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Fabrizio De André – Smisurata Preghiera

Fabrizio De André – Smisurata Preghiera

Non doveva andarsene, non doveva. È stato il più grande poeta che abbiamo mai avuto. (Fernanda Pivano) 

Fabrizio De André morì l’11 gennaio 1999 all’Istituto dei tumori di Milano, dove era stato ricoverato per un carcinoma polmonare.

I funerali si svolsero nella Basilica di Santa Maria Assunta di Carignano a Genova il 13 gennaio: vi parteciparono oltre diecimila persone, tra cui estimatori, amici ed esponenti dello spettacolo, della politica e della cultura.

Io ho avuto per la prima volta il sospetto che quel funerale, di quel tipo, con quell’emozione, con quella partecipazione di tutti non l’avrei mai avuto e a lui l’avrei detto. Gli avrei detto: «Guarda che ho avuto invidia, per la prima volta, di un funerale.» (Paolo Villaggio)

Dopo la cremazione, le sue ceneri vennero sparse, per sua espressa volontà, nel Mar Ligure, al largo di Genova.

Per rendergli omaggio vi propongo l’ascolto di Smisurata Preghiera, canzone tratta da ‘Anime Salve’ (1996),
testo e musica di Fabrizio De André e Ivano Fossati:

Il testo è poesia allo stato puro:

Alta sui naufragi
dai belvedere delle torri
china e distante sugli elementi del disastro
dalle cose che accadono al disopra delle parole
celebrative del nulla
lungo un facile vento
di sazietà di impunità
Sullo scandalo metallico
di armi in uso e in disuso
a guidare la colonna
di dolore e di fumo
che lascia le infinite battaglie al calar della sera
la maggioranza sta la maggioranza sta
recitando un rosario
di ambizioni meschine
di millenarie paure
di inesauribili astuzie
Coltivando tranquilla
l’orribile varietà
delle proprie superbie
la maggioranza sta
come una malattia
come una sfortuna
come un’anestesia
come un’abitudine
per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore
di umanità di verità
per chi ad Aqaba curò la lebbra con uno scettro posticcio
e seminò il suo passaggio di gelosie devastatrici e di figli
con improbabili nomi di cantanti di tango
in un vasto programma di eternità
ricorda Signore questi servi disobbedienti
alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto
che dopo tanto sbandare
è appena giusto che la fortuna li aiuti
come una svista
come un’anomalia
come una distrazione
come un dovere

Poco tempo prima, il 26 luglio 1997, Fernanda Pivano, scrittrice e traduttrice, tra l’altro, dell’Antologia di Spoon River, consegnò a De André il Premio Lunezia per il valore letterario del testo di Smisurata preghiera, mettendo in imbarazzo il cantante presentandolo come

il più grande poeta in assoluto degli ultimi cinquant’anni in Italia“,

quel dolce menestrello che per primo ci ha fatto le sue proposte di pacifismo, di non violenza, di anticonformismo“,

aggiungendo che

sempre di più sarebbe necessario che, invece di dire che Fabrizio è il Bob Dylan italiano, si dicesse che Bob Dylan è il Fabrizio americano“.

  • […] De André attraverso la poesia stavolta ci offre un vero, grande affresco a tinte forti della solitudine libera e scelta, presupposto necessario per “consegnare alla morte una goccia di splendore, di umanità”, perché l’uomo è individuo non esaltato dalla massa, dalla folla, dalla maggioranza, ma da essa annullato, appiattito, reso schiavo e complice di naufragi, scandali, disastri. Una condizione questa che necessita forza, tenacia (“direzione ostinata e contraria”) ma sembra garantire soltanto una vita disagevole ed emarginata (“nel vomito dei respinti”, “marchio speciale di speciale disperazione”). Quand’ecco, almeno alla fine, la speranza che la fortuna faccia il suo dovere ed aiuti i figli (di Dio) disobbedienti alle leggi del branco, restando comunque questa un’anomalia. È secondo me LA canzone di De Andrè, nella quale possiamo leggere il punto di vista dell’autore maturato in tanti anni, apparsoci frammentato in tante canzoni non soltanto in questo album, e qui riunito in un ideale “manifesto” comunque molto bello e poetico malgrado questa sua natura, se si vuole libertario o anarchico, la definizione non è forzata, ma soprattutto inno alla libertà e alla solitudine come scelta in una società statalista e massificata. (Antiwarsongs)

Fonte immagine in evidenza: https://commons.m.wikimedia.org/wiki/File:Fabrizio%2BDe%2BAndr%2Bfaber.jpg


 

 

Pubblicato il: 10/03/2020 da Skatèna