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CRASS – NEUROTIC VIBES/NECROTIC MINDS

CRASS – NEUROTIC VIBES/NECROTIC MINDS

They said that we were trash,

Well the name is Crass, not Clash.

They can stuff their punk credentials

Cause it’s them that take the cash.

 

I Crass, collettivo punk alfiere del movimento anarco-pacifista e del DIY (Do It Yourself) – filosofia quest’ultima che portò non solo ad un rifiuto del mainstream, ma anche alla consequenziale creazione di label come la Crass Records, sono il prodotto di un Paese, la Gran Bretagna, che verso la fine degli anni Settanta era devastato dalla crisi economica, con la “Iron Lady” Thatcher che aveva sbaragliato i laburisti alle elezioni del maggio 1979 e il National Front che cominciava ad infiltrarsi nei quartieri poveri sempre più atterrati da disoccupazione e preoccupante xenofobia.

Per la rubrica Neurotic Vibes/Necrotic Minds, ce ne parla Alessandro Kola, che ringrazio per il suo interessante contributo.

Avendo parlato dei RUDIMENTARY PENI nel precedente articolo (QUI), e quindi dell’Anarcho-punk inglese, è doveroso ora descrivere la band, o meglio, il collettivo che è stato il volano di tutto.

I CRASS, gruppo anarco/pacifista inglese attivo volutamente dal 1977 al 1984. Ho scritto volutamente perché decisero da subito che si sarebbero sciolti nell’anno simbolo, quel 1984* di Orwelliana Memoria.

Rimasti profondamente feriti dalla parabola che il Punk fece in quegli anni, esordendo come movimento di lotta e atto a spazzare via tutto e tutti, in pochissimo tempo diventato la parodia di se stesso, dove le tanto odiate Majors avevano fagocitato l’intera scena, decisero di prendere le redini di quello che per loro significava essere davvero PUNK.

Coerenti e decisi ad andare fino in fondo, rifiutarono un contratto con una di quelle odiate Major, quando il Punk tirava ed era sulla bocca di tutti (e ovviamente finiva anche in classifica). Non cedettero e nel 1979 fondarono le loro labels, la CRASS-RECORDS e la CORPUS-CHRISTI, dove oltre ai loro lavori, pubblicarono un’infinità di altre bands, artisti, progetti, anche molto diversificati musicalmente, ma con l’humus comune dell’autoproduzione, l’autogestione e l’attitudine dell’etica Punk del “DIY” (Do It Yourself- Fallo da solo).

Facendo tutto da soli, appunto, arrivarono ad una distribuzione capillare del loro materiale, dovendo stampare i loro dischi all’estero per via della censura inglese, ed importarli clandestinamente in U.K. Nonostante il boicottaggio dei media, Radio&Tv, ma anche giornali, riuscirono a vendere centinaia di migliaia di copie, finendo ovunque nella fanzine, nelle tapes dei giovani Kids di tutto il mondo, dalle Americhe all’Europa, dall’Asia all’Alaska, finendo per divenire un riferimento per chi nel Punk vedeva un nuovo futuro, in contrapposizione netta con il “No-Future” pistoliano, dove pacifismo, ecologismo, rispetto per tutti gli esseri viventi, animali e piante comprese, un mondo senza nucleare, senza eserciti né frontiere né confini, era la nuova speranza di tutti i Crassiani.

 

 

Con il loro classico lettering e i loro album ripieni di informazioni, copertine che si aprivano in poster A4, volantini, stickers e tanto altro, ogni loro uscita era molto più di un semplice disco.

 

La “Alternative Record Guide” del Magazine americanoSpin, considerata in quegli anni la guida più seria e con condizione di causa dell’intero settore musicale, affermò quanto segue:              “con ogni probabilità l’unico gruppo al mondo di cui è indispensabile leggere i testi: meglio guardare le copertine che ascoltare il disco”…

Vivevano tutti insieme, in quella che i più avrebbero definito una comune, anche se loro preferivano “open-house”, alcuni di loro, già dal lontano 1968.

