Il concerto di Gigi D’Agostino @Milano Fiera 21-6-2024
Ho 15 anni, gli amici, il motorino, gli ormoni impazziti e una vita in provincia dove le cose arrivano, ma dopo, con calma. La musica passa dalla radio e in radio c’è musica dance: commerciale, progressiva, house, tribale. Con il senno del poi, inutili etichette di sottogeneri. In provincia non c’è la discoteca, qui siamo a Colleferro mica a New York canteranno i 666 anni dopo rifacendo il verso ad una nota canzone degli 883. Quindi anche se vuoi ballare perché ti piace e perché ne capisci il valore sociale, o ti fai la festa sfigata a casa o aspetti l’estate al villaggio vacanze e vedi quello che ne esce fuori. Poi magari rimorchi, poi magari ti innamori, poi magari hai la fidanzatina a Milano e per arrivarci a Milano non è facile: sei senza soldi, con la scuola, il treno è lento. Alla lunga decidi che le storie a distanza non fanno per te.
Passano 30 anni, mezza giornata a lavoro e poi un treno velocissimo ti porta a Milano, lasci cose al B&B prenotato e prendi un taxi pagato con la carta di credito. Capisci che i soldi non fanno la felicità, ma aiutano parecchio. La felicità la ritrovi al concerto che stai per andare a vedere, che già sai che la parola concerto farà storcere il naso ai puristi. Perché alla fine “Dai su, è solo uno che mette i dischi” perché non suona, perché non sono i Pink Floyd.
Però il rito collettivo è presente, la gente alla fiera di Milano è tantissima (evento sold-out), sono tutti differentemente-giovani ma c’è sia la voglia di divertirsi, riprovare le emozioni delle estate del 1993 e seguenti, che la voglia di essere vicini a Luigino Celestino Di Agostino, vero nome di Gigi D’Agostino, meglio noto come Gigi D’Ag uscito da un periodo di malattia non facilissimo.
Gigi mischia la musica, porta i suoi brani più famosi in parte rieditati (il mio compagno di concerto dirà terzinati), qualche canzone non sua ma dello stesso periodo (Eins, Zwei, Polizei dei Mo-Do, Gam Gam di Mauro Pilato e Max Monti per esempio) e qualche pezzo paraculo come i remix di le radici ca tieni o di Seven Nation Army (il PO-POPOPPOPOPO dei mondiali del 2006). La scenografia non bada a spese: ci sono 3 video wall, le scintille, le stroboscopiche, i fuochi d’artificio, i cannoni spara fiamme e i braccialetti che si illuminano comandati da remoto come ai concerti dei Coldplay o di Taylor Swift. Si balla, si canta a squarciagola e si fanno video (che altrimenti poi non c’eri se non hai prove).
Hai partecipato ad un evento collettivo danzereccio come pochi, bello e divertente. Ti chiedi se puoi ancora divertirti così, se gli impegni, il lavoro, le responsabilità possono essere accantonate ogni tanto per tornare alla leggerezza dei 15 anni. Vedi una Milano che in 30 anni ha fatto grandi cambiamenti e pensi all’immobilismo della capitale.
È stato bello, e alla fine questo è tutto quello che conta.
Ringrazio Fernanda per l’organizzazione perfetta e Simone per la compagnia impagabile
Pubblicato il: 24/06/2024 da Miro Barsa