Bob Dylan e gli Animals a confronto: “The House of the Rising Sun”
Oh mother tell your children
Not to do what I have done
Spend your lives in sin and misery
In the House of the Rising Sun
The House of the Rising Sun, anche nota come Rising Sun Blues, è una canzone tradizionale di cui si ignora l’autore e la cui melodia forse si ispira a quella di Matty Groves, una ballata inglese del ‘600.
Il testo racconta di una donna e della sua vita “poco fortunata” a New Orleans; molte versioni, in seguito, esortano ad evitare lo stesso destino, ma quella di maggior successo, registrata nel 1964 dagli Animals, raggiunse il primo posto delle classifiche inglesi, statunitensi e francesi: a detta di Dave Marsh, si trattò della “prima hit folk rock” ripresa dal folk tradizionale che suona “… come se avessero collegato l’antica melodia ad un filo elettrico”.
Quanto alle sue origini, per alcuni il brano si baserebbe sulla tradizione delle Broadside ballads, e tematicamente avrebbe una certa somiglianza con quella del XVI secolo intitolata The Unfortunate Rake.
Secondo Alan Lomax, autore nel 1941 della raccolta di canzoni Our Singing Country, “Rising Sun” era il nome di una casa di tolleranza ed in tal senso era stato utilizzato in due canzoni inglesi tradizionali.
- Canzone che originariamente raccontava di ragazze perdute, prostitute di Storyville, l’antico quartiere a luci rosse di New Orleans conosciuto anche come «The District», esistente tra il 1897 (quando il sindaco Sidney Story lo istituì per difendere il «decoro» della città, estirpando la prostituzione dalle strade) ed il 1917, quando un’ondata moralizzatrice partita dai vertici dell’Esercito ne determinò la chiusura. Motto di Storyville era «Honi soit qui mal y pense», lo stesso del «Nobilissimo Ordine della Giarrettiera» inglese (XIV sec.). Le donne che entravano a Storyville erano registrate come prostitute ed i bordelli – come quello chiamato «The House of the Rising Sun» – diventavano le loro prigioni: il «Sole nascente» era il realtà il tramonto di quelle vite dietro ai muri dei casini… (Antiwarsongs)
La prima registrazione in assoluto di The House of the Rising Sun risale al 1933, ma si dice che fosse il canto di lavoro dei minatori agli inizi del ‘900.
Alla fine del 1961, Bob Dylan, che aveva conosciuto l’arrangiamento della canzone ad opera di Dave Van Ronk, registrò The House of the Rising Sun per il suo album di debutto, pubblicato nel marzo del 1962.
La prospettiva di Dylan, come quella tramandata, è quella di una ragazza che racconta la propria rovina in un bordello di New Orleans, raccomandando a sua sorella di tenersi alla larga da quel luogo.
Nelle note di copertina dell’album Bob Dylan si legge, infatti, che il menestrello di Duluth imparò questa versione della canzone da Dave Van Ronk. Quest’ultimo, in un’intervista per il documentario No Direction Home: Bob Dylan, dichiarò che avrebbe voluto registrare lui la canzone, ma che Dylan lo aveva preceduto “copiando” la sua versione. Van Ronk la registrò comunque subito dopo per l’album Just Dave Van Ronk.
Il 18 maggio 1964 gli Animals pubblicarono la loro versione di The House of the Rising Sun, che inizia col celebre arpeggio di accordi minori di Hilton Valentine.
In un’intervista Eric Burdon rivelò di aver ascoltato per la prima volta The House of the Rising Sun in un club di Newcastle, in Inghilterra (in quel periodo gli Animals erano in tour con Chuck Berry), dove fu cantata dal folksinger Johnny Handle.
Mentre nella versione tradizionale (poi ripresa dalla Baez) la canzone narra di una donna che “si perde” a New Orleans, in quella degli Animals la narrazione è dal punto di vista di un uomo la cui vita era stata rovinata frequentando un luogo che si trova a New Orleans, chiamato House of the Rising Sun, e consiglia a chi lo ascolta di non seguire il suo esempio. Altri personaggi vivono nelle strofe: una madre impegnata a cucire jeans, un padre alcolizzato, giocatore d’azzardo, e un fratello o una sorella a cui il canto si rivolge invitando a non commettere gli stessi errori.
- L’arpeggio di chitarra elettrica, l’organo Vox Continental di Alan Price, l’inno ululato della parte vocale di Eric Burdon: tutti questi elementi hanno trasformato la canzone, arricchendola e rendendo la versione degli Animals una pietra miliare della storia della musica, dando al brano una risonanza tale da farlo riverberare nella mente di tutti. (Dischi Rotti)
La versione degli Animals, il cui “attacco” altro non è se non la trasposizione su arpeggio degli accordi di Dylan, resta tuttavia quella più famosa, divenne il loro cavallo di battaglia ed è stata riconosciuta come uno dei classici della musica pop britannica.
non per niente Lester Bangs la definì
“un brillante riarrangiamento”.
- Essa si trasformò, inoltre, forse anche per la sua struggente melodia e malinconia, in una delle canzoni più amate sia dai soldati americani su fronte del Vietnam che dai ragazzi che sul «fronte interno» combattevano contro quella guerra. (Antiwarsongs)