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“Halloween – The Beginning”: la soundtrack “da paura” pensata da Rob Zombie

“Halloween – The Beginning”: la soundtrack “da paura” pensata da Rob Zombie

di Skatèna

31 ottobre 2019: stanotte si festeggia Halloween.

Forse non tutti sanno che la festa di Halloween non nasce in America, ma ha origini antichissime e remote rintracciabili in Irlanda, quando la verde Erin era dominata dai Celti. Halloween corrisponde infatti a Samhain, il capodanno celtico. Dall’Irlanda, la tradizione è stata poi esportata negli Stati Uniti dagli emigranti che, spinti dalla terribile carestia dell’800, si diressero numerosi verso le nuove terre. 

La sera del 31 ottobre nella vecchia Inghilterra. Ruth Edna Kelley – The Book of Hallowe’en entry at The Project Gutenberg.

Premesse dovute a parte, oggi mi preme parlarvi di Halloween – The Beginning, il film di Rob Zombie del 2007, che è remake,  reboot e prequel di quell’Halloween – La notte delle Streghe del 1978, colonna portante dello slasher, diretto da un altro grande maestro dell’horror, John Carpenter, e che vedeva come interpreti principali Donald Pleasence e Jamie Lee Curtis

Nick Castle con la maschera del suo personaggio, il serial killer Michael Myers, nel film Halloween – la notte delle streghe (1978) di John Carpenter.

In Halloween – The Beginning, Rob Zombie, che prima di divenire regista era il leader del gruppo industrial metal dei White Zombie, ha evitato di girare una nuova saga di Halloween, cercando di prendere gli elementi migliori degli otto capitoli e di unirli creando una cronologia molto importante per il nuovo Michael Myers, serial killer demoniaco e quasi soprannaturale.

  • Questo è un nuovo Halloween. Chiamatelo remake\reboot\prequel, aggiornamento, rivisitazione o come vi pare, ma una cosa sicura è che è un nuovo inizio completamente avulso dalla serie. Questo è quello che mi ha interessato del progetto. (Rob Zombie)

Trama  e mini-recensione di “Halloween – The Beginning” 

Fonte: osoc.mondoraro.org

Michael Myers è tornato. La cattiva notizia è che è più grosso e più cattivo di 30 anni fa. Rob Zombie ha deciso di dare nuova vita al più famoso serial killer di tutti i tempi (come citava il trailer) con quello che più che un remake è un omaggio al capolavoro di Carpenter. In questa versione moderna della storia del killer di Haddonfield viene dato maggior peso alle vicende personali dell’infanzia di Michael. La prima parte verte infatti interamente sul disagio del piccolo Myers, proveniente da una famiglia in cui la madre è una spogliarellista (la sempre splendida Sheri Moon Zombie), il padre è un ubriacone e la sorella una adolescente che gira per casa mezza nuda e passa le serate a fare sesso col fidanzato in camera sua. Non esattamente l’esempio della perfetta famiglia americana insomma.

A parte la madre che cerca invano di capire i problemi del figlio che nel tempo libero si diverte a torturare e uccidere animali e poi fotografarli, l’unico componente della famiglia con cui Michael sembra avere un certo feeling è la piccola Laurie, non a caso l’unica che scamperà alla sua follia omicida. Il resto della storia…beh, credo lo conoscano tutti. Quello che risulta evidente di questo film è che si tratta a tutti gli effetti di un film di Rob Zombie, con tutti i nessi e connessi che questo comporta. A ben guardare, infatti, nemmeno la storia ricalca più di tanto quella del film culto Carpenteriano. Se nel primo “episodio” infatti c’è tutto uno spaccato sulla generazione dei teenager della provincia americana e sulle loro abitudini, sulle piccole trasgressioni che si concedono (come fumare una sigaretta in macchina o lasciare il bambino a cui si deve fare da baysitter all’amica per andare a casa del proprio ragazzo), laddove la figura del serial killer appare come un elemento di rottura che arriva a sconvolgere gli equilibri di una quotidianità fin troppo piatta, qualcosa che non ha una vera e propria spiegazione, in questa nuova versione il regista si preoccupa fin troppo di caricare il killer di tutta la rabbia possibile maturata in venti anni di disagi e chiusure, in famiglia prima e in clinica poi.

Zombie pare preoccuparsi molto -eccedendo a volte- dell’aspetto psicologico di Myers, sui motivi che possono portare un ragazzino apparentemente normale, a perdere qualunque senso di rispetto nei confronti di una società che non lo capisce e non lo accetta. Lo fa in maniera talmente insistita da apparire a tratti troppo didascalico. Se il Myers di Carpenter era come un lupo che si trova all’improvviso in una stalla e uccide in risposta ad un proprio bisogno istintivo, senza una vera e propria cognizione di causa, questo è una furia inarrestabile che uccide per dare sfogo alla propria inesauribile rabbia. E’ impossibile non avere paura di lui; a volte anche la macchina da presa sembra volersi nascondere per sfuggire alla sua collera. Il film regge anche grazie ad una regia che, seppur a tratti troppo compiaciuta di sè stessa, non si appiattisce mai e questo è secondo me il vero merito del regista, ossia quello di portare lo spettatore ad osservare l’omicida dal punto di vista della vittima. Dargli la sensazione di trovarsi lui a due passi dalla morte, merito di una spiccata e sadica capacità di realismo che sa conferire alla pellicola.

