Lou Reed: i 51 anni di un capolavoro glam, “Transformer”
Vicious
You heat me with a flower…
You want me to hit you with a stick
But all I’ve got’s a guitar pick
8 novembre 1972: Lou Reed pubblica per la RCA “Transformer”, il suo secondo album dopo l’uscita dai Velvet Underground: un capolavoro del genere glam che gli avrebbe dato riconoscimento e lustro negli anni a venire, grazie soprattutto ai contributi di David Bowie e del chitarrista degli Spiders from Mars Mick Ronson, che insieme co-produssero il disco.
- Erano gli anni del glam-rock: i lustrini, le pose ambigue, i travestimenti. Erano finiti gli anni d’oro degli “hippie”, un movimento al quale Lou Reedera sempre stato in opposizione. E la cultura giovanile, con il glam, stava andando verso una direzione aperta dai Velvet Underground negli anni precedenti: un’alternativa al pop romantico e smielato da classifica dei primi Beatles, così come al machismo blues degli Stones o degli Zeppelin. (Impatto Sonoro)
Transformer catapultò Reed dai bassifondi di New York a Marte, e Mick Rock fu lì con lui per catturarne il volo su pellicola, a cominciare dall’iconica copertina dell’album, accompagnando e mettendo in rilievo “il lato selvaggio” dell’ex VU per tutto il corso degli anni Settanta.
I like Mick and I like what he photographs, so shooting with him was never a problem. All these moments would be gone forever if it wasn’t for him – Lou Reed
But she never lost her head
Even when she was giving head…C’è un sacco di ambiguità sessuale nel disco e due canzoni apertamente omosessuali, ma le parole sono state scelte con attenzione così gli etero possono non coglierne le implicazioni e goderne senza rimanere offesi – Lou Reed