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Breve storia della musica ska: dalle origini giamaicane alla c.d. “U.S. third wave”.

Breve storia della musica ska: dalle origini giamaicane alla c.d. “U.S. third wave”.

“Stop your fooling around
time you straighten right out
better think of your future
else you? Il wind up in jail”

(The Specials – “Message to you Rudy”)

La musica ska nacque in Giamaica negli anni Cinquanta e raggiunse il massimo della popolarità agli inizi del decennio successivo non solo nella sua terra d’origine, ma anche nel Regno Unito.

Tra i suoi sottogeneri sono da annoverare il bluebeat, il 2 tone ska, il third wave ska e lo ska punk.

Dallo ska derivano poi altri generi, in primis il rocksteady, il reggae e il dub. Chiare sono le influenze di rhythm and blues, blues, soul, jazz e calypso.

Il termine “ska”, nello slang giamaicano degli anni Cinquanta, significava “bello”, “figo”, ed è un po’ l’equivalente del più odierno “cool”, in voga specialmente di questi tempi.

Per comprendere appieno le origini dello ska, è necessario che si faccia un salto temporale all’indietro nella storia giamaicana, ma dato che lo spazio qui concessomi non è illimitato, cercherò di condensare ed illustrarvi quest’ultima a grandi linee e solo per i fini che qui ci interessano.

In Giamaica, isola delle Grandi Antille situata nel mar dei Caraibi, gli indigeni Arawak o Taino, originari del Sud America, vi si stabilirono per la prima volta tra il 1000 e il 1400 a.C. e la chiamarono Xaymaca, che vuol dire “terra delle sorgenti” o anche “terra del legno e dell’acqua”.

Quando Cristoforo Colombo vi sbarcò nel 1494, approdando a Discovery Bay, fra Ocho Rios e Montego Bay, la battezzò Santiago. Successivamente, l’isola fu rivendicata dalla Spagna, che vi istituì una propria colonia: la Colonia di Santiago.

Nel 1655, tuttavia, l’ammiraglio britannico William Penn e il Generale Venables si impadronirono dei suoi territori. La Spagna riconobbe ufficialmente la sovranità britannica sulla Giamaica con il Trattato di Madrid del 1670: l’isola divenne quindi una colonia della corona britannica, la Colonia della Giamaica, e durante i due secoli di dominio britannico, divenne la prima nazione al mondo per le esportazioni di zucchero grazie all’uso massiccio del lavoro degli schiavi importati dall’Africa.

All’inizio del XIX secolo la massiccia importazione di schiavi da parte del Regno Unito comportò un aumento considerevole della popolazione dei neri. In seguito ad una serie di ribellioni, si arrivò ad abolire formalmente la schiavitù nel 1834, e la completa emancipazione dalla schiavitù dei beni mobili fu poi dichiarata nel 1838. Il 6 agosto 1962, la Giamaica divenne finalmente indipendente dal Regno Unito.

Durante il periodo della schiavitù, i neri africani provarono a mantener viva la propria cultura, le proprie usanze ed i propri valori nelle loro comunità.

Il burru, come altre forme di musica africana, vennero tollerate dai padroni bianchi, che speravano in tal modo che gli schiavi fossero più produttivi, incentivati dunque a lavorare meglio e  più velocemente.

I musician slaves erano poi invitati con una certa frequenza alle feste dei loro padroni bianchi allo scopo di intrattenere questi ultimi. Si trattava di feste in stile carnevalesco, durante le quali i “musicisti schiavi” potevano mascherarsi, travestirsi e comportarsi come se fossero principi, re o altre figure nobiliari (curioso  poi come negli anni Sessanta questa tradizione sia stata in un certo senso portata avanti dai pionieri della musica ska che adottarono i titoli nobiliari per i loro nomi d’arte: basti pensare, per esempio, a “Duke” Reid o a “Prince” Buster).

Durante le succitate feste in maschera, spesso si danzava la quadrille, un ballo molto in voga in Europa verso la fine del XVIII secolo, diffuso nelle colonie nere dai proprietari delle piantagioni, che negli anni è stato poi contaminato e trasformato dai neri, divenendo una danza più movimentata con l’aggiunta di salti.

 

Quali erano le tematiche affrontate nelle canzoni ska?

Si trattava prevalentemente di tematiche  di carattere sociale.

Quando venne abolita la schiavitù, nel 1834, due sette religiose ebbero grande influenza nella nascita della musica ska. La prima setta, la c.d. Pukkumina, mantenne intatti gli elementi rituali africani ed usava i suoni del corpo (come l’applauso) per il supporto ritmico. Anche la respirazione era usata come ritmo vocale a mo’ di percussioni: basti pensare al caratteristico “hup, hup, hup…” ed al classico “Ch-Ka-Ch-Ch-Ka-Ch-Ch”, poi adottati dalla musica ska, come per esempio in One Step Beyond dei Madness e in Guns Of Navarone degli Skatalites.