Ma veniamo a quello che è l’argomento principe dell’articolo, ossia la colonna sonora di Halloween – The Beginning…

Qualsiasi film, si sa, acquista valore se corredato di una buona colonna sonora. Questo discorso vale ancor più se il film in questione è un horror, in quanto qualsiasi horror che si rispetti non si può concepire senza un giusto tema di sottofondo.

A siglare Halloween – The Beginning, dunque, vi è una colonna sonora che ben si potrebbe definir di culto (e poi, voglio dire, ci stanno i Misfits, Iggy Pop con gli Stooges, e quella meraviglia di (Don’t Fear) The Reaper dei Blue Öyster Cult!) con arrangiamenti di matrice heavy, che si fondono nel dark, dove Zombie cerca di trasmettere pura isteria fine a se stessa, disorientando così l’orecchio dello spettatore (fonte: rockbywild). Oltre al tema principale, vengono riutilizzati il bellissimo tema di Laurie, (Don’t Fear) The Reaper, e una versione più lenta e sensuale di Mr. Sandman.

Rob Zombie, nella doppia veste di regista e sceneggiatore (quest’ultimo ruolo lo ha svolto proprio con John Carpenter!), ha fatto in modo che emozioni suscitate da terrore, suspense, ansia e tensione fossero mescolate tra loro magistralmente e veicolate in una corsa verso una meta senza fine. Ma mentre nell’Halloween del 1978 di Carpenter la famiglia Myers aveva dei valori e degli ideali, nella famiglia di marchio Zombie compaiono elementi molto più duri e cruenti, risaltando una violenza che più che fisica, è soprattutto psicologica, e che si abbatte impietosa e feroce su Michael, bambino costretto a vivere un’infanzia difficile fatta di maltrattamenti e indifferenza da parte dei suoi familiari.

La soundtrack di Halloween The Beginning uscì per la label UMG negli Stati Uniti il 21 agosto 2007 e fu pensata dallo stesso Rob Zombie: essa presenta 12 tracks e 12 dialoghi estratti dalla pellicola.

Tracklist

  1. These are the Eyes *
  2. Halloween Theme 2007 (Tyler Bates – basata sulla colonna sonora originale di John Carpenter)

  1. Is the Boogieman Real? *
  2. (Don’t Fear) The Reaper (Blue Öyster Cult)

5. Are You Saying Michael Did This? *

6. Love Hurts (Nazareth)

7. I Hope She Likes Cripples *

8. Baby, I Love Your Way (Peter Frampton)

9. A Taco Deluxe Supreme *

10. Tom Sawyer (Rush)

11. Driven by Pure Animal Instinct *

12. Let It Ride (Bachman Turner Overdrive)

 

13. Trick or Treat, Baby *

14. God of Thunder (Kiss)

15. Satan’s Mother *

16. 1969 (Iggy Pop)

17. Talking About the Anti-Christ *

18. Only Women Bleed (Alice Cooper)

19. Needs to Get Laid *

20. Halloween II (The Misfits)

21. Was that the Boogieman? *

22. The Shape Stalks Laurie (Tyler Bates – basata sulla colonna sonora originale di John Carpenter)

23. The Scream *

24. Mr. Sandman (Nan Vernon)

Nel 2009 uscì poi Halloween II, sequel di Halloween – The Beginning, sempre diretto e sceneggiato da Rob Zombie.

Una curiosità: sapevate che per il regista de La Casa dei 1000 corpi che ridono, l’esperienza con i suoi film del 2007 e del 2009 sulla saga di Halloween è stata “orribile”?

Esperienze miserabili sul set per colpa di Harvey Weinstein

Ecco che cosa ha affermato Rob Zombie durante un’intervista:

Fare Halloween con i Weinstein è stata un’esperienza terribile per me, ed ero indeciso se fare anche il secondo. Ho fatto la seconda pellicola pensando ‘Okay la prima esperienza è stata orribile ma è andata bene, perciò sarà più semplice la seconda’ E invece è andata peggio. Mio dio. Mi sono sentito come se non si fossero fidati di me perché volevano essere sicuri che il film avesse successo, e quindi anche dopo non si fidavano perché non volevano che incasinassi la loro pellicola di successo. 

 
 

 

 

 

 

 

Pubblicato il: 30/10/2019 da Skatèna