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ANIMAL VOICE (REPLICA) con MICHELA CHANDRA GIAMBONI

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ANIMAL VOICE (REPLICA) con MICHELA CHANDRA GIAMBONI

In ricordo di Demetrio Stratos, l’anima ribelle del rock dalla voce portentosa

In ricordo di Demetrio Stratos, l’anima ribelle del rock dalla voce portentosa

Non siamo qui per sciacquarci i coglioni, ma per fare dell’ottima musica.

 

di Skatèna

Oggi il mio omaggio è per Efstràtios Dimitrìu, in arte Demetrio Stratos, il cantante dei Ribelli e degli Area, divenuto celebre in tutto il mondo per il suo innovativo uso della voce.

Demetrio nacque ad Alessandria d’Egitto il 22 aprile del 1945 e dedicò tutta la sua vita alla musica, ai suoni e alla ricerca vocale. Sapeva suonare più strumenti e fu certamente uno dei punti di riferimento fondamentali nel panorama rock italiano.

Non fu solo una figura di rottura capace di stregare John Cage e le personalità di spicco della musica contemporanea del Novecento, ma anche il ponte tra il mondo pop (inteso come popular) e gli ambienti colti.

Con i beat Ribelli fu pianista e voce solista dal 1966 al 1970.

Dopo l’esperienza dei Ribelli, pubblicò nel 1972 un 45 giri con Daddy’s Dream, primo singolo per l’etichetta Numero Uno di Lucio Battisti.

Sempre nel 1972 fondò gli Area – International POPular Group, o più comunemente Area, gruppo di musica fusion e rock progressivo, rendendosi protagonista di una delle stagioni più importanti della musica leggera italiana, riscuotendo successo e considerazione anche oltre i confini nazionali.

  • Le canzoni di Demetrio Stratos hanno un contenuto esplicitamente scomodo e non si tratta di una scompostezza bohème; si tratta, piuttosto, di un’ostinazione meditata, frutto di letture precise, come Albert Camus e Georges Perec, dell’ascolto di sperimentatori come John Cage, dall’amore per le evoluzioni artistiche di Jasper Johns e dei New Dada e dell’apprezzamento per il Movimento con partecipazioni a Triennale e Biennale prima ancora di incidere un disco. Lontano dalle logiche di palazzo, la poetica di Stratos sposò la contestazione più radicale: quella del movimento femminista quaranta anni prima del MeToo (“Non rimane che rovesciare il governo/ Eliminare il sistema monetario/ Istituire l’automazione completa / E distruggere il sesso maschile” da SCUM), quella degli “Indiani Metropolitani” che teorizzavano il rifiuto del lavoro (“Nelle tue miserie riconoscerai il significato di un arbeit macht frei” da Arbeit Macht Frei appunto) e che cacciarono il sindacalista Lama dall’Università di Roma (“Col potere delle cose posso avere / la tua vita controllata e si chiama libertà” da Gerontocrazia) e che oggi vengono visti come gli spettri che ritornano di una contestazione passata e sepolta in ogni movimento di piazza che si faccia sentire come si deve. (Rolling Stone Italia)

Nel video che segue, Demetrio Stratos è ospite della rubrica di approfondimento musical-culturale «Vedo sento parlo», di Giampiero Viola, in onda su Rete 2 nel 1977:

Nel 1978 lasciò gli Area per dedicarsi esclusivamente alla ricerca vocale: il suo studio della voce come strumento, memore dell’esempio di alcuni cantanti della musica nera statunitense come Leon Thomas, lo portò nel corso degli anni settanta a raggiungere risultati al limite delle capacità umane. Tra il 1976 e il 1978 fece anche delle ricerche di etnomusicologia ed estensione vocale in collaborazione con il CNR di Padova, e studiò le modalità canore dei popoli asiatici.

Stando a quanto ho riscontrato durante l’emissione, le corde vocali non vibravano. La frequenza era molto elevata (le corde vocali non riescono a superare la frequenza di 1000-1200 Hz). Nonostante ciò Demetrio otteneva non uno, ma due fischi disarmonici, uno che da 6000 Hz scendeva di frequenza, e l’altro che da 3000 Hz saliva. Non si poteva supporre, quindi, che un fischio fosse l’armonico superiore dell’altro. Constatai anche l’emissione di tre fischi simultanei. (Franco Ferrero, professore presso il Centro Studi per le ricerche di Fonetica del CNR dell’Università di Padova)

Sempre nel 1978 accrebbe notevolmente la sua fama internazionale: l’artista era infatti in una perenne fase di crescita artistica, tanto che intensificò ulteriormente la sua attività di sperimentazione.
Quando si trasferì a New York, gli si aprirono le porte del gotha della musica contemporanea grazie all’incontro con John Cage, che lo indicò come uno dei talenti più straordinari a livello planetario e la punta di diamante della ricerca musicale di quel periodo.

E infatti fu invitato proprio da Cage a tenere una serie di concerti al Roundabout Theatre di New York.

Colpito da una gravissima forma di anemia aplastica, Stratos morì a New York il 13 giugno 1979, a soli 34 anni, per un collasso cardiocircolatorio.

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Pubblicato il: 21/04/2020 da Skatèna