Depeche Mode “Memento-Mori World-Tour” Milano-Indoor Forum 28.03.2024
Non so se capita anche voi, ma ci sono delle band che, per un motivo o per un altro, per anni, innumerevoli volte che hanno fatto tour, concerti, suonato live, non si riescono a vedere. Ecco, la mia, in questo caso, sono, anzi, erano, fino a giovedì scorso (28.03.2024), i Depeche Mode. Sempre fuori synch riguardo ai luoghi dove suonavano, mi trovavo sempre in un altro posto rispetto a loro.
Finalmente riesco a godermeli, perchè è proprio questo il caso, in un ambito che preferisco, ossia un concerto al chiuso, indoor, nello specifico in quel del Forum di Assago di Milano. Location ovviamente più intima rispetto ai mastodontici stadi, dove i ragazzi, ormai divenuti uomini adulti, provenienti da Basildon (UK), sono da decenni abituati a suonare.
Devo essere sincero, le aspettative che avevo erano piuttosto alte, sia perchè ho stima e rispetto riguardo “la band elettronica più popolare e longeva che il mondo abbia mia conosciuto” (dalla nota rivista musicale britannica “Q”), sia perché, una quantità infinita di mie conoscenze, puntualmente mi riportava i vari report post-gig, tutti, all’unanimità, eclatanti.
Il loro attraversare più generi musicali, dal Synth-Pop alla New-Wave degli esordi, ai toni cupi, quasi Gothic di “Black Celebration”, “Violator” e “Songs of Faith&Devotion” con l’uso maggiore di chitarre, quel loro Pop-Dream-Rock, l’elettronica massiccia, l’Alternative Dance, così come echi del Post-Punk, Trip-Hop (Ultra), Gospel ecc., insomma, un progetto, quello di questi inlgesi, che ha toccato veramente diverse influenze, facendoli diventare, nel corso degli anni, una delle band più amate del pianeta.
Ed eccomi dunque al grande evento.
Per le date italiane del “Memento-Mori-World-Tour”, questo il nome dato al tour partito nel 2023 e ancora in divenire, per promuovere il loro ultimo album “Memento Mori” (2023), ad aprire le danze ci sono i Deeper, ragazzi provenienti da Chicago, Illinois. A differenza delle date di Berlino, dove come opener c’è stato il solo project di Rob Marshall, denominato “Humanist” (nel 2020 il suo brano Shock Collar ebbe come featuring proprio Dave Gahan), mentre per quella di Parigi apriva la cantautrice australiana Suzie Strapleton.
I novizi Deeper, essendo in giro soltanto da pochi anni, non sono per niente male. I rimandi ai “The Cure” mi sembrano evidenti. Ma lo fanno con una certa eleganza. Iniziano verso le 19, intrattenendo un Forum ancora in fase riempimento.
Verso le 21 l’attesa è finita. Con sfondo una gigantesca “M”
e visual che andranno avanti tutta la sera ad opera del fido, nonchè grandissimo fotografo Anton Corbijn, finalmente escono Dave Gahan, Martin Gore, il nucleo dei Depeche Mode, oltre ai due turnisti, si fa per dire, visto che accompagnano i loro live da ben 26 anni, il polistrumentista Peter Gordeno, e il batterista Christian Eigner, entrambi all’altezza per uno show davvero intenso.
L’avvio mi lascia un attimo spiazzato, difatti cominciano con la lenta, oscura, intimissima “My Cosmos Is Mine”, ma mi dovrò ricredere, perchè, nell’economia totale della setlist, è un salire continuo, e quindi, questo inizio, visto come una sorta di intro, ci sta tutto.
Sempre per presentare l’ultimo album, il già citato “Memento Mori”, dopo il primo brano, appena menzionato, è la volta di “Wagging Tongue”. Qui il pubblico si comincia a scaldare come si deve, e, credo non solo per me, cominciano anche i brividi. Pezzo stupendo, cantato da tutti. Epico, suggestivo, con tappeto elettronico Krafteriano.
Dopo la doppietta fatta di novità, si comincia ad andare indietro nel tempo. Da “Walking In My Shoes” a “Policy of Truth”, passando per l’evergreen “Everything Counts”, dove ballano anche gli steward, disseminati un pò ovuque all’interno del palazzetto.
Anche “It’s no Good” fa sempre la sua bellissima figura, come d’altronde la nuova “Ghosts Again”.
I due brani acustici, cantanti in solo da Martin Gore, “Home” e “Strange Love” sono da pelle d’oca, e qui, il fatto di essere in un luogo al chiuso, gioca a favore, visto anche l’acustica perfetta. Ebbene sì, in una serata pressochè stupenda, c’è stato anche un livello di suoni più che ottimo, al Forum! (sic).
La scaletta prosegue in modo scorrevole, alternando brani di successso, brani più intimi, più recenti, alcuni nuovi, alcuni storici, insomma, ce ne è per tutti i gusti. Immancabile l’omaggio al compianto Andy Fletcher, scomparso il 26 maggio del 2022, poco meno di 2 anni fa.
Dave Gahan è un vero performer, canta, balla, intrattiene e interagisce il pubblico di continuo, è super in forma. Niente male per uno che ha avuto un infarto a causa di un’overdose di eroina (durante la tappa a New Orleans durante il Devotional Tour – 1993), il tentato suicidio con taglio delle vene (1995), e un’altra overdose, questa volta di Speedball (eroina + cocaina insieme), il 28 maggio 1996, dove trova la morte clinica per ben 3 minuti, prima di essere, ancora una volta, miracolosamente, rianimato.
Il singer dei Primal Scream, Bobby Gillespie, non proprio un boyscout in fatto di abuso di sostanze psicotrope, dichiarò di essere rimasto scioccato dal massiccio uso di droghe di Dave.
Quindi vederlo a 62 anni così in forma, fa ben sperare 🙂
La tripletta finale, un tripudio, vede susseguirsi “Just Can’t Get Enough”, “Never Let Me Down Again” e, neanche a dirlo “Personal Jesus”, che tra l’altro, fu registratata proprio a Milano, come tutto l’album “Violator” (1990), da dove viene questo brano, sicuramente la loro song più famosa.
Insomma, tirando le somme, i Depeche Mode sono stati ben all’altezza di tutti i “rumors” che avevo sentito fino ad ora.
Ma vi devo dire la verità, di questo, non ne avevo il minimo dubbio.
E stasera (30.03.2024) si fa il bis!
Pubblicato il: 02/04/2024 da Alessandro Cola