Auguri Lucio! Il significato della canzone “4 marzo 1943”. Stasera a Bologna concerti in suo onore.
di Karol/Skatèna
E anche adesso che bestemmio
e bevo vino
per ladri e puttane
sono Gesù bambino
Oggi 4 marzo Lucio Dalla avrebbe compiuto 76 anni.
Per celebrare il suo compleanno, a Bologna si sta tenendo, dal 2 marzo, la tre giorni “Così mi distraggo un po’“, con una mostra fotografica, aperture straordinarie della casa-museo di via D’Azeglio e il concerto di stasera alle ore 21 presso il Teatro Comunale: un concerto in cui l’orchestra del Comunale, nella riproposizione in chiave sinfonica delle canzoni dell’album eponimo del 1979, affiancherà tanti amici vecchi e nuovi di Lucio: Gaetano Curreri, Luca Carboni, Riccardo Majorana, Iskra Menarini, Graziano Galatone, Ron, Stato Sociale, Marco Masini, Francesco Gabbani, Renzo Rubino, Giovanni Caccamo.
L'ORCHESTRA DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA
Il significato di “4 marzo 1943”, che nel 1971 fu censurata per Sanremo
https://youtu.be/1CYn8omHig8
L'interpretazione originale di "4 marzo 1943" al Festival di Sanremo del 1971.
“4 marzo 1943” è una delle canzoni più belle e famose di Lucio Dalla: essa ha la struttura di una ballata popolare, con quattro strofe uguali, introdotte da un orecchiabile refrain di violino. Scritta assieme a Paola Pallottino, all’epoca operatrice nel mondo della pubblicità e poetessa dilettante, poi docente di storia dell’illustrazione al DAMS di Bologna, in origine doveva chiamarsi “Gesubambino”, ma per poter partecipare al Festival di Sanremo fu censurata e prese come titolo la data di nascita di Lucio. Uno dei versi più controversi diceva: “E anche adesso che bestemmio e bevo vino, per ladri e puttane sono Gesù Bambino” e a causa della censura diventò: “E ancora adesso che gioco a carte e bevo vino, per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino“. La canzone arrivò terza in classifica e Dalla la eseguì in coppia con la Nuova Equipe 84.
Il testo della canzone in realtà non è autobiografico, parla della storia di una ragazza-madre ed ha subito diverse modifiche. Il significato di “4 marzo 1943” è stata la stessa Pallottino a spiegarlo in un’intervista: “Gesubambino voleva essere un mio ideale risarcimento a Lucio per essere stato orfano dall’età di 7 anni. Doveva essere una canzone sull’assenza del padre, ma poi è diventata una canzone sull’assenza della madre. Lucio la cantò la prima volta dal vivo nel dicembre del ’70 al teatro Duse di Bologna. Piacque così tanto che i discografici della Rca decisero di portarla a Sanremo. Fu il suo primo grande successo, ma Lucio ne rimase anche un po’ prigioniero“.
Pubblicato il: 04/03/2019 da Skatèna