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Intervista a Charlie Risso: il nuovo EP “The Light” tra dreampop e shoegaze

Intervista a Charlie Risso: il nuovo EP “The Light” tra dreampop e shoegaze

A due anni dall’ultimo album Tornado, la cantante e musicista genovese Charlie Risso pubblica il nuovo EP The Light, disponibile su tutte le piattaforme digitali e pubblicato da Incadenza.

Mixato e masterizzato al Greenfog Studio di Mattia Cominotto (già nei Meganoidi), The Light vede la produzione artistica di Federico Dragogna (Ministri).

I quattro brani del disco segnano l’evoluzione dell’artista verso nuove dimensioni sonore ed emotive dai contenuti intimi e sinceri.

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Crediti foto: Silvia Badalotti.

Ho avuto il piacere di intervistare Charlie Risso: ecco cosa mi ha raccontato.

1-     Quando e come hai iniziato a cantare e imparato a suonare la chitarra? Qualcuno ti ha dato degli input o hai fatto tutto da sola?

Ricordo che avrò avuto all’incirca 15 anni quando, ad una festa in casa mia di ragazzini impazziti, di quelle feste che si fanno in età adolescenziale in cui la situazione poi sfugge di mano, uno degli “imbucati” ha imbracciato la mia chitarra classica e cominciato a suonare “One” degli U2 seduto sul letto di camera mia. Erano i primi Anni ‘90. Ebbene, lui è diventato il mio migliore amico e devo a lui i primi insegnamenti di chitarra.

2-     Con quali generi musicali sei cresciuta? A quali artisti ti sei ispirata?

Sono cresciuta negli anni ’90 ma con una base solida di ascolti dei grandi classici inglesi ed americani. Dal folk di Simon & Garfunkel a Joan Baez, da Bob Dylan a Joni Mitchell, dai Beatles a Bowie, e poi, come dicevo prima, la musica degli anni ’90 appunto. Dai Radiohead ai Portishead ai Lamb e così via… Sono davvero tante e varie le influenze che mi hanno formata.

3-     Quanto di immaginario c’è nelle tue canzoni? E quanto, invece, di autobiografico?

Considero le mie canzoni il giusto tramite tra sogno e vita reale. Gli spunti nascono sempre dal momento storico di vita vissuta ma durante il processo creativo, mettendo le parole in musica, mi figuro delle immagini come in un sogno appunto.

4-     Rispetto ai tuoi primi lavori, permeati da sonorità folk-rock, il tuo nuovo EP uscito per Incadenza il 4 novembre 2022 su tutte le piattaforme digitali e dal titolo “The Light” vira verso sonorità elettroniche: come mai tale scelta stilistica? 

Già in “Tornado” il cambiamento tra electric folk e dreampop/shoegaze era avvenuto in brani come “Dark”, “We’re Even” e “Nothing at all”, merito dell’attento lavoro di produzione di M. Cominotto. Federico ha visto in me quella cantante evocativa di paesaggi nordici che effettivamente mi attraggono molto e ai quali penso a volte quando scrivo. Inoltre ritengo che il lavoro di pre-produzione e di presentazione dei lavori includesse già qualche spunto in quella direzione.

5-     Nel video della titletrack, dove scenografia e outfit sono ridotti al minimo, in alcune scene sei vestita di bianco e fluttui in un’atmosfera da sogno: tutti elementi che, uniti al tuo modo di cantare, mi ricordano molto alcuni pezzi di genere dreampop ed ethereal wave dei Cocteau Twins: parlaci della genesi della canzone e anche del video.

Sono lusingata di essere accostata ai Cocteau Twins e ti ringrazio per questo. “The Light” è un brano nato dopo una lettura che mi ha offerto diversi spunti sul tema della vita dopo la morte. Il libro che si intitola per l’appunto “La vita dopo la morte” di Yogi Ramacharaka affronta il tema dell’”After Life” in maniera interessante. La canzone è nata dunque da un’idea di rinascita spirituale e non necessariamente religiosa, in cui nulla si distrugge ma tutto si trasforma. Nel videoclip sono presenti i passaggi terreni rappresentati dagli elementi naturali in cui, come metafora, il fuoco rappresenta i momenti più cupi di un individuo passando poi attraverso la pioggia che redime e purifica ed infine l’arrivo nella luce spogliati dal superfluo con una nuova consapevolezza.

6-     Quale messaggio porti in dote a chi ti ascolta?

Mi auguro di poter condividere ed essere anche a tratti di conforto a quanti come me vivono momenti più o meno complicati ma non solo. La verità è ciò che mi rappresenta, le mie canzoni sono sincere e spero che arrivino dritte senza filtri agli ascoltatori trasportandoli in luoghi inattesi.

7-     Cosa ne pensi delle piattaforme social come Facebook, Instagram, Tik Tok? Credi siano un buon trampolino di lancio promozionale per gli artisti emergenti?

Se ben gestite perché no? A me sono capitate belle cose e collaborazioni inaspettate grazie ai social. Non demonizzo il mezzo, anche se mi rendo conto che il rischio sia quello di ritrovarsi schiavi di determinati meccanismi.

8-     Cosa ne pensi dei programmi televisivi tipo “talent show”? Hai mai ricevuto una proposta per prendervi parte? 

Dei vari talent l’unico che seguo con una certa regolarità è X Factor. Complice il fatto che da diversi anni sia diventato un appuntamento fisso a casa di amici. In realtà oggi, rispetto ai primissimi episodi degli anni passati, sono decisamente più distratta e mi rendo conto che il focus di serata sia in realtà la compagnia dei miei splendidi amici piuttosto che il programma in sé.


 

 

Pubblicato il: 27/11/2022 da Skatèna