 

Penny Rimbaud e GeeVaucher, i più grandi in termini di età, rispettivamente batterista, poeta, cantante, agitatore culturale e attivista il primo, Visual Artist e tutto il resto idem con Rimbaud la seconda, venivano dal teatro di strada degli anni’ 60, avendo fatto parte del collettivo politicizzato “EXIT”, poi fecero parte del circuito dei Free-Festival inglesi, organizzando insieme al compianto Wally Hope**, il primo raduno a Stonehenge, furono i primi ad abitare in quella che negli anni è sempre stata una porta aperta per chi avesse avuto voglia di andare a trovare i CRASS. A loro 2 presto si aggiunsero altre persone, tra cui un ex insegnante di nome Pete Wright ( in seguito bassista dei Crass), la poetessa americana Annie (Annie Anxiety, in seguito uscirà con il suo progetto solista sulla label del collettivo), un giovane sfrattato di casa di nome Phil con la sua compagna e figli piccoli al seguito (Phil Free, chitarrista in seguito nei Crass), ed altri vari personaggi non meglio identificati. Poco dopo arriverà anche un ragazzo ribelle, arrabbiato e in cerca di condividere il suo dissenso per l’autorità e per tutto ciò che non è autentico. Steve Ignorant, che diverrà una delle voci più importanti dei CRASS. E poi una ragazza di nome Bronwen Jones, che diverrà Eve-Libertine e Joy che sarà rinominata Joy-De-Vivre, anche lei alla voce.

Ben presto la “Dial House” questo il vero nome, perché in origine era una vecchia centrale telefonica, divenne un laboratorio dove sperimentare vissuto comune, le più disparate arti, coltivazione biologica (ricordo che siamo nei primissimi anni ’70, quindi dei precursori anche in questo), performance improvvisate, teatro sperimentale, prove della band e tanto tanto altro.

Il nome CRASS fu scelto prendendo spunto un brano di DAVID BOWIE, “ZIGGY STARDUST”, dove nel testo si cita il termine CRASS, che sta per volgare, indecoroso, grezzo. (“ The Kids Was Just Crass – He Was The Naz – With God Given Ass – He Took It All Too Far – But Boy, Could He Play Guitar”).

 

Diversi dallo stereotipo in voga in quegli anni, i CRASS vestivano sempre e solo di nero, nei loro concerti facevano proclami, usavano video e didascalie per seguire far seguire meglio i loro testi, distribuivano volantini, usavano sempre grandi drop, striscioni con il loro logo o con i loro slogan, spesso portavano cibo che condividevano con il pubblico dopo il live insieme al banchetto dei dischi, insomma, altri pianeti rispetto al così detto punk che c’era allora.

Il loro esordio discografico avvenne per una piccolissima etichetta indipendente, chiamata “SMALL WONDER”, che contribuì tra l’altro a far uscire i primissimi lavori di bands che saranno divenute molto famose negli anni a seguire, come per esempio i THE CURE e i BAUHAUS.

Uscito nel 1979 con il titolo “THE FEEDING OF THE FIVE THOUSAND”,

 

visto che al tempo la tiratura minima per stampare era di 5.000 copie, circa 4.900 in più di quelle che pensavano i CRASS di produrre e riuscire a vendere, questo primo lavoro fece capire subito di che pasta erano fatti i CRASS. Brani come “PUNK IS DEAD”  (“Sì, è vero: il punk è morto, era solo un prodotto a basso prezzo per la testa dei consumatori / gomme da masticare Rock su radioline di plastica / agitazione scolastica promossa dagli industriali del divertimento / la CBS lancia sul mercato i CLASH, ma non è rivoluzione: è solo per soldi / il PUNK è diventato una moda proprio com’ era successo agli Hippy e non ha più niente a che fare con te e me”), ricordo che siamo nel 1979!, la sfrontatezza di “SO WHAT”, “REJECT OF SOCIETY”, e poi il brano “ASYLUM”, che nessuno voleva pubblicare, nemmeno una piccola label indipendente come la SMALL WONDER. Questo era un testo rabbioso femminista il quale si scagliava contro la religione (“dio è dalla nostra parte / per il potere / per il comando / il dolore viene inflitto nel suo nome / adesso come un tempo / posso davvero credere in questo dio di virilità / odiosamente maschilista come le strutture del potere / chiesa, stato, famiglia / e qual è il mio posto? Quali scelte ho? / martire-madre-vittima, martire-puttana-vittima, martire-strega-vittima…/ troverò dei nomi nuovi per me, ed un nuovo posto dove stare…”), e si decise di sostituirlo con un brano chiamato “THE SOUND OF FREE SPEECH”, che era sì inciso, ma facendo poggiare la puntina sul disco l’ascoltatore non sentiva altro che silenzio.

Era evidente che la loro proposta era troppo anche per le realtà indipendenti così decisero di autoprodursi i loro album così che il pezzo venne aggiornato in “REALITY ASYLUM” e venne ri-registrato il 22 aprile sempre dello stesso anno, il 1979. Uscì come 7” come prima produzione della neonata CRASS-RECORDS, lato a “REALITY ASYLUM”, lato b la folle “SHAVED WOMAN”. Questo portò alla band i primi problemi con le autorità costituite, che continuarono per tutti gli anni della loro attività e non solo. Vennero denunciati, gli sbirri si presentarono anche al negozio della SMALL WONDER e ovviamente vennero boicottati da tutti i media in circolazione.

Per il loro secondo album ormai già potevano contare sulle proprie forze ed infatti “STATIONS OF THE CRASS” (gioco di parole sulle stazioni della via crucis e sull’utilizzo degli stencils che usavano sui muri nelle stazioni delle metropolitane) uscì ovviamente sulla loro etichetta nell’agosto del 1979.

 

Questo disco, un doppio album con l’ultima facciata registrata in presa diretta da un live di un Pub di Islington riuscì a vendere senza nessun tipo di supporto se non altro che l’autopromozione, ben 20.000! copie, un numero esorbitante sia per quei tempi, sia per non avere avuto nessun tipo di “spinta” da parte di nessuno.

Dopo che fu lanciata la propria label furono in molti nel giro Anarcho-Punk a fare lo stesso. Oltre ad essere stati prodotti almeno per un’uscita su CRASS-RECORDS, gli stessi gruppi fondarono le proprie labels per autoprodursi: vedi i  CONFLICT / MORTARHATE – RUDIMENTARY PENI / OUTER HIMALYAN –  FLUX OF PINK INDIANS / prima SPIDERLEG poi ONE LITTLE INDIAN***, POISON GIRLS / XNTRIX, SUBHUMAN / SPIDERLEG, solo per citarne alcuni.

Nel 1980 CRASS e POISON GIRLS tennero una serie di concerti per supportare Iris Mills e Ronan Bennet, due anarchici accusati di terrorismo. I due gruppi organizzarono una campagna di controinformazione sul caso, visto che la stampa teneva sommerso il tutto, tanto da riferirsi agli accusati come “PERSON UNKOWN”, sconosciuti. Gli imputati vennero scagionati e rilasciati. Dopo questa vittoria fu chiesto alle due bands di contribuire alla creazione di un centro anarchico, l’“AUTONOMY CLUB” di Wapping, sempre a Londra. Così i due gruppi registrarono lo split 7” “BLOODY REVOLUTIONS / PERSON UNKNOWN”, e con i proventi ricavati da questo, oltre 10.000****sterline, finanziarono l’apertura.