L’altra setta religiosa che ebbe influenza sullo ska fu la Zion Revival, prevalentemente diffusa nelle regioni della Giamaica con più alta concentrazione di Europei. La musica di quel periodo è infatti caratterizzata da armonie vocali improvvisate e da caratteristiche mutazioni del ritmo, dall’applauso e dal rullo del tamburo. Gli elementi europei, come le sezioni fiati (brass), vennero ripresi dalle bande militari della Marina inglese.

La musica acustica detta mento, nata dalla fusione tra il ritmo delle canzoni africane ed europee, andava molto tra gli anni Quaranta e Cinquanta e veniva solitamente suonata nelle strade, con strumenti facilmente trasportabili, quali la chitarra, il banjo, il piano africano (kalimba) e i bongos, ed è simile allo stile caraibico della rumba.

Dis Long Time Gal, Water Come a Me Eye e Banyan Tree sono tipiche canzoni tradizionali mento.

Anche la musica jazz giocò un ruolo non trascurabile per lo sviluppo dello ska. L’Alpha Boys Catholic School (ABCS), scuola cattolica  riformista di South Camp Road a Kingston, divenne famosa, tra le altre cose, anche per le eccezionali lezioni musicali che impartiva ai propri allievi, ed esercitò una notevole influenza sugli sviluppi futuri e dello ska e del reggae.

Se il mento era popolare fra i ceti sociali più bassi, il ceto medio di Kingston era più avvezzo al jazz americano ed inglese sin dal 1930. Gli insegnanti dell’ABCS inclusero il jazz nei loro programmi didattici. Tanti volti noti della musica giamaicana si sono formati proprio alla ABCS: per esempio Tommy McCook, Don Drummond e Rico Rodriguez. Al termine degli studi, molti ex studenti della ABCS cominciarono a suonare nelle grandi orchestre jazz, sotto l’influenza delle star americane del calibro di Duke Ellington e Count Basie.

Mento e jazz poi si fusero e diedero vita ad un nuovo stile, lo shuffle, le cui prime hit furono di Neville Esson, Owen Grey e Overtakers.

In questo clima di fermento musicale, nacquero numerosissimi studi di registrazione.

Grazie alla popolarità degli artisti americani R&B come Fats Domino e Louis Jordan, molti musicisti giamaicani cominciarono ad usare le progressioni di accordi blues e le linee di basso del boogie con i ritmi della chitarra mento: ecco dunque come nacque la musica ska, l’intervallo delle battute divenne più corto e più staccato, queste linee ritmiche sincopate vennero suonate da chitarra e piano.

Tra i primi a creare il ritmo ska ci fu Ernest Ranglin, che all’epoca suonava con Cluet Johnson (Clue J.) ed i Blues Busters. Leggenda vuole che una volta, provando con le chitarre, Ernest disse: “fai un ritmo diverso, fai suonare la chitarra così: Ska!, Ska!, Ska!“.

Quindi lo ska non è altro che il risultato di un miscuglio di generi e stili, derivando il suo ritmo dai beat del boogie e dello shuffle, uniti con gli stili locali come il mento e il burron.

In breve tempo, la musica ska divenne la prima musica popolare della Giamaica, anzi, ne divenne musica nazionale, il cui successo coincise con l’indipendenza della Giamaica del 1962.

Dopo l’invito al World’s Fair di New York del 1964, tutti conobbero Byron Lee & The Dragonaires, Jimmy Cliff, Prince Buster.

La delegazione giamaicana nel 1964 al World’s Fair di New York City. Da sinistra a destra di fronte abbiamo Jimmy Cliff, Eric “Monty” Morris, e Alphonso Castro. In piedi da sinistra a destra Prince Buster, Linda Jack, Roy Willis, Sonia Blake, Byron Lee, Janet Phillips, Carol Crawford, Ronnie Nasrala, Beverley Neath, e Ken Khouri.

E fu sempre al World’s Fair di New York nel 1964 che i ballerini Ronnie Nasralla e Jannette Phillips presentarono al mondo la ska dance.

I testi socialmente e politicamente impegnati delle canzoni ska riflettevano le preoccupazioni dei giovani ribelli giamaicani, i rude boys, che emulavano i gangster di Hollywood indossando vestiti neri e cappelli pork-pie.

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Fonte https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Rude_boys,_Notting_Hill_1974_(1922313268).jpg

I rude boys, detti anche  scofflaws (“fuorilegge”), erano dunque quelli che ascoltavano e ballavano la musica ska.

Negli anni Sessanta, in Giamaica, i rude boys facevano da servizio di sicurezza a vari sound system, che erano delle vere e proprie discoteche itineranti: si vennero a creare dei gruppi di tifoseria (i c.d. Jamaican Hooligans), tra i quali spesso scattavano risse. Anzi, delle volte capitava che alcuni rude boys manomettessero l’attrezzatura dei sound rivali in modo da avere più affluenza nella propria dance hall (per un approfondimento sulla storia della cultura sound system, vi invito a leggere questo mio articolo).

Tra i proprietari di sound system più famosi vi erano Duke Reid, Coxsone Dodd e Prince Buster.
Duke Reid, ex poliziotto che gestiva un negozio di liquori e si dedicava a tempo pieno alla musica con il suo sound system “Duke Reid’s The Trojan” già dalla fine degli anni ’50, si presentava molto spesso con pistola alla mano nelle dance hall avversarie per seminare il panico.

Il sound system di Coxsone Dodd si chiamava “Down Beat”. Coxsone aveva spirito imprenditoriale ed arrivò a gestire ben cinque sound system con l’aiuto anche dei giovanissimi Lee Perry e Bob Marley.

Anche Prince Buster fece parte della cerchia di Coxsone e presto si fece spazio fra i due summenzionati soundmen con il suo impianto Voice of the People.

Verso il 1962, in concomitanza con l’indipendenza della Giamaica avvenuta il 6 agosto di quell’anno, lo ska (inizialmente conosciuto come bluebeat) e il rocksteady, assieme alla cultura dei rude boys, sbarcarono in Inghilterra nei quartieri operai e nelle periferie, incontrando la sottocultura dei mods.

Le due sottoculture dei rude boys e dei mods, dunque, cominciarono a mescolarsi, dando origine all’hard mod. Questo nuovo modello giovanile verrà poi riconosciuto successivamente come skinhead, ma questa è un’altra storia… (che mi riprometto di trattare in un altro articolo).

La prima hit internazionale ska fu My Boy Lollipop di Millie Small, registrata in Inghilterra nel 1964 per la Island Records, e vedeva all’armonica un giovane mod: Rod Stewart.

Nel 1968, quando la musica ska aveva ormai guadagnato una certa popolarità all’interno della scena mod, The Israelites di Desmond Dekker divenne il primo disco di produzione giamaicana a svettare nella hit parade inglese.

Altro successo  ska fu Monkey Man, inciso nel 1969 da Toots & The Maytals.

Nel 1979, lo ska torna in auge e gode di una nuova ondata di popolarità: il c.d. 2th wave ska fu un fenomeno non solo inglese, interessando il resto del mondo. Tra le band più importanti di questa seconda ondata vi sono gli Specials, i Madness e i Selecter.

Tutte queste band hanno registrato i loro primi album per la Two Tone Records, label fondata da Jerry Dammers, il tastierista degli Specials.

La label si chiamava così, Two Tone, per via dei colori bianco e nero dei vestiti portati dalle prime ska stars degli anni Sessanta, ed inoltre rifletteva l’insieme multirazziale dei membri delle band ad essa associate. Il logo, rappresentante un rude boy, era basato sul “negativo” di una vecchia foto di Peter Tosh comparsa su uno dei primi album dei Wailers. Questo rude boy è affettuosamente conosciuto col nome di Walt Jabsco.

La Two Tone colse appieno le attitudini e la filosofia della prima ondata della musica ska: la interpretò e suonò così bene che alcune famose canzoni delle band Two Tone si crede siano originali, e invece sono cover (A Message To You Rudi, One Step Beyond, Monkey Man). Si dice che Prince Buster, autore di One Step Beyond, abbia incassato più denaro con le royalties derivate dalle vendite dei Madness, che col suo lavoro originale.

Nonostante le molte cover, il suono dell’era Two Tone era fresco e nuovo, e ben presto venne influenzato dall’energia del punk. Le registrazioni Two Tone sono caratterizzate, infatti, da tempi più veloci e da un impatto più duro rispetto allo ska delle origini.

Altra ska-band inglese dell’epoca che ebbe successo, seppure non associata alla Two Tone, furono i Bad Manners.

Recentemente lo ska ha goduto di un’altra ondata di popolarità, ma questa volta negli USA. La c.d. third wave of ska è sorta alla fine degli anni Ottanta dalla fusione del 2 tone ska con diversi stili di rock, come punk rock, hardcore punk e heavy metal. Esponenti sono gli Operation Ivy, i Rancid, i Voodoo Glow Skulls e i Reel Big Fish, tutti gruppi che tendono ad uno ska più duro: lo ska-core, che è molto influenzato dal punk.

Grazie a questa terza ondata, si è assistito ad una sorta di rinascita dello ska in generale. Molti gruppi hanno cominciato anche a ristampare i vecchi album originali in vinile su CD. Nel 1995, i membri degli Specials hanno registrato un album di vecchie cover ska con Desmond Dekker e, negli anni a seguire, hanno inciso Todays Specials (1996) e Guilty ‘til Proved Innocent (1998). Tuttora Skatalites, Toots & The Maytals, Rico Rodriguez, Bad Manners e molti altri, fanno concerti “sold out” in tutto il mondo.

Pubblicato il: 19/05/2022 da Skatèna