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CSI – Fuochi nella notte (di San Giovanni): “Quietami i pensieri e le mani, e in questa veglia pacificami il cuore”

CSI – Fuochi nella notte (di San Giovanni): “Quietami i pensieri e le mani, e in questa veglia pacificami il cuore”

Tra poco arrossa il cielo della sera
Sospeso tra azzurri spazi gelidi e lande desolate
Quietami i pensieri e le mani
E in questa veglia pacificami il cuore

 

Quella appena trascorsa, la notte di San Giovanni, è da secoli considerata una notte magica e prodigiosa… la notte dell’impossibile e delle streghe!

La notte di San Giovanni, il santo asceta che battezzò Gesù, cade infatti tra il 23 e il 24 giugno, dopo il solstizio d’estate, nel momento in cui il sole e la luna, il Fuoco e il Freddo, si sposano donando forza e vigore a tutte le creature.

Non è una notte come le altre, perché porta con sé tantissime tradizioni e riti magici, molti dei quali ancora dimorano nelle usanze contadine e delle popolazioni che da sempre le custodiscono nel profondo del loro cuore.

La Festa di San Giovanni rappresenta l’unico caso in cui si festeggia la nascita di un Santo e non, come sempre avviene, la sua morte, e questo già porta con sé significati positivi collegati alla vita che inizia. D’altronde, essa è vicina al solstizio d’estate, che nel mondo pagano era riportato ad un rito di passaggio: la Terra, infatti, passava dal predominio lunare a quello solare durante la notte più corta dell’anno.

Sempre in questa notte di festeggiamenti, si usava bruciare le vecchie erbe nei falò e se ne raccoglievano di nuove a fini propiziatori, per avere fortuna, salute e denaro.

(Fonte: Fremondoweb)

Di seguito, i CSI suonano dal vivo Fuochi nella notte di San Giovanni, canzone tratta dal loro primo album Ko De Mondo del 1993.

Il testo è di Giovanni Lindo Ferretti, la musica di Massimo Zamboni, Francesco Magnelli e Gianni Maroccolo.

  • In questa ballata che chiudeva il primo storico album dei CSI, il gruppo riesce a far rivivere con poche semplici immagini tutta la forza di questa antica tradizione. L’estate è appena cominciata, i falò sono accesi, bruciano i vecchi ricordi, muoiono i vecchi preti e gli spaventati guerrieri, il ciclo delle stagioni riparte, e non possiamo fare altro che pacificarci il cuore, accettare il ciclo della vita e della morte perché così vanno le cose così devono andare. (AntiwarSongs)

TESTO

Parlano piano al sole le ombre
stanche di rumorose rabbie e infinite menzogne
Lunghe di sterminati fili in lunga fila
sorde ai tonfi di corpi che vengono abbattutiTra poco arrossa il cielo della sera sospeso
tra azzurri spazi gelidi e lande desolate
Quietami i pensieri e le mani
e in questa veglia pacificami il cuore

Così vanno le cose, così devono andare
Così vanno le cose, così devono andare

S’alzano sotto cieli spenti
I canti di chi è nato alla terra ora
Di volontà focoso e speranze
E da energie costretto si muove
Alla danza danza danza danza
danza danza danza

Festa stanotte di misere tribù sparse impotenti
Di nuclei solitari che è raro di vedere insieme ancora
E s’alzano i canti e si muove la danza
E s’alzano i canti e si muove la danza
danza, danza, danza, danza

Muoiono i preti rinsecchiti e vecchi
E muoiono i pastori senza mandrie
Spaventati i guerrieri,
persi alla meta i viaggiatori
La saggezza è impazzita
Non sa l’intelligenza
La ragione è nel torto
Conscia l’ingenuità,
ma non tacciono i canti
e si muove la danza

Tu quietami i pensieri e il canto
in questa veglia pacificami il cuore

Così vanno le cose, così devono andare
Così vanno le cose, così devono andare
Chi c’è c’è e chi non c’è non c’è
Chi c’è c’è e chi non c’è non c’è

Chi è stato è stato e chi è stato non è
Chi c’è c’è e chi non c’è non c’è
Chi c’è c’è e chi non c’è non c’è
E non tacciono i canti e si muove la danza
E non tacciono i canti e si muove la danza
Danza danza danza danza
Danza danza danza danza

