“… Lo Spirito Continua…”, ovvero quando l’hardcore diventa poesia
Straight rebel searching for my fun
I live in a sad world, flyin in pain
straight rebel having my fun
it’s hard, so hard and you can’t understand
No choice, no chance, live this hell
Tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta l’Italia conobbe un periodo di sconvolgimento economico-politico
- (…) che segnò l’inizio di una lotta continua di tutti contro tutti, riscontrando nelle nuove generazioni una profonda crisi di valori sociali e familiari, rappresentata in special modo nella musica.
Se in Inghilterra gruppi quali Sex Pistols e Crass avevano influenzato gran parte delle band inglesi come Discharge, G.B.H. e The Exploited, negli Stati Uniti e in Canada, sulla scia dei Ramones e di Iggy Pop con i suoi Stooges, nacque l’hardcore punk, sottogenere del punk rock, inizialmente sviluppandosi nel sud della California, intorno alla città di Los Angeles, in seguito anche a Washington, New York e Boston.
Tra i più importanti ed influenti gruppi hardcore punk, si annoverano i Black Flag, i Bad Brains, i Minor Threat e i canadesi D.O.A.
La valanga hardcore giunse ovviamente anche da noi, in un Paese fortemente segnato dal Punk ’77 e dalla nascita della controcultura “punx”: basti pensare agli emiliani Raw Power, al Virus e ai Wretched di Milano, agli Upset Noise e agli Eu’s Arse dell’Italia del nord-est.
In Piemonte ci stavano i Peggio Punx, i Declino, i Nerorgasmo e i Negazione.
Segnalo un interessante documentario del 2015 sulla scena hardcore punk italiana dell’epoca: Italian Punk Hardcore: 1980-1989 di Angelo Bitonto, Giorgio S. Senesi e Roberto Sivilia. È presente su YouTube in versione integrale:
Ma veniamo ai Negazione.
Dal loro sito ufficiale apprendiamo che sono stati una band torinese hardcore punk attiva fra gli anni Ottanta e i Novanta.
I Negazione furono tra gli esponenti di primo piano del c.d. Italian hardcore ed hanno costituito la base della scena hardcore punk piemontese dell’epoca assieme a gruppi quali Declino, Blue Vomit, Nerorgasmo, Peggio Punx, Indigesti.
Nati dalle ceneri di 5° Braccio ed Antistato, furono fondati nel 1983 dal chitarrista Roberto “Tax” Farano (che già era attivo come batterista dei Declino), dal batterista Orlando Furioso, da Guido “Zazzo” Sassola alla voce e dal bassista Marco Mathieu.
- Nasce così la variopinta e articolata scena hardcore torinese, tendenzialmente anarchica e libertaria, a tratti nichilista, ma ricca comunque di entusiasmo e voglia di costruire qualcosa di veramente alternativo. In modo autonomo e per certi versi diligente e organizzato, si sviluppa una realtà che ruota attorno a spazi occupati, collettivi punk, i Murazzi, la pubblicazione di fanzine come ‘Disforia’, nastri e dischi rigorosamente autoprodotti. (Nemesis)
Nel 1984 Orlando fu sostituito dal batterista Michele D’Alessio, con cui produssero il primo split album su cassetta Mucchio selvaggio edito dalla collaborazione di Ossa Rotte Tapes e Disforia Tapes e che li vedeva assieme ai Declino.
Nel 1984 parteciparono al doppio album International P.E.A.C.E. Benefit Compilation, che vedeva queste band tra i partecipanti: Crass, D.O.A., Conflict, Subhumans, Dead Kennedys, Butthole Surfers, ma anche italiani come Declino, Peggio Punx, Wretched, Contrazione, Impact, Cheetah Chrome Motherfuckers e RAF Punk.
“La compilation uscì in collaborazione con la fanzine di San Francisco a distribuzione internazionale Maximumrocknroll, che mensilmente teneva una rubrica sulla scena hardcore punk italiana“.
Nel 1985 uscì Tutti pazzi, EP 7″ autoprodotto che vide l’ingresso nella formazione di un nuovo batterista, l’ex Upset Noise Fabrizio Fiegl (scomparso il 17 luglio del 2011 a causa di un arresto cardiaco). Seguì un tour in Danimarca, Paesi Bassi e Germania, dopo di che fu pubblicato il secondo EP autoprodotto, Condannati a morte nel vostro quieto vivere.
Nel 1986 registrarono nei Paesi Bassi il primo album … Lo spirito continua… , di cui parlerò a breve.
L’anno seguente registrarono, sempre nei Paesi Bassi, …nightmare, EP uscito per la New Beginning Records. Nel 1988 pubblicarono per la We Bite Records il secondo album Little Dreamer e negli anni successivi due EP con Elvin Betti dei Gow alla batteria dal titolo Behind the Door e Sempre in bilico e la raccolta Wild Bunch the Early Days contenente brani registrati tra giugno e dicembre 1984.
