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Lucio Battisti: “Una donna per amico”

Lucio Battisti: “Una donna per amico”

Non c’è una gomma ancor che non si buca
Il mastice sei tu, mia vecchia amica
La pezza sono io, ma che vergogna
Che importa, tocca a te, avanti sogna
Ti amo, forte e debole compagna
Che qualche volta impara e a volte insegna

Una delle canzoni più amate di Battisti e uno dei suoi più grandi successi, che però non divenne il singolo più venduto del 1978 per colpa dei Bee Gees…

Una donna per amico/Nessun dolore è il 20° singolo di Lucio Battisti estratto dal suo 13º album Una donna per amico del 1978: quell’anno, fu il secondo singolo più venduto in Italia, dopo Stayin’ Alive dei Bee Gees.

  • Pubblicato nell’ottobre del 1978 grazie alla geniale maestria di Mogol e cantato con la sofisticata eleganza dalla voce di Lucio Battisti, “Una donna per amico” è forse l’album con il quale il celebre duo ha raggiunto il punto più alto nella carriera condivisa, con testi e arrangiamenti che a distanza di anni dall’uscita risultano ancora attualissimi. Il disco sin da subito si impose come un successo clamoroso: infatti, balzò rapidamente in vetta alle classifiche di vendita in Italia rimanendo al primo posto per 14 settimane e vendendo quasi un milione di copie. (Il Punto Quotidiano)

La copertina dell’album Una donna per amico, l’ultima che ritrae Lucio Battisti.

Nella versione dell’album la canzone è preceduta da una sorta di registrazione casalinga: infatti si sentono le voci di un bambino e di una donna, mentre Battisti sussurra la melodia suonando la chitarra. Si credeva si trattasse delle voci della moglie del cantautore e del figlio Luca, che all’epoca aveva 5 anni, ma il produttore Geoff Westley smentì il tutto:

«Non è un home-recording, la registrammo a The Manor. Mi era venuta l’idea di inserire all’inizio della canzone questa introduzione perché nel tardo pomeriggio, quando il personale del Manor cominciava a preparare la cena, se aprivamo la porta dello studio si sentivano i rumori che venivano dalla finestra della cucina, con le ragazze che preparavano da mangiare, e con loro c’erano sempre un paio di bambini piccoli. A me piaceva questa idea di una cosa familiare, quotidiana, e così mettemmo un microfono davanti alla finestra della cucina, mentre Lucio in studio suonava la chitarra e sussurrava la melodia della canzone».

Una donna per amico venne tradotta anche in spagnolo (Una muchacha por amigo) e in inglese (A woman as a friend).

Il testo, scritto da Mogol e dedicato a una sua amica di nome Adriana, parla del rapporto di amicizia tra un uomo ed una donna che, pur scambiandosi confidenze e consolazione reciproca, sono comunque gelosi l’uno dell’altro quando si va a parlare dell’amore che si prova per una terza persona:

“Ti sei innamorata di chi? Troppo docile, non fa per te. Lo so divento antipatico ma è sempre meglio che ipocrita”. E ancora, più avanti nel testo, ma a parti inverse: “Mi sono innamorato? Sì, un po’. Rincoglionito? Non dico no. Per te son tutte un po’ squallide. La gelosia non è lecita”.

Adriana era un’amica cara che ora ho perso di vista. Eravamo legati, ero amico anche del marito, e ci vedevamo tutte le mattine al bar perché abitavamo molto vicini. Ricordo che ci scambiavamo informazioni, notizie, c’era un bellissimo rapporto, un rapporto puro. La canzone è nata perché lei mi chiese di dedicarle una canzone che si chiamasse “Adriana”. Di solito questa richiesta me la fanno 100 volte in un anno, ma in questo caso si trattava proprio di un’amica del cuore e dopo tanti mesi, quando si è presentata l’opportunità, ho scritto questa canzone pensando a lei. (Mogol)

Di seguito, un video andato in onda il 17 maggio 1979 (televisione svizzera tedesca, “Music & Gasle”) in cui Battisti canta Una donna per amico (simpaticamente un utente ha commenti su youtube “Pablo Escobar che canta Battisti“):

Ma facciamo un piccolo salto indietro nel tempo.

Nel 1977 Battisti andò negli Stati Uniti per realizzare Io tu noi tutti in collaborazione con musicisti americani, ed ivi registrò anche l’album Images, che ripropone, tradotte in inglese, cinque delle canzoni di quell’album con l’aggiunta delle versioni tradotte di La canzone del sole e Il mio canto libero. Il disco non ebbe il successo sperato, né di pubblico, né di critica; tuttavia Lucio decise di trasferirsi in Inghilterra per il nuovo album, occupandosi, come al solito, lui della parte musicale delle canzoni, e Mogol dei testi.

Il produttore Geoff Westley, già stretto collaboratore dei Bee Gees, chiamò a raccolta alcuni tra i migliori musicisti inglesi dell’epoca, da Gerry Conway, batterista di Cat Stevens, al percussionista Frank Ricotti, al chitarrista Pip Williams (Status Quo e Sweet).

Le registrazioni avvennero al The Manor, uno studio di registrazione allestito in un maniero nel villaggio di Shipton-on-Cherwell nell’Oxfordshire.


L’immagine in evidenza è uno screenshot del primo video postato.


 

 

 

Pubblicato il: 29/01/2020 da Skatèna