Così vanno le cose, così devono andare
Così vanno le cose, così devono andare
Così vanno le cose, così devono andare


Fuochi nella notte di San Giovanni è stata interpretata dai CSI con Goran Bregović nel “Concerto di Inizio Millennio” il 5 gennaio 2000:

Li hanno fatti quest’anno i falò? – chiesi a Cinto.
Noi li facevamo sempre. La notte di S. Giovanni tutta la collina era accesa.
Poca roba, – disse lui. – Lo fanno grosso alla Stazione, ma di qui non si vede. Il Piola dice che una volta ci bruciavano delle fascine.
Chissà perchè mai, – dissi, – si fanno questi fuochi. Si vede che fa bene alle campagne, – disse Cinto, – le ingrassa.
(Cesare Pavese, La luna e i falò, 1949)

Da I fuochi di San Giovanni fra storia e folklore di Giorgio Amico

La notte del 24 Giugno di ogni anno è la notte del solstizio d’estate.

Il solstizio è un punto di svolta dell’anno, lentamente il sole inizia a declinare, per l’uomo primitivo è il momento di ricorrere a riti magici con cui arrestarne il declino, o quanto meno garantire la rinascita della vita delle piante. Il falò deve servire a sostenere l’astro, ad aiutarlo a mantenere la sua potenza, allontanando le forze avverse Un rito quindi che permette di espellere o tenere lontano tutto ciò che può essere dannoso a uomini, luoghi, piante, animali. Un rito di purificazione (che fa appello al carattere purificatore del fuoco, e, come vedremo, anche dell’acqua). Un rito di morte e resurrezione e dunque di fertilità

“Nell’Europa moderna – scrive James Frazer, uno dei padri della moderna antropologia,– la grande festa di mezz’estate è stata soprattutto una festa dell’amore e del fuoco. Uno dei suoi caratteri principali è la scelta degli innamorati che saltano sopra i fuochi tenendosi per mano e si tirano dei fiori attraverso le fiamme”.

La festa di San Giovanni ha un carattere misterico e ambivalente. Si tratta della principale festa della luce, ma ha il suo epicentro nella notte; è una festa del fuoco (simbolo del principio maschile), ma anche dell’acqua (simbolo del principio femminile). D’altronde il fuoco e l’acqua sono gli elementi centrali della predicazione del Battista. Dice Giovanni Battista: “Io vi battezzo con acqua…; ma colui che viene dopo di me… vi battezzerà in spirito santo e fuoco” (Matteo 3.11)

Secondo le tradizioni celtiche e nordiche, la notte del 24 giugno corrisponde alla notte di mezza estate. Il mondo naturale il soprannaturale si compenetrano e cose ritenute impossibili diventano possibili. Il tempo si ferma. Cadono le barriere che separano le diverse manifestazioni dell’esistere. Fate, folletti, elfi fanno irruzione nel mondo. William Shakespeare in Sogno di una notte di mezza estate ha reso in tutta la sua magia questa notte straordinaria.

La Danza Matisse

La festa di San Giovanni è quella che forse più esemplarmente di altre testimonia di quella commistione di pagano e cristiano che è uno dei tratti caratterizzanti la religione popolare

Giano, dio bifronte del principio e della fine, delle porte e dei confini, cede il controllo delle “porte solstiziali”. A guardia di tali porte viene sostituito dai due Giovanni: San Giovanni Battista che governa sul solstizio d’estate, San Giovanni Evangelista che governa sul solstizio d’inverno. Anche la somiglianza fonetica evidente fra Janus e Joannes, dimostra che la collocazione della festa dei due Giovanni in prossimità dei solstizi non è casuale. San Giovanni assume nel Cristianesimoil posto che occupava, nella ripartizione delle feste della Roma Imperiale, il Dio Giano di cui una faccia guardava il passato, l’altra l’avvenire, mentre la faccia invisibile contemplava “l’eterno presente”. E la posizione dei due Santi alla data dei solstizi, conferisce loro una doppia parte, spirituale e cosmologica ad un tempo. Posti in tal modo alle porte solstiziali, essi sono come i pilastri del cielo.


Articolo a cura di Skatèna

L’immagine in evidenza è uno screenshot del video dei CSI Fuochi nella notte di San Giovanni postato nell’articolo.

 

 

Pubblicato il: 24/06/2020 da Skatèna