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Lazarus di David Bowie e “That Bluebird” di Bukowski

Lazarus di David Bowie e “That Bluebird” di Bukowski

You know, I’ll be free

Just like that bluebird

 

Lazarus è l’ultimo singolo di David Bowie, secondo estratto dal suo 25° album in studio Blackstar e pubblicato il 17 dicembre 2015.
Distribuito sotto forma di download digitale, ebbe la sua prima mondiale nel corso del programma BBC Radio 6 Music di Steve Lamacq.
Lazarus è la canzone con cui David Bowie, “l’uomo che fu cometa, stella cadente, un pezzo di supernova caduto sul nostro pianeta“, si è accommiatato dal mondo poco prima di morire (ci ha lasciati il 10 gennaio 2016).
Il testo di Lazarus, infatti, è una sorta di “auto-epitaffio” e contiene l’annuncio della sua imminente fine:

Guardate qui, Sono in paradiso
Ho cicatrici che non si possono vedere

(…)

Sai, io sarò libero
Proprio come quell’uccello azzurro
Ora, non è proprio come me?

Negli ultimi versi della canzone, Bowie paragona lo stato di libertà che raggiungerà dopo la morte a “quell’uccello azzurro”, riferendosi a “Bluebird”, una poesia di Charles Bukowski pubblicata per la prima volta nel 1992 nella raccolta “Last Night of the Earth Poems” (Le poesie dell’ultima notte della Terra):

  • Nel mio cuore c’è un uccello azzurro
    che vuole uscire,
    ma con lui sono inflessibile,
    gli dico: rimani dentro, non voglio che
    nessuno ti veda.
    Nel mio cuore c’è un uccello azzurro
    che vuole uscire
    ma gli verso addosso whisky e aspiro
    il fumo delle sigarette
    e le puttane e i baristi
    e i commessi del droghiere
    non sanno che lì dentro c’è lui.
    Nel mio cuore c’è un uccello azzurro
    che vuole uscire
    ma io con lui sono inflessibile,
    gli dico: rimani giù, mi vuoi fare
    andar fuori di testa?
    vuoi mandare all’aria tutto il mio lavoro?
    vuoi far saltare le vendite dei miei libri in Europa?
    Nel mio cuore c’è un uccello azzurro
    che vuole uscire,
    ma sono troppo furbo, lo faccio uscire
    solo di notte, qualche volta,
    quando tutti dormono.
    Gli dico: lo so che ci sei,
    non essere triste
    poi lo rimetto a posto,
    ma lui lì dentro un pochino canta,
    non lo faccio morire del tutto,
    e dormiamo insieme così
    col nostro patto segreto,
    ed è così grazioso da far piangere
    un uomo, ma io non piango,
    e voi? (Charles Bukowski)

Nel suo componimento poetico il grande Bukowski ci parla del malessere insito in ogni uomo, un dolore che ognuno di noi prova, latente, una sorta di rumore di fondo della nostra esistenza.

  • Compito dei poeti è quello di dare voce a questo malessere attraverso i versi, e Bukowski lo fa, ma solo di notte, quando tutti dormono. Durante il giorno cerca di soffocare il dolore versandogli addosso whisky e aspirando il fumo delle sigarette/e le puttane e i baristi/e i commessi del droghiere, ma inutilmente, sicché la notte il poeta deve liberare l’uccello azzurro, così grazioso da far piangere un uomo“. (medium.com)
  • L’uccello azzurro, aggraziato, sincero, pulito, brillante, si liscia tristemente le penne dentro l’animo corroso dal whiskey di Bukowski, dentro quello stanco di Bowie. Vuole uscire, vuole essere libero: se liberato, però, l’ispirazione derivante dalla maledizione sparirà. Lazarus, dunque, è un brano di liberazione. L’uccello azzurro spicca il volo, fra sax funerei, lasciando i grattacieli di New York e la sua marea di gente che conosce e riconosce la rockstar. (Inside Music)

Pubblicato il: 28/06/2020 da Skatèna