Iron Maiden: compie 36 anni “Seventh Son of a Seventh Son”
The evil that men do lives after them; The good is oft interred with their bones” (“Il male fatto sopravvive agli uomini, il bene è spesso con le loro ossa ”) (tratto dal Giulio Cesare di Shakespeare)
(EN)
« Seven deadly sins
Seven ways to win
Seven holy paths to Hell
And your trip begins
Seven downward slopes
Seven bloody hopes
Seven are your burning fires
Seven your desires… »
(IT)
« Sette peccati mortali
Sette modi per vincere
Sette sentieri sacri per l’Inferno
E il tuo viaggio inizia
Sette pendii discendenti
Sette speranze insanguinate
Sette sono i tuoi fuochi ardenti
Sette i tuoi desideri… »
L’11 aprile 1988 usciva il settimo lavoro in studio degli Iron Maiden, “Seventh Son of a Seventh Son“, concept album incentrato su tematiche quali il bene e il male, misticismo, reincarnazioni e aldilà, il cui filo conduttore è la nascita, la vita e la morte di un profeta.
Le sonorità riportano al progressive rock: basti pensare alla presenza, in molte tracks, di lunghi accompagnamenti di tastiere e di chitarre synth, elementi che furono malvisti all’epoca dai ‘maideniani’ più convinti, in quanto costituivano un allontanamento dal vero spirito dell’heavy metal.
- Il settimo lavoro in studio degli Iron Maiden rappresenta per moltissimi fan della band (e anche per la critica musicale) forse il maggiore apice compositivo raggiunto. Incredibilmente, nonostante questo dato di fatto assodato, è curioso che, malgrado l’ottimo successo dei tre singoli estratti e anche dell’album stesso (che è rimasto diverse settimane in classifica in Italia tra i top 10 ed è stato soprattutto numero 1 in Gran Bretagna), Seventh Son fu accolto tiepidamente dalla stampa locale e non, per via dell’utilizzo più massiccio di tastiere e chitarre synth, ma anche per quella vena “prog” che traspare fin dai primi ascolti del disco. (rockandmetalinmyblood)
- […] un album che all’epoca costo’ l’accusa di ‘tradimento’ dai fan più tradizionalisti a causa dell’utilizzo massiccio di tastiere e chitarre sintetizzate, album che venne successivamente rivalutato e considerato tra i migliori della produzione targata Maiden. (truemetal.it)
Il disco, che si apre e si chiude con un monologo di Bruce Dickinson recitato nei brani “Moonchild” e “Only the Good Die Young“, riscosse un vasto successo internazionale, e i singoli “Can I Play with Madness” e “The Evil That Men Do” ricevettero molto spazio nelle emittenti radiotelevisive.
L’album svettò subito nella classifica inglese, mentre negli USA arrivò fino alla dodicesima posizione.
La band intraprese il “Maiden England Tour“, pubblicato l’anno successivo in Vhs, riportandolo on stage dal 21 giugno 2012 per 3 anni in tutto il mondo.