A fronte di quanto fatto gli stessi CRASS capirono quanto potenziale potevano avere. Preso coscienza di questo, trasformarono ogni loro concerto in una battaglia per una giusta causa.

Visto la crescita esponenziale che la band anarchica stava avendo, in quel periodo vennero immancabilmente contattati dal mondo discografico mainstream. Come disse Rimbaud “fu il nemico a compiere il primo passo”: cercarono di comprarli “con del vino scadente ed un’offerta di 50.000 Pounds”, se i CRASS si fossero uniti  “al pacchetto di gruppi punk rock rivoluzionari capitanato da Jimmy Pursey” degli Sham 69. Gli anarchici vestiti di nero rifiutarono optando per l’autogestione totale della loro opera, delle attività live e di tutto quello che avevano voglia di fare e produrre.

Le attività live crebbero a dismisura, portando i soliti innumerevoli problemi. Risse, incursioni da parte del National Front, dal British Movement ma anche da parte  delle Red Brigades e dei Socialist Workers’ Party.

Cresceva però anche la rete di cui i CRASS tessevano i fili. Una miriade di bands, artisti, squatters, anarco-ecologisti, vegetariani, libertari, una galassia di gente ai margini, di Outsiders, tutti al seguito del collettivo inglese. Questo portò nella primavera del 1980 alla stampa della prima compilation da parte della CRASS-RECORDS, “BULLSHIT DETECTOR” unico esempio in cui musicisti già conosciuti fanno da traino a quelli esordienti, perché nella loro casella di posta arrivavano continuamente registrazioni da tutto il mondo. Così diedero modo a delle realtà che mai avrebbero visto la luce in altro modo, progetti sperimentali, poesie e songs, di uscire su vinile. Seguirono anche “BULLSHIT DETECTOR II” nel 1982 e “BULLSHIT DETECTOR III” nel 1984. Tra queste compilations erano presenti lavori embrionali di NAPALM DEATH, AMEBIX, CHUMBAWAMBA e tanti tanti altri.

Nell’agosto del 1980 pubblicarono il 7” con il pezzo “NAGASAKI NIGHTMARE” sul lato A, un brano antimilitarista e contro il nucleare, e una filastrocca punk “BIG A, LITTLE A”. Il disco esordì in classifica al 15* posto ma poi tutto d’un tratto scomparve. Questo strano evento venne a ripetersi diverse volte riguardo le loro produzioni discografiche seguenti e tal proposito fecero uscire un volantino dove c’era scritto il seguente: “E’ ovvio che se le grosse etichette discografiche sono in grado di pagare per far entrare i loro dischi nella Hit-Parade, possono pagare altrettanto per tenerne fuori i nostri”.

Nell’autunno di quello stesso anno si misero a lavoro sul nuovo album, che vide la luce nei primi mesi del 1981, “PENIS-ENVY”, l’invidia del pene, un concept sulla condizione femminile di quegli anni.

 

Se i CRASS musicalmente hanno sempre avuto una proposta che si differenziava dagli stilemi riconosciuti nel PUNK, in questo terzo FULL-LENGHT non c’era quasi più niente di cosa era considerato Punk-Rock. Muri di suoni che si fondevano l’uno con l’altro, rumori, dissonanze, sovraincisioni, rabbia e urla dissacranti. Lo stato confusionale degli ascoltatori fu quasi unanime, dai Punx che non erano abituati a delle soluzioni musicali di tale portata, alla stampa che immancabilmente boicottò l’opera, e questo avvenne anche nella sinistra, la quale addirittura la definì “un’opera di scandalismo gratuito, sessista e antifemminista”.

