La leggenda del blues Howlin’ Wolf e la sua “Little Red Rooster”
Well, the dogs begin to bark
Hound begin to howl
di Skatèna
Il 10 gennaio 1976 ci lasciava a Hines (Illinois), a causa di un tumore, il grande bluesman Howlin’ Wolf: era nato a White Station il 10 giugno 1910.
Personalmente, sono venuta a conoscenza della sua musica dopo aver visto il film del 2009 Cadillac Records: inutile dirvi che me ne sono innamorata.
- Con i suoi due metri di altezza e un fisico imponente (pesava 136 chili) Wolf era personaggio che incuteva timore anche senza cantare, ma quando lo faceva, la sua voce, definita da qualcuno “il suono di un asfaltatore della strada”, riusciva a terrorizzare. (musicoff)
Il suo debutto avvenne nel 1951 per la Chess Records: si trasferì infatti a Chicago, meta di tutti quei bluesman che amavano sperimentare con le nuove sonorità elettriche, e assieme a Muddy Waters, divenne il simbolo di quel nuovo modo di intendere il blues. I due, infatti, oltre ad essere ritenuti i responsabili dell’elettrificazione del blues del Delta, piantarono assieme il seme più importante per la nascita del rock’n’roll.
Per rendergli omaggio, vi propongo l’ascolto di uno dei suoi più grandi successi, Little Red Rooster (o The Red Rooster come venne inizialmente intitolato), che Howlin’ Wolf registrò nel 1961, anche se in realtà la canzone è accreditata a Willie Dixon, mentre la canzone del 1929 Banty Rooster Blues di Charlie Patton viene spesso indicata come la “progenitrice”.
Little Red Rooster fu scelta dai Rolling Stones come loro singolo britannico per il 1964. Registrato ai Chess Studios di Chicago, fu pubblicato nel novembre di quell’anno e raggiunse la posizione numero uno nelle classifiche.
Esiste anche una versione dei Doors di Little Red Rooster: