Caro Faber. Roma canta De André Villa Ada Roma Incontra Il Mondo
Quando ci si cimenta in un tributo di un grande artista si rischia molto.
Dietro l’angolo c’è il fantasma del riciclo, del ricalco, dell’imitazione. E spesso succede, soprattutto nelle cover band, che in questo ovviamente trovano la loro ragion d’essere, e infatti succede nella session dei Faber Quartet (Marco Pinto-Voce basso – Bruno de Benedetto | tastiere – Mimmo Condello | batteria – Peppe D’Agostino | chitarra) che replicano un De Andrè nei suoi migliori lavori e nella sua indimenticabile interpretazione con la PFM. Repertorio classico, arrangiamenti quasi prog, voce e parlato chiaramente ispirati. Importato anche l’accento genovese che attesta un grande lavoro di dizione, se si considera la provenienza calabrese del cantante (Marco Pinto).
Molto più personale, invece, l’interpretazione del duo Ilenia Volpe, voce e chitarra, ( Mia Wallace, Moltheni , Il Santo Niente, M.U.G., Operaja Criminale ne, Giorgio Canali ) e Roberto Fasciani al basso (Dean Bowman, Michael Angelo Batio, Graham Oliver, Stan Skibby, Leon Hendrix, Fabio Frizzi, Novembre, Marco Conidi, Ilenia Volpe, Dogmate, AIIR, Fulvio Feliciano). Intensa ed emozionante, la personale rivisitazione della cantante romana entra nel cuore e nelle membra. Un folk sentito ed emozionato, a tratti commosso, accompagnato da un basso ricercato e sofisticato, che lascia scivolare nel fiume insieme a Marinella. Il suono ha un tocco intimo e sentimentale, con sfumature malinconiche e sfuggenti. L’intensità è forte, così come l’empatia con il pubblico, che resta incantato e rapito dal duo. Una reinterpretazione acustica del maestro che non smette di emozionare. L’opera d’arte si sa supera l’intenzione dell’artista.
Quanto a personalità gli Hack ne hanno da vendere! Si esibiscono in una versione elettronica del Faber. “Hotel supramonte”, “Amore che vieni, amore che vai” e “Inverno” vengono dilatate in sonorità eteree e sognanti che quasi stravolgono la struttura dei brani, portati all’estremo della campionatura e del dreampop. Originale ed affatto scontata, l’interpretazione degli Hack non sembra essere capita appieno dal pubblico, che cede e si distrae. È ovvio, il pubblico dei tributi è volutamente purista.
Tornano i Faber Quartet per completare la scaletta.
Venerdì sera a Villa Ada, ci è stata regalata una carrellata di emozioni, ci si è fatti cullare dalla poetica unica e distinta di De Andrè. Egli stesso amava definirsi poeta degli ultimi (La città vecchia), dei reietti, delle prostitute, che con Faber hanno sempre un’aura romantica (Via del Campo, Bocca di Rosa) . Si rievoca la sua voglia di pacifismo e di anarchia, il suo forte senso di ribellione, la rivalsa dei diseredati che De Andrè ha sempre portato avanti con il suo linguaggio colto e forbito. Si rievoca il suo attaccamento alla realtà; d’altronde come lui stesso diceva “I sogni si sognano, la realtà si racconta”.
Ma venerdì sera a Villa Ada, sotto la pioggia, si è rivissuto un sogno. Grazie ai Faber Quartet, ad Ilenia Volpe e a Roberto Fasciani e agli Hack. Grazie Faber.
SET LIST
FABER QUARTET
1) Coda di lupo
2) Se ti tagliassero a pezzetti
3) Bocca di rosa
4) Creuza de ma
5) Via del campo
6) Un giudice
7) Canzone del Maggio
8) Disamistade
9) La città vecchia
10) La guerra di Piero
ILENIA VOLPE con ROBERTO FASCIANI
11) La canzone dell’amore perduto
12) Quello che non ho
13) La canzone di marinella
HACK
14) Hotel supramonte
15) Amore che vieni, amore che vai
16) Inverno
FABER QUARTET
17) Fiume Sand Creek
18) Andrea
19) Princesa
20) Dolcenera
21) Tito
22) Amore cieco
23) Geordie
24) Don Raffaé
25) Volta la carta
26) Pescatore
Bis: Bombarolo – Martello
Liliana Montereale
Santa Spena
Pubblicato il: 01/07/2018 da Redazione Radio Città Aperta