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LORO CHI? Del perchè stavolta Sorrentino ha deluso anche me (tranne che per una cosa)

LORO CHI? Del perchè stavolta Sorrentino ha deluso anche me (tranne che per una cosa)

Da diligente cinefila nonché ammiratrice di Sorrentino mi sono recata fiduciosa a vedere il film LORO, distribuito nelle sale in due episodi, LORO 1 e LORO 2.
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In entrambi i casi sono uscita dalla sala con l’amaro in bocca di chi non resta pienamente soddisfatto dall’ultima opera di uno dei suoi artisti preferiti:seguono le fasi successive di riflessione, metabolizzazione e considerazioni a posteriori, che cercherò di riassumere brevemente e spero chiaramente nelle prossime righe.

Il primo punto debole del film è che LORO in realtà parla di LUI, ovvero del cavaliere Silvio Berlusconi, personaggio del quale è stato già detto tutto e il contrario di tutto ma soprattutto rispetto al quale neppure la finzione più distopica riuscirebbe a stare al passo con la realtà. Sarebbe riuscito Sorrentino, anche se sotto allo spirito guida di Romero, a prevedere la riabilitazione e quindi rieleggibilità del Cavaliere da parte dei giudici (quelli corrotti di sinistra?); la domanda è ovviamente retorica, e mentre vengo attraversata dall’immagine di un nuovo trionfo di peripatetiche  ex carcerati e manigoldi che accorrono alla corte del Cavaliere  tra le 4mura di una villa in Sardegna mi rispondo che no, la realtà in questo caso supera qualsiasi immaginazione.

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Secondo punto debole: Sorrentino attraverso il suo racconto non attribuisce al personaggio una valenza universale e senza tempo, in quanto  parla nello specifico della persona Silvio Berlusconi da Arcore, con tanto di nomi e cognomi reali come quello del fedele Apicella, della piccola Noemi o di Mike Bongiorno (incluso il cameo di Fabio concato che interpreta sè stesso), o volutamente dissimulati ma abbastanza riconoscibili (nel personaggio Cupa, interpretato da Anna Bonaiuto, è abbastanza associabile a Daniela Santanchè per esempio); idem per situazioni realmente accadute come quella del terremoto all’Aquila (peraltro trattato con una banalità e superficialità quasi offensive). In tal senso viene meno la valenza archetipica del personaggio che invece di elevarsi a modello universalmente riconoscibile finisce con il diventare la patetica rappresentazione di una macchietta: neppure Servillo, seppure immenso, è riuscito stavolta a reggere il peso del cerone, dei capelli finti, del sorriso deformante e dell’accento milanese: Lui è stato troppo persino per lui.

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Come anticipato nel titolo una cosa buona il film di Sorrentino ce l’ha: La colonna sonora.

Le musiche originali dei due film, incentrati sulla figura di Silvio Berlusconi e la sua corte, sono composte da Lele Marchitelli (Benedetta follia, La grande bellezza, Noi 4).

Il brano usato nel  primo trailer è Malafemmena, scritto e musicato nel 1951 da Totò e cantato, nel trailer, da Servillo nei panni di Silvio Berlusconi.

Questi alcuni dei brani di artisti vari presenti nel film:

1. A Chance to Cure – Clap Your Hands Say Yeah
2. Caldera – Recondite
3. Caje (Album Edit) – Nicone & Sascha Braemer Feat. Narra

Maya A.

Pubblicato il: 18/05/2018 da Redazione Radio Città Aperta