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Keith “Mad” Moon e la sua passione per le esplosioni

Keith “Mad” Moon e la sua passione per le esplosioni

I miei amici mi chiamano Keith, ma tu puoi chiamarmi John

 

23 agosto 1946 – Nasce a Londra Keith Moon, l’eccentrico batterista degli Who fino al 1978 (anno della sua morte avvenuta a soli 32 anni), colui che col suo inconfondibile stile selvaggio si ispirava ad Animal dei Muppets, il folle batterista in grado di suonare in 3 modi: forte, più forte e assordante. Una personalità sicuramente fuori dal comune quella di Keith, grande appassionato di surf-music che da giovanissimo entrò a far parte prima dei Beachcombers, e poi dei Detours, che sono già delle piccole leggende del giro Mod e costituiscono l’embrione degli Who. Per la sua audizione con questi ultimi si presentò con un vestito in lamé d’oro e, come da copione, distrusse la batteria: ovviamente venne ingaggiato all’istante. Ma la sua persona è indissolubilmente legata anche ai Led Zeppelin, non solo perchè fu proprio lui ad ispirarne il nome, ma anche perchè sia lui che Bonham sono da sempre considerati i numeri uno della batteria, anche se la rivista Rolling Stone ha collocato Moon al secondo posto rispetto a Bonham nella speciale classifica dei più grandi batteristi di tutti i tempi.

A livello musicale, Keith Moon  è stato tra i primi batteristi “a personalizzare il proprio drum-kit, sia a livello visuale che tecnico, risultando anche uno dei primissimi ad usare la doppia cassa che nel metal avrebbe avuto tanta fortuna. Inoltre non usava charleston (se non in studio), a favore di un crash. E’ stato il primo batterista/intrattenitore, usando sia uno stile spettacolare, aggressivo e….distruttivo, sia ricorrendo a modi di porsi come il suonare in piedi, lanciare le bacchette, farle roteare, assumere posizioni folli per suonare, adottando inoltre una mimica incredibile. Tutte cose che -anche in questo caso- avrebbero influenzato innumerevoli batteristi hard rock ed heavy metal come Mike Portnoy, Ian Paice, Jeff Porcaro, tanto per citare i primi che mi vengono in mente. Sensazionale anche la sua velocità nel passare da un elemento all’altro della sua batteria e mitico il suo modo di inserire fillers durante le esecuzioni. Badate bene: la sua tecnica era approssimativa, forse addirittura scarsa, un maestro di batteria sarebbe inorridito vedendolo violentare il drum-kit, ed anche il suo modo di tenere il tempo era discutibile, ma nessuno sapeva trascinare come lui.“(metallized.it).

E’ noto che i concerti degli Who spesso finivano con i membri della band che distruggevano i propri strumenti, e ciò contribuì a renderli ancora più famosi. Ma Keith Moon, più degli altri, dimostrava particolare zelo nell’architettare sempre nuovi modi per fracassare la batteria. Un esempio su tutti? Lo si può gustare nel video che segue, in cui la band si esibisce nel corso del programma televisivo The Smothers Brothers Comedy Hour del 1967: Moon aveva nascosto dell’esplosivo in una delle grancasse. Durante il finale di My Generation, scalciò via la grancassa innescando la carica. L’intensità dell’esplosione fece diventare sordo Townshend e causò il ferimento dello stesso Moon (gli si conficcò un frammento dei piatti in una gamba).

Per chi non lo sapesse, era normale routine per Keith distruggere qualsiasi cosa gli capitasse sotto tiro, specialmente quando era sotto l’effetto di alcool e droghe, tanto che all’epoca divenne il peggior incubo di ogni albergatore: si stima che nella sua carriera abbia provocato ingenti danni, tra incendi, esplosioni et similia, e ciò accadeva praticamente dappertutto. L’episodio più famoso avvenne durante una permanenza degli Who in uno degli hotel della catena Holiday Inn negli USA. In quell’occasione Keith inserì della dinamite in un WC facendolo esplodere in mille pezzi. Risultato? Fu ovviamente “bandito a vita dalla catena Holiday Inn”. Anche le auto non furono immuni alla sua estrosa forza distruttiva: è noto l’episodio in cui una Rolls Royce da lui guidata finì dentro una piscina durante i festeggiamenti per il suo 21° compleanno. Un’altra volta, però, le cose andarono a finire tragicamente:  durante un tentativo di aggressione nel 1970, Keith, cercando di fuggire in auto, travolse il suo collaboratore Neil Boland, che rimane ucciso. L’episodio fu determinante per minare definitivamente la sua psiche già messa a dura prova dalle sue turbe e dall’abuso di alcolici e sostanze.


Articolo a cura di Skatèna.

Fonte immagine in evidenza: https://www.flickr.com/photos/bedheaded/172848417, autore: https://www.flickr.com/photos/bedheaded/, licenza: CC BY-NC-ND 2.0.

 

Pubblicato il: 23/08/2020 da Skatèna