Traccia corrente

Selezioni musicali

RCA - Radio città aperta

Selezioni musicali

Bob Dylan, l’uomo dalle mille maschere, “camaleontico artista del nostro tempo”

Bob Dylan, l’uomo dalle mille maschere, “camaleontico artista del nostro tempo”

Non ho mai scritto una canzone politica. Le canzoni non possono cambiare il mondo, ormai ho smesso di pensarlo.

Oggi il più enigmatico tra i geni della musica popolare, cantautore dalla voce a dir poco singolare e a volte brusco e schivo nei modi,  Zushe Ben Avraham (questo il nome ebraico di una leggenda musicale jewish e americana come Bob Dylan), compie 78 anni.

Nel documentario No Direction Home del 2005 di Scorsese, la sua ex Joan Baez l’ha descritto come “una delle persone più difficili che abbia mai incontrato”.

E a proposito di documentari, dal 12 giugno su Netflix ne uscirà un altro di doc, sempre di Scorsese, che si intitola Rolling Thunder Revue e si concentrerà sul  tour del 1975 che coinvolse anche Joan Baez, T-Bone Burnett, Mick Ronson e molti altri. E in concomitanta uscirà anche un cofanetto di 14 CD.

Nato a Duluth il 24 maggio 1941, oltre ad essere cantautore, chitarrista e compositore, il cui stile è arrivato a toccare vari generi, dal country al blues, dal gospel al rock and roll, dal jazz al folk (cominciò proprio con ballate di quest’ultimo genere, ispirato dall’amico Johnny Cash e da Woody Guthrie che fu il suo mentore assieme a Pete Seeger, per poi, dal 1966, darsi al rock psichedelico creando una miscela esplosiva di testi surreali e di atmosfere hippie), Dylan si è distinto anche come scrittore, poeta, pittore e conduttore radiofonico, imponendosi come una delle più importanti figure internazionali in vari campi, da quello musicale a quello della letteratura e più in generale della cultura di massa.

Le sue lyrics, da Blowin in the wind, canzone che lo portò al successo nel 1963, a The times are a changing a Like a rolling stones, inno alla libertà e al vagabondaggio di cui Dylan fu sempre un esperto, sono spesso tanto oscure quanto eleganti e ricercate, piene di riferimenti a grandi autori, come Dylan Thomas (da cui il nostro Robert prese il nome), ai simbolisti francesi, ma anche alla Torah e alla tradizione ebraica, e sono a ben ragione considerate autentici capolavori di lirismo e di ispirazione che hanno fatto sognare tre generazioni di appassionati in tutto il mondo.

Vincitore di numerosi riconoscimenti, tra cui un Grammy Award alla carriera, il Premio Oscar per la canzone Things Have Changed, il Premio Pulitzer e il Premio Nobel per la letteratura, a lui si deve la creazione della figura del cantautore contemporaneo e del folk-rock: si pensi all’album Bringing It All Back Home, del 1965: qui sotto potete vedere il video promozionale di una delle sue tracks, Subterranean Homesick Blues, da alcuni considerato il primo videoclip in assoluto, in cui Dylan canta mentre sfoglia dei manifestini a tempo di musica, a mo’ di karaoke, con su scritte le parole chiave del testo della canzone.

Ma Dylan ha partorito anche il primo singolo di successo dalla durata non commerciale, Like a Rolling Stone del 1965, che infatti dura più di 6 minuti. Qui sotto, Bob la canta con Mick Jagger e gli Stones a un concerto a Rio De Janeiro:

Il primo album doppio della storia del rock, Blonde on Blonde del 1966, pieno di canzoni favolose come Just like a woman, è sempre di Dylan:

E ancora, sempre nel 1966, con il disco Great White Wonder, Dylan lanciò il fenomeno dei bootleg, di cui di seguito potete ascoltarne la traccia estratta If You Gotta Go Go Now:

La tripla antologia Biograph (1985) è considerata capostipite dei box set, di cui vi propongo la splendida Lay Lady Lay, canzone contenuta nell’album del 1969 Nashville Skyline, cantata da Bob con una morbida e delicata voce da crooner, invece che con la sua abituale voce nasale:

Quando fu insignito del Nobel, in pieno stile Dylan, l’artista non andò a ritirare il premio. A sostituirlo, la mitica Patti Smith, che nel video qui sotto potete ammirare mentre esegue A Hard Rain A-Gonna Fall durante la cerimonia tenutasi alla Stockholm Concert Hall nel 2016. Il premio poi Dylan lo ritirò mesi dopo, approfittando del passaggio a Stoccolma per il tour.

Nessuno come lui si è accanito contro il suo mito, divertendosi a spiazzare pubblico e critica con scelte sorprendenti che vanno dalla svolta elettrica degli anni ’60 alla conversione al cristianesimo (ora è ritornato all’ ebraismo comunque) fino all’ approdo, in tempi più recenti, agli spot pubblicitari. Qui sotto, Dylan e Adriana Lima per lo spot commerciale di Victoria Secret:

Bob Dylan è un gigante della cultura degli ultimi 50 anni. Bruce Springsteen, nel discorso con cui nel 1988 introdusse l’inclusione del menestrello di Duluth nella Rock and Roll Hall of Fame, disse: ”Bob ha liberato le nostre menti nello stesso modo in cui Elvis ha liberato il nostro corpo. Ci ha dimostrato che il fatto che questa musica abbia una natura essenzialmente fisica non significa che sia contro l’intelletto”.

 

 

 

 

Pubblicato il: 24/05/2019 da Skatèna