Un bel giorno di primavera del 1981 Joy-De-Vivre*****, in qualità di rappresentante della C.R.A.S.S., Creative Recording and Sound Services, si presentò alla sede di “Loving”, una rivista femminile per adolescenti, proponendo una sua “canzone d’amore”. La redazione concordò con la stampa di un Flexi-Disc che venne allegato al “Brides-Special” della rivista ed offerto fieramente alle lettrici come un must per il felice giorno di matrimonio. Ma la canzone stampata su quel bianco vinile risultò in seguito altro non essere che “our wedding” (una traccia anonima su Penis-Envy): un’invettiva contro il predominio sociale maschile e una satira del sentimentalismo squallido dei rotocalchi femminili. Ci si accorse della beffa (smascherata dal New Musical Express del 13 giugno 1981) solo dopo che Loving era già nelle edicole, diffusa in decine di migliaia di copie: l’intera Fleet-Street ne venne scossa e, dopo le scuse ufficiali per quell’“attacco orribile alla famiglia ed alla sacra istituzione del matrimonio”, la redazione del giornale venne decimata dai proprietari inferociti.

Nel dicembre 1981 i CRASS pubblicarono  “MERRY-CRASSMAS”, una presa in giro riguardo la “falsa” bontà del natale, sul centrino del 7” infatti c’è il muso di una mucca e dall’altro lato lo stesso insanguinato.

 

Poi fu la volta di “CHRST-THE ALBUM” un cofanetto con dentro due LP + un libretto intitolato “A SERIES OF SCHOCK SLOGANS AND MINDLESS TOKEN TRANTRUMS”, tradotto “Una sfilza di slogan scioccanti e filastrocche insulse e stupide”. Presa da una recensione riguardo un loro disco. (Nelle foto la stampa originale).

Arrivò la guerra delle Falklands e la band non si fece trovate impreparata a questa nuova tragedia che coinvolgeva il governo inglese. Fecero uscire il singolo “HOW DOES IT FELL TO BE A MOTHER OF ONE THOUSAND DEAD?”, violentissimo ed esplicito attacco al Primo ministro Margaret Thatcher. Il disco arrivò insaspettatamente primo in classifica, vendette 20.000 copie in pochi giorni e la Thatcher si trovò ad affrontare un’interrogazione parlamentare riguardo il contenuto del disco. Inferocita da tutto questo delegò al parlamentare conservatore Tim Eggar di indagare e far cessare le attività dei CRASS una volta per tutte.  Questi cercò di affibbiare al gruppo  il reato di “pubblicazione e diffusione di materiale osceno”, ma il tutto si affossò quando in una diretta dalla radio nazionale BBC, i CRASS non solo riuscirono a tenere testa all’intervista, ma avendo sorprendentemente  informazioni riservate svelarono la verità su ciò che di marcio c’era nel partito conservatore e nell’intervento militare contro l’isola Argentina. Tim Eggar non riuscì a replicare essendo stato preso di sorpresa con queste rivelazioni. Fu molto imbarazzante ed il centralino della BBC venne invaso da centinaia di telefonate di cittadini che protestavano per aver sentito chi era contrario alla guerra delle Falklands e che addirittura questi erano in radio nazionale.

Quando nel novembre del 1982 i CRASS fecero uscire “SHEEPFARMING”, un altro singolo contro la guerra, dovettero stamparlo e importarlo clandestinamente in UK, immancabilmente vennero accusati di essere “traditori della patria”, si presero l’ennesima denuncia per “oscenità” e questa volta ricevettero addirittura una diffida dalla Camera dei Comuni. Tutto questo non bastò a fermarli e al singolo fece seguito un altro intero album, il loro quinto, “YES SIR, I WILL”.

Alla vigilia del nuovo trionfo elettorale dei conservatori, i Tory in Inghilterra , la band fece uscire il singolo “WHODUNNIT” in cui nel testo si dichiarava

“Chi ha riempito ancora di merda il N.10 di Downing Street?”. Anche riguardo la confezione del disco non era di meno l’accusa, essendoci in copertina un rotolo di carta igienica sporca e in una foto sul retro una piccola Union Jack (la bandiera Inglese), piantata a sventolare in una merda. A completare l’opera il vinile di colore marrone!