Nel 1990 alla batteria subentrò Giovanni Pellino aka Neffa (noto per essere stato il cantante dei Sangue Misto), soprannominato quando era coi Negazione Jeff, che partecipò al loro terzo album 100%.
L’ultimo batterista fu, prima dello scioglimento avvenuto il 19 luglio del 1992, Massimo Ferrusi, precedentemente attivo in band come Stinky Rats e Indigesti e successivamente negli Angeli insieme a Tax, chitarrista dei Negazione.
Nel 2002 uscì la raccolta Tutti pazzi 1983-1992, mentre nel 2012 per la Shake Edizioni uscì la raccolta Il giorno del sole.
…LO SPIRITO CONTINUA…
Di tutte le succitate produzioni dei Negazione, vorrei soffermarmi sul loro primo album … Lo Spirito Continua… , pubblicato nel 1986 per l’olandese Konkurrel e per la Mordam, registrato e mixato su 16 tracce al Joke’s Koeienverhuurbedrijf di Amsterdam dal 2 al 10 Giugno 1986. Successivamente fu ristampato dalla T.V.O.R. (acronimo di Teste Vuote Ossa Rotte) in vinile e CD nel 1989.
Lo Spirito Continua è pura poesia hardcore che è capace di sconquassarti e devastarti l’anima perchè arriva a toccare e smuovere le sue corde più intime e profonde. Un capolavoro del genere, ineguagliabile e inarrivabile quanto a potenza musicale e carica emotiva, considerato giustamente tra gli album più rappresentativi della scena hardcore italiana degli anni ’80.
“Parliamo di un racconto coraggioso sull’animo umano, che sottintende la presenza di una parte nera che si muove velocemente facendo strani e sinistri sfrigolii al passaggio. Un’ombra che si nutre della disperazione, una piccola minaccia in un tempo sbagliato. Il fuoco amico che si alza in cielo quando tutto sembra perduto e state per auto infliggervi il colpo di grazia. È il rigurgito dell’animo oscuro che risiede in ognuno di noi: un attacco di panico in piena regola”.
Tematica predominante di questo capolavoro è la rabbia mista alla disperazione di certe giovani generazioni dell’epoca, anche se non mancano momenti di romanticismo, come in Un Amaro Sorriso o in Lei Ha Bisogno di Qualcuno che la Guardi.
“Un album nato dalle fiamme accese di un movimento di libertà e azione, o meglio di negazione”.
Le lyrics sono vere e proprie poesie, una più devastante dell’altra, e meritano tutte di essere lette mentre le si ascolta: esse nascondono la foga e l’adrenalina dirette a suscitare nei destinatari sensazioni di fomento, rabbia ed odio.
Ho scelto, tra le lyrics, le parti che più mi hanno commossa o comunque coinvolta emotivamente.
Della prima traccia, La Vittoria della Sconfitta, che introduce il leitmotiv di tutto l’album, ossia l’odio verso l’ipocrisia e la negazione di qualunque forma di subordinazione e conformismo, mi hanno colpita queste parole:
“Non sprecare parole e sorrisi per me
io conosco gia` la fine del libro
non mi serve addolcire il dolore
perche` io ho perso
ho gia` scelto la sconfittala vittoria della sconfitta
Quante volte ancora mi mostrerete
che questo posto non e` il mio
in ogni istante, ad ogni occhiata
in ogni pensiero, ad ogni azione
sempre, fino a quando crepero`
davanti a qualche vostro palazzo
in ginocchio, con il corpo distrutto
ma con la mente attiva
perche` l’odio rimane
Quando mi chiedete perche`
mi fate ancora piu` schifo
io odio la vostra ipocrisia
io voglio e non chiedo perche`
conosco gia` la risposta
troppe volte il bello diventa brutto
troppe volte soffro, troppe volte…
Non sprecare sorrisi e parole per me…”
La seconda track, Lasciami stare, è potente e veloce, e vuole comunicare la voglia di urlare e di esplodere:
“noi veloci dentro il buio
serrature aperte urlano
calci in faccia e soldi
ancora, ancora, apro gli occhi e non ci sento
la mano sanguina, gioia estrema, dove sei?
andare via, la finestra si e` spaccata
adesso ricordo, corri forte anche per me
suoni, luci, lacrime, lacrime
lasciami stare, lascia la mia testa
ammazzami subito, lasciami gridare o uccidimi!”
Poi ci sta Dritto contro un muro, che rende l’idea della incomunicabilità con chi la pensa diversamente da te ed ha la mente poco elastica e chiusa, ed è quindi come un muro inespugnabile, per cui è inutile tentare di parlarci:
“Tu stai scegliendo un modo che non e` il mio
la tua mente e` in strade che non mi appartengono
perche` sei forse troppo lontano da me, ora
io sto andando dritto contro un muro
sto sbattendo la mia testa contro un muroma e` meglio che riempirla di merda!”
