratta di un lavoro profondamente diverso da quanto messo in circolazione dall’artista fino a quel momento: prendendo le distanze dagli spigolosi e sperimentali suoni degli Ep precedenti, James, con l’ausilio esclusivo di sintetizzatori analogici, modulatori sonori di vario genere e un già marcatissimo utilizzo del sampling, conia una perfetta fusione tra l’ambient di Brian Eno e Harold Budd e la techno più radicata (pionieri di Detroit come Kevin Sauderson, ma anche i vari Carl Cox e Richie Hawtin a venire). (Onda Rock)
• Oltre a essere un disco di melodie elettroniche belle e azzeccate (sì: melodie, la prima melodic techno è questa), è anche e soprattutto il manifesto originario di chi non-ci-sta: di chi si è innamorato della musica elettronica cercando l’antagonismo e la controcultura ma, ai primi segnali di exploitation capitalista, ha masticato l’amaro sapore della delusione, cercando anche di nascondersela (ma senza riuscirci completamente, senza riuscire ad auto-convincersi). (Rolling Stone)

Segnalo una molto interessante lettura che trovate QUI: Selected Ambient Works 85-92 è stato realizzato con una configurazione limitata e relativamente economica. Un’intervista del 1993 a Future Music con Richard rivela che egli usava principalmente una Roland SH-101, una Korg MS-20 e una Yamaha DX7 per le sue patch di synth, facendo passare tutto attraverso un Alesis Quadraverb e mixando su cassette standard.

Immagini e altre interviste mostrano anche che possedeva una Roland System-100, un Synthi A e una Yamaha DX100, per i quali vendeva preset per corrispondenza con il nome di ‘Lannerlog’.

Ha sequenziato i suoi sintetizzatori usando un Atari 520ST, una Korg SQ10 e sequencer fatti in casa. Anche se non l’ha nominata nell’intervista, i suoi campioni di batteria sono riconoscibili dalla Roland R-8, una drum machine basata su campioni che includeva un’espansione con i classici campioni TR-808.

Di solito, nei miei articoli propongo la mia traccia preferita dei dischi di cui parlo.

Nella fattispecie, però, faccio un piccolo e degno strappo alla regola affinché le vostre orecchie possano trarre delizia da We Are the Music Makers (Hardcore Mix), remixato appunto per la Rephlex da James con lo pseudonimo di Caustic Window. Lo trovate nel raro EP Joyrex J9ii e nella raccolta Compilation.

Buon ascolto, ordunque… e che Aphex continui ad assisterci ancora e ancora…

Fonte immagine in evidenza: https://www.thegreatartswindle.com/shop-ex/aphex-twin-selected-ambient-works-85-92-by-james-talon