A Fine novembre 1983 un altro singolo era pronto, “YOU’RE ALREADY DEAD”, sempre riguardo la critica sulla guerra e sul come non basta manifestare pacificamente e in silenzio per contrastare le politiche del governo.

Prima di arrivare alla conclusione di questo progetto politico che usava la musica e le arti per sensibilizzare le persone, far crescere una critica attiva verso le istituzioni, far diventare la gente artefice del proprio destino, un ultimo atto di sabotaggio vide luce poco prima della fatidica data del 1984.

Riuscirono a manipolare un nastro magnetico e fecero uscire una conversazione dove Margaret Thatcher dialogava con l’allora presidente degli Stai Uniti D’America, Ronald Reagan. Nel corso della telefonata veniva ammessa la diretta responsabilità del primo ministro inglese nell’affondamento dell’incrociatore argentino Belgrano. L’ordine era giunto proprio mentre era in corso la missione di pace del segretario di stato americano Alexander Haig, e la conseguente rappresaglia argentina (il bombardamento del cacciatorpediniere Sheffield) costò un grande numero di perdite tra i marinai inglesi. Pensate che al riguardo la Thatcher aveva imposto l’assoluto silenzio stampa. Nel nastro modificato i CRASS riuscirono anche ad inserire una dichiarazione di Reagan in cui veniva presa in considerazione l’idea di un conflitto nucleare in Europa nel caso fosse stata messa in pericolo la sicurezza degli Stati Uniti.

La registrazione venne spedita in forma anonima alle principali testate giornalistiche di tutto il mondo. La faccenda rimase in silenzio per circa un anno quando un nastro arrivò all’ufficio del dipartimento di Stato americano a Washington. Venne addirittura accusato il Cremlino di spionaggio con in mezzo il KGB. Smascherati da un giornalista dell’Observer i CRASS a quel punto decisero di riconoscersi come gli artefici del fatto. Dunque i CRASS finirono sulle pagine dei giornali di mezzo mondo, pensate, un gruppo Punk Anarchico che si è preso gioco dell’ordine mondiale.

Così si arrivò al 1984, anno in cui i CRASS avevano deciso che la loro avventura sarebbe finita. Il 1984 per certi versi si rilevò anche peggiore dei presagi presenti nel libro di Orwell. Disoccupazione alle stelle, minatori in sciopero ovunque (negli anni ’80 erano ancora una forza lavoro importante in Inghilterra), tantissimi sfratti, povertà, le politiche neo-liberiste della “IRON-LADY” stavano distruggendo il tessuto sociale inglese. Nel mentre continuavano i sequestri dei dischi dei CRASS ovunque nel Paese. Le forze di polizia entravano nei Record Shop perquisendo e portandosi via tutto ciò che trovavano legato al collettivo punx, quindi anche le uscite della loro label e le altre bands affini.

 

Qui di seguito riporto alcuni estratti dei protagonisti di questa storia.