In Niente, il protagonista, nonostante i suoi occhi siano ancora colorati e abbia ancora intatta la capacità di sognare e il suo corpo sia vivo ed in continuo movimento, vede tutto nero ed è incazzato, non trova stimoli di alcuna sorta e non trova risposte in questo mondo spento, fatto di gente dalle menti vuote e atrofizzate, che non pensa, che obbedisce e basta. Il testo di questa track vale la pena riportarlo tutto:
“Passa il mio sguardo attraverso il nero
Ma non trova niente su cui soffermarsi
Vaga nel vuoto, attraverso i sentimenti
Sa che cosa cercare ma non lo riesce a trovare
….negli occhi spenti, nelle menti vuote
Nelle facce inerti, nei corpi privi di vita
Sopra i vetri lucidi, sull’asfalto sporco
Lungo i cavi elettrici, attraverso sbarre metalliche
In officine ripiene di carne, lungo corridoi in bianco
E nero, sui treni e sulle macchine colmi di gente che
Non sa dove andare, tra vestiti sporchi di sangue
Vite sporche di rabbia…
18 colmi di nulla, sensazioni di impotenza tra
Attegiamenti imposti, tra imposizioni subite in mezzo
A lavoro, casa, scuola, ipocrisie e nessuno se ne accorge
In mezzo a divise, bandiere e simboli, tra soldati
Maestri e capisquadra, in mezzo ad apatia
Sconfitta e solitudine, tra una razza che sta perdendo
Il suo padrone… In mezzo a tutto questo solo schifo
Tra ognuna di queste cose solo disgusto, da niente di
Tutto cio’ qualcosa di cui ne valga la pena
Di tutto questo nulla che fa per me
Per tutto questo solo ed unicamente odio…
Dentro ai miei occhi colorati a sogni
Nella mia mente attiva
Nel mio corpo in continuo movimento
Nella mia faccia incazzata… niente,niente
Niente di tutto questo….
Niente, niente, niente di tutto questo…
…niente……..niente!”
Arriva poi il momento romantico del disco, racchiuso in due canzoni. La prima è Un amaro sorriso, la seconda Lei ha bisogno di qualcuno che la guardi: per entrambe, i brividi!
“La nostra linea diritta
Corre in mezzo al nero
Mentre attraversiamo città mute
Come fantasmi della trasgressione
Soli in un abbraccio disperato
Soli nello scherzo alla vita
Ma un brivido di energia
Corre di nuovo nel mio corpo
E domani rideremo ancora
In faccia a noi stessi
In faccia alla morte
Forse stiamo sbagliando
Ma chi sarà mai l’eroe del giusto?
Non rimarrà niente di quello che siamo
Risate sfuocate nello specchio del vivere
Sberleffo alla santa ragione
Ricorderemo sempre tutto
Lucidi guerrieri pronti a vendicare la vita
Soli in un abbraccio disperato…
Non rimarra’ niente di quello che siamo
Ribelli al nostro destino
Piccola minaccia in un tempo sbagliato”
“Voglio rituffarmi nella notte e ritrovare
la mia compagna di sempre, perchè lei
mi sta aspettando: io lo so che è là,
in qualche angolo della mente, pronta a
trascinare la sua luce e ad inondare i miei occhi.Voglio tornare nel buio perchè lei
al sole non si può vedere, perchè
lei non ha bisogno del sole, ed io la devo trovare,
ma so dove e` e so in che posti sta,
non si può nascondere,
non si deve nascondere…
Voglio chiudere gli occhi, ora,
e trovarmi nel mio mondo.
I beati non conoscono il buio e
non capirebbero una di queste parole
se provi anche tu sono certo che
la troverai e se non vedi niente
vuol dire solo che sei cieco…perchè:
lei ha bisogno di qualcuno che la guardi.”
Qualcosa scompare sembra sia stata scritta apposta per me, ricordando il testo le sensazioni che provo da un po’ di tempo a questa parte:
“Mesi trascorsi di un’età passata
non riesco più a divertirmi
cosa sta succedendo?
L’unica certezza resta la precarietà
io non cerco più nessunoho già trovato troppa gente
ma sono rimasti in pochi attorno a me
resta, per favore, non andare via anche tu
è tutto quello che ho, è tutto, è niente
l’unica certezza resta la solitudine
Ma se sono qui è stata solo una mia scelta
fatti sentire, fatti vedere
dovunque tu sia, dovunque io vada
saremo sempre unici.”
A chiusura del disco, Lo Spirito Continua, che dà il nome all’album, è introdotta da un giro acustico di chitarra, e in essa vi è speranza e incoraggiamento al riscatto, ricordando all’ascoltatore che non ci si deve arrendere mai, anche se il tempo scorre inesorabile e gli anni avanzano e inevitabilmente si invecchia… ma lo spirito continua, e con esso la lotta permane!
“Lo spirito continua….
…continua…lo spirito…
dietro lamenti melodiosi
risuona la voce di un vecchio
a raccontare il senso di una vitacollezione di attimi
per le sensazioni piu` belle
ma lo spirito continua!”.
Articolo a cura di Skatèna.
Pubblicato il: 22/12/2021 da Skatèna