  • … Avevo visto i manifesti dei concerti dei CRASS molto prima di averne sentito parlare e di avere ascoltato la loro musica. La grafica era di grande impatto proprio perché era così sobria. La rivoluzione in corso nella nostra zona era molto più colorata. Il giro Bohemienne di New York, che a quel tempo per noi era il mondo, in realtà era solo un piccolo ghetto. Ho incontrato Steve dei CRASS proprio sotto casa mia sulla 5* strada proprio pochi giorni prima dei loro concerti a New York. Era proprio fighissimo, io me stavo là fuori a fumarmi una sigaretta e lui si avvicina e mi si siede accanto. Erano le 2 di notte, ce ne siamo andati in giro insieme. Poi sono andata a vederli suonare. Erano tipi a posto, tutti vestiti di nero e molto, molto seri. Le nostre diversità culturali era abbaglianti. La scena Punk di NY era molto tipo delinquenza giovanile Warholiana, la nostra rivolta era nel nostro modo di sopravvivere. La scena inglese, il giro dei CRASS voglio dire, era molto più politicizzata. La cosa mi aveva preso molto, così ho mollato tutto e sono andata a vivere con loro. Quando i miei amici di New York ricevevano le mie lettere dalla “DIAL-HOUSE”, pensavano fossi ricoverata in una clinica.” Annie Anxiety in “Punk Is Dead, Punk Is Everything”.
  • “…La sfida del non mangiare carne è un attacco diretto ad una realtà alla quale la gente è stata abituata con la forza per mezzo dell’educazione. Qualsiasi critica costituisce una minaccia per le loro convinzioni, ma i loro pretesti non sono più validi e forti delle nostre ragioni.” Pete Wright in un intervento su “The Animals Packet”.
  • …In una società dove l’ingordigia e l’interesse economico sono divenuti dei valori di comportamento accettabili, è naturale ci venga spontaneo volgerci indietro e ricordare i bei tempi andati. Il sogno non è finito comunque: ha solo bisogno di trovare altre strade per esprimersi!…”. Penny Rimbaud.
  • “Credo che una raccolta come questa sia in grado di affossare il mito stupido secondo cui il PUNK è stato soltanto una sciocca pernacchia alla faccia della musica leggera. Queste canzoni sono la testimonianza di un periodo storico durante il quale l’industria musicale è stata costretta a mollare la presa, un periodo in cui la gente si sia riappropriata di ciò che realmente le apparteneva celebrando la propria vittoria per mezzo di musica e suoni. L’industria musicale ha imparato la lezione ed è riuscita presto a riprendere il controllo: basta che diate un’occhiata a cosa c’è oggi nelle classifiche di “musica alternativa” per capire quanto indietro siamo tornati. E mentre vi divertite ascoltandole, ricordate bene che niente di queste musiche è stato fatto per soldi: questa è musica popolare, musica della gente, fatta per la gente”. Questo scritto apparve sulle note di “A SIDES”, una raccolta uscita  in due CD comprendente alcune canzoni che in precedenza uscirono su vinile , sempre su CRASS-RECORDS.

 

*Lo scrittore, giornalista, saggista, attivista, critico letterario Eric Arthur Blair, in arte George Orwell (Mothiari/India 25/06/1903 – Londra/UK 21/01/1950 ), scrisse quello che è probabilmente non solo il suo romanzo più popolare, ma anche la storia distopica più famosa nel mondo, appunto, 1984! Scritto nel 1948 (e per questo fece un gioco nel titolo semplicemente invertendo le ultime due cifre), negli anni è divenuto un riferimento per tutto ciò che riguarda i meccanismi di controllo, basti pensare che il è diventato di uso comune l’aggettivo “orwelliano” per definire tali sistemi di repressione, totalitarismo e/o controllo del pensiero. Un altro riferimento per capire la portata, il peso e l’importanza di questo scritto, è il termine e il concetto del “BIG-BROTHER”, ossia il “Grande Fratello”, “il controllo perenne e costante da parte degli strumenti di controllo, “Big Brother IsWatchingYou”, viene da questo romanzo fantapolitico.

**Wally Hope (1947-1975), il quale vero nome era Phil Russel, fu uno sperimentatore culturale del movimento underground inglese, organizzatore del Windsor-Free-Festival e dello Stonehenge-Free-Festival. Deciso a rimanere nei dintorni del luogo considerato sacro di Stonehenge, radunò circa una trentina di persone per quella che fu denominata “The Wallies Of Wessex”, sperimentando droghe psichedeliche, vivendo in tende a stretto contatto con la natura, cercando di risalire alle antiche e misteriose origini di quel mitico luogo. Per questo Wally e i suoi seguaci finirono in corte dove continuarono ad avere atteggiamenti situazionisti, dando come indirizzo “Fort Wally, c/o God, Jesus and Buddha, Garden of Allah, Stonehenge Monument, Salisbury, Wiltshire, sbeffeggiando l’autorità e quando persoero la causa questo fu quello che dichiarò Hope:  “Every Body is Wally, Every Day is Sun Day”.

These legal arguments are like a cannon ball bouncing backwards and forwards in blancmange. We won, because we hold Stonehenge in our hearts. We are not squatters, we are men of God. We want to plant a Garden of Eden with apricots and cherries, where there will be guitars instead of guns and the sun will be our nuclear bomb“.

Purtroppo Wally Hope fu trovato morto dopo un raid della polizia nel quale venne trovato con diverso quantitativo di LSD. Le autorità dichiararono che si suicidò ma come il suo caro amico Penny Rimbaud disse da subito, fu assassinato dallo stato per il suo credo politico e il suo essere uno spirito libero e indomabile.

*** La One-Little-Indian ha avuto una storia particolare, da entità indipendente del circuito Anarcho-Punk divenne una grande label, avendo nel suo Roster gente come Björk e Skunk Anansie, le quali ovviamente fecero fare la fortuna dell’etichetta vendendo milioni di copie.

**** Un grande quantitativo di queste copie venne acquistato dalla nota catena di negozi HMV, per poi distruggerle su ordine della direzione.

***** La mia seconda figlia, Tilda-Joy, si chiama Tilda, scelto dalla madre per Tilda Swinton, e Joy, scelto da me, proprio per Joy-De-Vivre.

Un ringraziamento speciale a Stella Nera e Marco Pandin per la maggior parte delle fonti di questo articolo.

E grazie ai CRASS, senza i quali il PUNK non sarebbe lo stesso.

Dall’archivio personale di Alessandro Kola

Discografia Ufficiale CRASS:

Full Length :

  • The Feeding Of The Five Thousand – 1979 – Small Wonder Records
  • Stations Of The Crass – 1979 – Crass Records
  • Penis Envy – 1981 – Crass Records
  • Crass / Poison Girls – Anarchy Live – 1982 – BBP Records
  • Christ – The Album / Well Forked – But Not Dead – 1982 – Crass Records
  • Yes Sir, I Will. – 1983 – Crass Records
  • Christ – The Bootleg – 1989 – Allied Records
  • You’ll Ruin It For Everyone – 1993 – Pomona Records

Singles &Eps :

  • Reality Asylum / Shaved Women – 1979 – Crass Records
  • Crass / Poison Girls – Bloody Revolutions / Persons Unknown – 1980 – Crass Records
  • Rival Tribal Rebel Revel – 1980 – Crass Records
  • Nagasaki Nightmare / Big A Little A – 1980 – Crass Records
  • Merry Crassmas – 1981 – Creative Recordings And Sound Services
  • How Does It Feel – 1982 – Crass Records
  • Who Dunnit? – 1983 – Crass Records
  • Sheep Farming In The Falklands – 1983 – Crass Records
  • You’re Already Dead – 1984 – Crass Records
  • 10 Notes On A Summer’s Day – 1986 – Crass Records
  • Do They Owe Us A Living? – First N’ Last – 2019 – One Little Indian
  • Normal Never Was– 2020  – Crass Records
  • Normal Never Was II – 2020  – Crass Records
  • Normal Never Was III – 2020 – Crass Records
  • Normal Never Was IV – 2021 – Crass Records

Compilations:

  • Best Before…1984 – 1986 – Crass Records
  • LIVE ‎(CDr, Comp, Promo) – 2019 -Crass Records

Miscellaneous :

  • Crass, Matthew Worley – Big A Little A ‎(Flexi, S/Sided, Promo) – 2019 – Not On Label
  • Live In Belfast September 1982 ‎(Cass, C60)- Unknown – Warzone Tapes

 

 

 

Pubblicato il: 01/04/2021 da Alessandro Cola